Cap. 15: Ultimi Anni Insieme

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Dopo la nascita di Paris io stavo sempre chiusa a Neverland con i miei figli mentre Micheal si spostava per ritirare i vari premi assegnategli.

Ogni volta che tornava a casa abbracciava i suoi bambini e giocava con loro ed erano veramente dei bellissimi momenti.

Nel 2002 era nato il nostro ultimo figlio, Prince Micheal II o più semplicemente Blanket.

Dall'anno successivo le cose avevano iniziato a prendere una brutta piega.

Micheal aveva invitato a casa sua un giornalista, che mi aveva intervistato nella mia unica unica intervista, e che era un poco di buono: Bashir.

Come per me Bashir aveva iniziato a torturare Micheal facendo domande su argomenti che pensavo fossero ormai sorpassati: la sua chirurgia estetica e la sua ossessione per i bambini. In quei momenti si vedeva che lui non ce la stava facendo più a sopportarlo e che rispondeva sempre con le sue solite risposte.

Nel gennaio del 2003 si era tenuta l'ultima intervista e un mese dopo era uscito questo documentario.

Quando noi lo avevamo guardato eravamo disgustati: Bashir aveva cancellato tutto quello che aveva detto Micheal! E addirittura lo aveva accusato di pedofilia contro un ragazzino che avevamo ospitato a Neverland! Ma come si può essere così stronzi!

Micheal era distrutto dall'intervista e non voleva ripassare quegli orribili momenti del '93:
Micheal:
<< No, non di nuovo! Io non ho fatto niente! Perché devono incolparmi di cose che non ho fatto?! >>
Io:
<< Bashir mi aveva intervistato ed era stato crudele pure con me. Ma accusarti di pedofilia è troppo! Io lo denuncio! >>

Ormai era troppo tardi e Michael era stato rimandato a giudizio e arrestato.

Dopo due anni lunghissimi di processo, in cui Michael stava sempre peggio, era stato assolto e non c'era stata gioia più grande.

Eravamo tornati a Neverland e avevamo passato tutto il nostro tempo con i figli.

Nel 2006 per i debiti non pagati avevamo dovuto chiudere Neverland per sempre e andare a vivere a Encino.

Non sapevo che era l'inizio della fine.

Da tantissimo tempo Micheal prendeva su mia somministrazione il propofol, anche se la prima volta ero stata incerta data la sua pericolosità ma tutti i suoi problemi si stavano ingigadendo e lui mi aveva pregato in lacrime di darglielo, e così tutte le sere glielo davo.

2009...il nostro ultimo anno insieme

Già da un anno lavoravamo sotto contratto della AEG che ci aveva affidato il medico Conrad Murray: io all'inizio mi ero opposta perché Michael aveva già un medico privato ma l'associazione era stata chiara e quindi io ero stata sollevata dal mio incarico.

Io non mi fidavo di Murray perché soltanto io sapevo qual'era la giusta dose di propofol da dare a Michael quando non riusciva a dormire e quindi ogni sera ero preoccupata per lui.

Il 5 marzo 2009 Michael aveva annunciato che avrebbe tenuto un ultimo tour di concerti prima di ritirarsi definitivamente dalle scene.

Ricominciare a ballare per me era stato davvero bellissimo e alle prove mi divertivo con lui.

Quei  momenti erano stati fantastici ma non sapevo che la fine era imminente.

Il 24 giugno sera eravamo tornati all'hotel dove alloggiavamo, mi ero fatta una lunga doccia e mi ero stesa tra le braccia di Michael.

Alle 10 Michael si era svegliato e aveva chiesto di Murray:
Io:
<< Tesoro che c'è? >>
Michael:
<< Dov'è Murray? Ho bisogno del latte >>
Io:
<< D'accordo te lo chiamo >>

Una volta che lo avevo chiamato lui era arrivato con il propofol e lo aveva iniettato nel braccio di Michael mentre questo si era addormentato serenamente.

Alle 14:10 mi ero svegliata e avevo notato un particolare piuttosto strano: Michael non respirava!

Nel panico più totale avevo chiamato il dottor Murray che aveva provato a rianimarlo mentre chiamavo i soccorsi.

Quando erano arrivati io ero salita sull'ambulanza mentre gli tenevo la mano:
Io:
<< Michael ti prego svegliati!! Ti prego!! Devi svegliarti!! Hai dei figli piccoli non li puoi lasciare soli!! Non mi puoi lasciare sola!! >>

Quando eravamo arrivati all'ospedale io mi ero messa a sedere su sedia nella sala d'attesa mentre calde lacrime solcavano il mio volto: " Non poteva essere morto! No! Ora si sarebbe svegliato e mi avrebbe preso tra le sue braccia baciandomi appassionatamente, doveva essere così!".

Dopo degli strazianti minuti era uscito un dottore:
Io:
<< Allora?! Ditemi che è vivo! >>
Dottor. Straker:
<< Ho una brutta notizia per lei: il signor Jackson è morto per un attacco cardiaco, mi dispiace >>

" Non poteva essere! No!!! Come è potuto succedere?! La colpa molto sicuramente era di Murray, lui aveva sbagliato la dose!! Che stronzo bastardo infame!! Che crepi all'inferno!!" questi erano i miei pensieri mentre le lacrime solcavano il mio volto.

Tutto ciò che amavo di più si era distrutto in mille pezzi e io avevo voglia di uccidermi per riunirmi con lui, questo era ciò che mi circolava in mente nei giorni precedenti al funerale.

Un sorriso che vale più di mille parole ( FUTURA REVISIONE ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora