Vi ricordate quando ho detto "Cosa potrebbe mai andare storto nel vivere con Clea?"?

Solite parole sante.

Clea mi aveva già accennato di avere un compagno, ma non pensavo fosse il capo di una gang e tantomeno che il suo migliore amico fosse quel maleducato che mi ha fatto cadere.

Non lo sopporto.

Mi guarda continuamente con sguardo circospetto come se mi dovesse giudicare e tutto ciò mi da sui nervi; sembra quasi divertito dalla mia presenza mentre altre volte sempre non apprezzarla.

La prima cosa che ho notato è la sua enorme figura; è magro ma muscoloso e probabilmente in una rissa avrebbe lui la meglio, come avevo già detto è molto alto e nonostante io sono alta uno e settantotto, mi sento estremamente bassa affianco a lui. Le sue mani maestose sono incredibilmente curate e caratterizzate da dita lunghe e nocche un po sbucciate, queste mani mi hanno sfiorata nell'ascensore e per poco non mi mettevo ad urlare.

Io, Clea, Aron e quel cretino abbiamo passato la serata sul divano con un po di birra e pizza a chiacchierare un po', anche se l'imbarazzo tra me e lui è palpabile. Eiji e gli altri non sono saliti; da quanto ho capito loro passano le notti a fare da guardia al palazzo per qualsiasi evenienza, come se dovessero prevenire qualche pericolo.

Chissà quale pericolo

"Posso farti una domanda?" mi chiede Aron cortesemente, quasi impaurito da cosa potrei rispondergli.
"Certo"
"Come mai ti trovi qui?" Immaginavo che qualcuno me lo avrebbe chiesto prima o poi, ma sarebbe stato meglio poi. Penso un attimo a come rispondere e tutti loro notano la mia esitazione. Mi giro per guardare Clea che mi rivolge un occhiolino come se fosse pronta a parlare al mio posto per non rivelare la vera motivazione del mio spostamento. Scuoto la testa impercettibile e le sorrido per farle capire che va tutto bene e questo movimento non passa inosservato al ragazzo dagli occhi nocciola, che continua a mangiarmi con gli occhi.

"Avevo bisogni di cambiare aria" dico solamente come risposi a Clea qualche giorno fa.
"E perché?" Questa volta è lui a parlare e sembra molto incuriosito. Non ci siamo mai rivolti la parola in tutta la serata se non al bar, ma continuiamo a mandarci occhiate fugaci e tutto ciò mi sta facendo diventare pazza; non mi piace stare al centro dell'attenzione e avere sei occhi addosso mi rende ancora più nervosa.

Smettila di farti tanti complessi e rispondi che sembri disadattata

"Non mi trovavo bene" mormoro persa in chissà quale mondo.
"E perché?" ripete con fare insistente e per poco Clea non si alza per tirargli un ceffone. Lo guarda in cagnesco e sono sicura che se Aron non la tenesse stretta a lui con un braccio sulle spalle, lo avrebbe già ucciso.

"Non penso siano affari tuoi" rispondo inviperita
"Ti ho già detto una volta di non parlarmi con quel tono" mi dice con fare da SoTuttoIo o SonoFighissimoVediDiStareZitta.
"Abbassa la cresta ciccio" mi sistemo meglio sulla poltrona per rivorgli tutta la mia attenzione. Non so precisamente chi si crede di essere ma con me non attacca.

"Che c'è? Tua madre non ti ha insegnato le buone maniere?"
Queste parole escono dalla sua bocca per deridermi ma arrivano al mio petto come una coltellata.

Tua madre non ti ha insegnato le buone maniere?

Questa frase si ripete all'infinito nella mia testa fino a farmi impazzire. Rimango zitta per qualche secondo cercando una buona risposta ma non riesco a comporre una frase di senso compiuto e notando il mio silenzio continua a parlare.

"Fammi pensare... Te ne sei andata perché non ti trattavano abbastanza da principessa?"
Il coltello che prima era entrato per metà ora è definitivamente dentro e se non esco da questa situazione potrei morire.

No, mia madre non ha avuto tempo per insegnarmi le buone maniere perché era troppo impegnata a scolarsi tutte le bottiglie di super alcolici che avevamo in casa e si non mi trattavano come la principessa che sognavo di diventare quando ero ancora ingenua e piena di desideri.

Vorrei tanto rispondergli così ma sento un enorme peso sul petto e mi gira la testa.

"Jasmine, va tutto bene?" mi chiede Clea avvicinandosi.
"Ma ti sembrano domande da fare Alec!" Gli dice Aron prima di dargli uno scappellotto sulla nuca "Sei un idiota"

Alec. Che bel nome per un cretino del genere.

"Jasmine?" Clea mi accarezza piano il braccio abbastanza preoccupata mentre Aron sembra in procinto di mettere le mani addosso ad Alec.

"Tranquilla Clea, ho solo bisogno di riposare" e così lascio il salone.

Non va tutto bene, mi sento male.

Mi sdraio di schiena sul letto e rivolgo il mio sguardo verso il tetto immacolato.

Questa casa mi dà così tanta tristezza; è troppo bianca per i miei gusti e mi ricorda troppo un'ospedale.
L'ultima volta che sono stata in un ospedale fu undici anni fa e le scene di quella notte rimasero impresse nella mia mente. Erano ormai ore che la mamma e il suo compagno litigavano ma dalle urla della mamma si poteva capire che la situazione stesse peggiorano, non ho mai saputo il perché di quella discussione ma ormai è futile come informazione.
Si sentí un tonfo e poi le urla cessarono.

Mi sentí sollevata nel pensare che avessero finito di litigare ma quando arrivai in cucina per assicurarmi che tutto fosse apposto dovetti ricredermi.

"Che è successo?" chiesi con voce flessibile.
"È svenuta. Va tutto bene, torna in camera"
"Non va tutto bene, aiutami!" cercai di avvicinarmi ma lui mi scaraventò a terra.
"Levati mocciosa" mi disse come se quella che facesse schifo in quella stanza fossi io.

Tornai in camera ma non per starmene zitta. Chiamai un ambulanza e denunciai anche quel pezzo di merda, ma quando arrivano i soccorsi mise in scena un teatrino che mi fece quasi vomitare.
Passò la notte in ospedale a piangere lacrime di coccodrillo per salvarsi il culo ma lui non sapeva che ormai la mamma aveva smesso di respirare.

Ci annunciaro il decesso verso le quattro del mattino e mai vidi così tanta falsità messa insieme. Lui scoppio in un pianto disperato mentre Rider cercò di confortarlo invano, due lupi travestiti da agnelli.

Io non piansi quella notte e non lo feci mai più.

Diventai un pezzo marmo e nemmeno quando River abusava di me piangevo. Gli piaceva vedermi soffrire e non gliel'avrei data vinta.

Mi addormento con quste immagini in testa e per poco non penso che è tutto solo un incubo.

Ma io tutto quel dolore l'ho vissuto.

***

Ecco il capitolo 4! Spero tanto che vi sia piaciuto e scusatemi per gli errori. A venerdi <3

How To Save A SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora