2°capitolo - source of information

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«Daaaiiiii, guadda cosa so farre!»

Si mise il bicchierino sulla testa e cercò di tenerlo in equilibrio.

«Nno! I-io ti bbatto.» dissi «Guaaada quì, guarrda!»

Tomás quasi si mise le mani fra i capelli, gli avevamo già rotto tre bicchieri.

Avevamo bevuto parecchio. Tipo tre bottiglie di rum. Eravamo marci come spugne, ubriachi ed idioti, e stavamo ridendo molto. Tutti stavano ridendo nel guardarci. Sarà stato proprio un bello spettacolo a vederlo da fuori, stavamo attirando così tanto l'attenzione facendo i pagliacci che quasi non stavano più prestando attenzione neanche alla band che stava suonando.

Nicolas «Guadami guadami!» si mise in ginocchio sullo sgabello rischiando di ammazzarsi «Orra shno il più grosho dei due!»

Risi, risi così tanto da farmi sputare dappertutto quello che stavo bevendo.

Il controllo, èh?› -mi rimbeccò.-

«Brutti coglioni cosa state combinando si può sapere?!» una bionda tutta pepe entrò a far parte della mia visuale «Vi ho chiamato ma non rispondevate ed ora ho capito perchè!»

Nicolas aprì le braccia come se volesse darle un mega abbraccio dalla sua posizione precaria.

«Carooool, cia–.. Aiah aiah aiah aiah!» si lamentò.
Mentre lo teneva per l'orecchio gli ringhiò addosso «Ora-andiamo-a-casa.»
Sbuffai come un cavallo «Ooooh! Che guasta–.. Aiah aiah aiah aiah!»

Fu imbarazzante. Ci stava trascinando fuori dal locale da cui ero sempre stato rispettato per le orecchie, come si faceva coi bambini pestiferi.

Carol si mise a braccia conserte «Voi due siete incredibili! Non vi si può lasciare soli un attimo che combinate qualcosa. O combinate casini, o discutete, o vi ritrovate così!» ‹Sembra una mamma arrabbiata.› -sghignazzai.- «Che cosa c'è?! Lo trovi divertente?!»
«Sssì.» allungai di molto la s.
Nicolas mi tirò qualche gomitata complice «Non è carrina quado fa cossì?»

Fece per afferrarlo ma lui sguizzò giù e nel farlo finì col sedere per terra senza riuscire a rialzarsi.

«Adesso basta!» sbraitò lei «Ce ne andiamo a casa!»

Chiamò un taxi.

La mattina mi fu assai difficile aprire gli occhi e mettermi a sedere senza volare per terra da quanto la testa mi stava dando dei capogiri.
Quando vidi l'orario sul mio rolex, le 09:57, mi ributtai a peso morto sul cuscino. Mugugnai qualcosa e sbuffai, sapevo che mi sarei dovuto teoricamente alzare.

Qualcuno iniziò a bussare con veemenza alla mia porta. ‹Se è Nicolas lo ammazzo...› -misi il cuscino a coprirmi la testa.-

«Aron!» mi chiamò «Alza il culo!»

Questa ragazza è un incubo.› -pensai frustrato.-

L'avevamo conosciuta solo quattro mesi prima, e a pensarci adesso, la cosa fu esilarante.

...FLASHBACK...

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