Appena ho messo piede fuori da quella casa ho iniziato a correre come una matta. Una scarica di adrenalina mi ha percorso tutto il corpo e un sorriso si è fatto strada sulla mia faccia; non mi sono mai sentita così libera e questa sensazione mi sta facendo impazzire. Rallento il passo perché sto iniziando a sentirmi stanca e sinceramente non so nemmeno dove sto andando.

Erano anni che pensavo di andarmene e finalmente ho trovato il coraggio per farlo. Appena ho avuto la possibilità di stare a casa da sola ho raccattato velocemente tutto quello di cui avevo bisogno e ho abbandonato la casa degli orrori. Me ne sono andata senza lasciare papiri in cui spiego il motivo della mia fuga perché tanto a nessuno sarebbe interessato. Nessuna lettera, nemmeno per mio fratello.
Da quando la mamma è morta lui è cambiato radicalmente; a casa non c'era mai e quando c'era faceva finta di niente.
Per anni ha ignorato le urla provenienti dalla mia camera e i miei lividi, come se niente di tutto ciò lo sfiorasse. Mi ha guardato tante volte con indifferenza e altrettante con odio. Ho sempre provato a farlo reagire ma tutto quello che ottenevo erano urla e spintoni; per questo ho deciso di lasciare anche lui nel passato.

Continuo a camminare osservando il tramonto da lontano senza sapere dove passerò la notte ma mi sento troppo bene per pensarci ora. Sto camminado da ormai quindici minuti e non mi rendo conto di quello che mi accerchia fino a che delle piccole goccie sfiorano la mia pelle.

Cazzo, sta piovendo.

Di tutto ciò che ti sei portata appresso per far pesare così tanto quel borsone, non hai pensato ad un ombrello?

Ma che ne sapevo io?!

Allungo il passo per cercare un posto dove potermi riparare ma a un certo punto vado a sbattere contro qualcosa di duro e mi ritrovo atterra, quando alzo gli occhi riesco a vedere un ragazzo moro alto circa due volte me. È molto muscoloso e se non fosse per la sua faccia arrabbiata direi anche che è molto bello.

Splendido volevi dire spero...

Sta zitta.

"Dovresti star attenta a dove metti i piedi" mi dice scorbutico dopo avermi squadrata per bene.
"E tu dovresti guardare davanti a te mentre cammini" rispondo a tono, sarai anche molto bello ma non mi faccio mettere i piedi in testa da te tesoro.
"Come scusa?" è sordo?
"Ho detto che..." cerco di spiegarmi ma mi blocca. "Ho capito benissimo" fa una pausa "Ma non permetto ad una ragazzina di rispondermi così".

Ho capito bene? Ma chi si crede di essere questo?

Scoppio a ridere sotto i suoi occhi marroni e il suo sguardo si fa ancora più incazzato.
"Ma chi ti credi di essere?" dico dopo essermi ripresa.
"Senti ragazzina non ho tempo da perdere con te, spostati" mi spinge e per poco non cado di nuovo. Lo vedo allontanarsi in tutta la sua altezza con passo deciso che farebbe cadere tutte ai suoi piedi.

Ma guarda te sto maleducato!

Zitta che stavi praticamente sbavando

Lascio in secondo piano la mia coscienza e mi incammino verso un posto per passare la notte, in tutto ciò sono letteralmente fradicia e il mio borsone bagnato pesa ancora di più. Stanca di camminare senza una metà mi infilo nel primo bar che trovo per riscaldarmi almeno un po'.
Il locale non è grande ma molto caloroso, da fuori sembrava peggio.
Mi siedo al bancone e lascio per terra il borsone. Una ragazza bionda munita di grembiule viene verso di me da dietro il bancone con un grande sorriso sulle labbra, è molto bella e i suoi occhioni azzurri esprimono molta allegria.

"Ciao! Cosa ti porto?" mi chiede con così tanta felicità che per qualche secondo mi scordo del perché mi trovo quá.
"Un thè, grazie"
"Non sei di questo quartiere vero? Non ti ho mai vista qua in giro"
"No, infatti"
"E come mai sei qui? se posso chiedere" me lo chiede con così tanta gentilezza che sarebbe impossibile negargli una risposta.
"Avevo bisogno di cambiare aria" rispondo dopo qualche attimo di esitazione, di certo non starò quá a raccontargli la storia della mia vita. Mi guarda per un po' e riesco a capire che vuole sapere di più.
"Ti trovavi male?"
"Abbastanza"

Voglio che questa conversazione finisca anche perché se dovesse chiedermi qualcosa di più intimo non saprei come reagire

"Mh ok" mi dice ancora non soddisfatta. Mi passa il mio thè e mentre lo lascio freddare mi concentro sul mio telefono dove noto due chiamate perse da Jacob; non ho proprio voglia di parlare ora e quindi spengo il telefono e lo metto nel borsone. Sento lo sguardo della cameriera bruciarmi addosso e la cosa mi infastidisce abbastanza, non capisco cosa abbia da guardare.

Ti guarda perché sei bagnata dalla testa ai piedi e sembri un ratto.

Oh, che carina che sei

"Sai percaso dove posso trovare un posto in cui passare la notte quá intorno?" chiedo il più gentile possibile.
"Dietro l'angolo puoi trovare un hotel"
"Un'altro posto che non venga a costarmi molto?" ripropongo ricordandomi di essermi portata appresso giusto cinquanta dollari e se dormissi in un hotel li spenderei tutti in una notte.
"No, mi dispiace" sbuffo alla sua risposta, ho programmato la mia fuga così in fretta senza nemmeno pensare dove andare dormire. Non so proprio cosa fare.

"Se proprio ti serve un posto dove stare, puoi rimanere da me"
"Cosa?" non è possibile, ho sentito male.
"Puoi stare da me se vuoi"
"No, non posso accettare" dico un po perplessa.
"E perché no?"
"Non ci conosciamo nemmeno"
"Come ti chiami?"
"Jasmine" non capisco dove voglia andare a parare.
"Piacere, io sono Clea. Ora ci conosciamo" mi dice mentre mi porge la mano. Quello che ha detto fa crescere un sorrisino sulle mie labbra che porta anche lei a sorridere.

Le stingo la mano continuando a sorriderle "Sei sicura Clea? Non vorrei distrurbarti" dico un po' esitante.
"Sono sicurissima. Vivo da sola e ho un stanza vuota dove potresti stare, un po di compagnia non fa male a nessuno" il suo sorriso si allarga così tanto da trasmettermi calore.

"Va bene, accetto" dico senza pensarci due volte. Infondo cosa potrebbe andare storto?

How To Save A SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora