Viktor mi diede uno schiaffo fissandomi negli occhi.
Il rumore di quello schiaffo risuonò in macchina.
Senza esitare si girò e tornò a guardare la strada come se nulla fosse."Non ti azzardare ad accenderti un altra sigaretta o ti butto tutto il pacco" Aggiunse rabbioso.
Ero impietrita, nemmeno mio padre si era mai permesso di darmi uno schiaffo, lui lo fece...
"VAFFANCULO" mi girai verso di lui e gli diedi un pugno sulla spalla con tutta la forza che avevo ma fu inutile.
Lui non si scompose di un centimetro e mi ignorò.La mia rabbia prese il sopravvento.
Volevo fargliela pagare ma non c'era alcun modo per farlo...
Lui non teneva a me e a nessun altro oltre che a se stesso...Cercai di ignorarlo.
Dopo pochi minuti posò la sua mano sulla mia coscia, il suo anello era freddo,lo osservai, rappresentava un teschio infuocato, mentre la sua mano era calda.
Iniziò a fare pressione con i polpastrelli e il pollice sulla mia pelle."Ahi, Viktor mi fai male, non mi toccare" Lo guardai cercando invano di levare la sua mano dalla mia coscia.
Era molto più forte di me...
Lo fissai con assoluto disprezzo...
Lo odiai con tutta me stessa..."Smettila di fare la bambina, il tuo atteggiamento mi preoccupa, non puoi continuare così!" Esclamò.
Si girò a guardarmi per un secondo e decise di mollare la presa." Perché? L'hai deciso tu?" Risposi fissandolo.
Lui non rispose.
Il resto del viaggio continuò in silenzio, Viktor non era certo l'uomo perfetto, non lo era mai stato...ma comportarsi così era davvero troppo...Il suo schiaffo mi fece paura.
Dopo minuti interminabili arrivammo all'ingresso del Campus, la fila era chilometrica.
Maledette matricole - pensai sbuffando.
Appoggiai la testa al finestrino sperando che la giornata finisse in fretta.Il grosso cancello di ferro battuto spalancato con inciso la scritta Harvard spiccava.
Chi avrebbe mai immaginato che sarei finita in uno dei college più prestigiosi.
Dove il 90% degli studenti provengono da famiglie ricche perché sono gli unici a potersi permettere realmente la retta universitaria da capogiro.E anche io rientravo fra questi, grazie a mio padre che si era fatto strada nel mondo medico, oltre per la sua bravura anche per varie amicizie, compreso il padre di Viktor.
Viktor mi guardò e si sporse verso di me per portami una ciocca di capelli dietro l'orecchio
"Ho esagerato Zara" disse mentre le sue dita passarono dai capelli alla mia guancia.Gli spostai la mano con freddezza.
"Non mi toccare, non l'hai mai fatto, se non per creare gossip,ora ti sei riscoperto empatico?" Risposi seccata e sdegnata."Senti ho esagerato okay, ma perché mi devi mentire? " Rispose Viktor fissandomi negli occhi...
"Te ne rendi conto? "Alzai un sopracciglio e chiesi seria."Cosa che dovevo partire prima? Si,ora arriveremo tardi a lezione o peggio ci salteremo la prima ora" Viktor si innervosí
e iniziò a picchiettare con le dita lo sterzo sbuffando.Scoppiai, la mia rabbia prese il controllo.
"NO CAZZOO...CHE MI TRATTI COME SE LAVORASSI PER TE! COME SE FOSSI LA TUA SEGRETARIA. NO ANZI LA TUA SGUALDRINA...FAI QUESTO...FAI QUELLO...PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO...RISPETTA LE MIE REGOLE...TI HO MENTITO E ALLORA? COSA VUOI FARE LICENZIARMI?? OPPURE DARMI UN ALTRO SCHIAFFO??
SECONDO TE PERCHÉ L'HO FATTO?? " Urlai sbattendo i pugni sul cruscotto della sua macchina.
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Angelus Glaciei
Romance[IN CORSO] Zara cinque anni fa scappò da Roma, senza lasciare tracce per abbandonarsi alle spalle i frammenti di ricordi e il dolore lancinante, per andare a vivere a Scituate, dal padre. Il motivo fu la morte di sua madre, una vita stroncata prem...