Capitolo 7 - Gita in barca

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"FARE CHEE? " Urlai sconcertata.

" Dire a tuo padre che stiamo insieme." Rispose Viktor guardandomi stranito.

Scoppiai a ridere.
" Di che cazzo ti droghi? " Sbottai pensando fosse sarcastico.

"Eddai, sei pazza di me. Mi spogli con lo sguardo " Disse Viktor avvicinandosi vertiginosamente.

Si morse il labbro inferiore e mi fissò negli occhi.

Dovevo resistergli e non cedere.

Scoppiai a ridere nuovamente nervosamente.

"Spogliarti con lo sguardo?? Fino a prova contraria sei tu quello che vuole dire a mio padre che stiamo insieme. Io non ti voglio ma tu sì. Non sopporti che qualcuno ti dica no, che ti resista. Nessuno ti resisterebbe, nessuno tranne me. Accettalo " Dissi fissandolo negli occhi con sguardo di sfida.

Viktor contrasse la mascella e mi passò accanto aprendo la porta.

"Vedremo" Disse con un filo di voce sogghignando.

Uscì da casa mia andando verso la sua macchina.

Alzai gli occhi al cielo.

"Dio come sono stufa di te" Esclamai ad alta voce sperando che mi avesse sentito.

Stavo uscendo matta con lui fra i piedi...

In quel momento mi si accese una lampadina. Come un fulmine a ciel sereno, un idea mi aveva invaso la mente.

" Lo devo ripagare con la stessa moneta. Fargli provare quello che lui fa provare ogni giorno a me, usarlo con arroganza. Diventare la sua versione femminile" Pensai uscendo da casa mia.

Mi richiusi la porta alle spalle.

Notai che mio padre aveva finito di caricare le ultime cose e aspettava me seduto in macchina parlando amichevolmente con Nora.

Mi avvicinai a lui con passo veloce e deciso, gli dissi dolcemente sorridendo.
"Per non state troppo stretti vado in macchina con Vik"

Mio padre smise di parlare con Nora e mi fissò stranito cercando di capire.

"Vik?... Okayy...Posso chiedere spiegazioni o evito?" Esclamò sottovoce.

Gli feci segno con la testa di evitare di chiedermi spiegazioni, lui alzò le braccia in segno di resa.

" Non potevo avere una figlia con una relazione normale da ventenne? " Disse mio padre ad alta voce sbuffando.

Gli feci un cenno con la mano.

"Ci vediamo al porto" Dissi andando verso la macchina di Viktor.

Mia nonna dal finestrino mi face il pollice in sù, in segno di approvazione ridendo.

Salí in macchina e mi allacciai la cintura.

I sedili di pelle marroni scottavano, appiccicandosi e formando un tutt'uno con la mia pelle.

- Come odio starci seduta con il caldo - Pensai continuando a muovermi freneticamente sul sedile cercando di scollarmi.

Mio padre uscì dal vialetto di casa nostra alberato e imboccò la stradina sterrata verso il porto.

Viktor appena davanti l'uscita del vialetto di casa mia fermò la macchina e si girò di scatto a fissarmi.

"A che gioco stai giocando? " Mi disse schietto e irritato continuando a fissarmi negli occhi.

Iniziò a picchiettare le dita sullo sterzo di pelle e respirare rumorosamente.

"Quale gioco Vik?" Dissi sporgendomi verso di lui con sguardo malizioso.

Angelus GlacieiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora