Don't wanna let you know
I don't wanna be alone.~*~
14/02/1980
Capitolo due.
Tutto succede per una ragione.
Ritornando al drammatico giorno di San Valentino del nostro quinto anno, quello in cui per la prima volta ho chiesto a tua madre di andare ad Hogsmeade in modo più o meno serio - inconsapevolmente, parliamoci chiaro, non avevo ancora idea della cotta stratosferica che mi ero preso - mi chiedo in quale modo io sia riuscito a far finire la giornata in maniera così disastrosa. Ora esporrò i fatti.
"Uno scotch doppio" disse Harry distrattamente la cameriere, che era appena arrivato al loro tavolo. Lui annuí, trascrivendo l'ordinazione sul suo block notes, poi si girò a guardare Malfoy.
Harry si chiese come fosse possibile che la gente continuasse i loro semplici lavori quotidiani, senza curarsi del fatto che l'impossibile era appena successo, e il mondo sarebbe finito di lì a poco. La situazione era così ridicola che stava pensando di chiedere al cameriere di avvelenare il suo scotch o qualunque cosa avrebbe preso Malfoy, e scambiarli così che non avrebbero saputo fino alla fine quale dei due era letale. Harry non avrebbe potuto sentirsi in colpa per la sua morte nemmeno un po', e in caso fosse stato lui stesso a morire - be', sicuramente la Gazzetta del Profeta aveva già un'edizione speciale pronta per il giorno in cui sarebbe tragicamente morto giovane. Andava bene così, poteva accettarlo.
"Un Whisky Incendiario" disse Malfoy invece con tranquillità, appoggiando gli occhi in quelli del ragazzo e interrompendo i sogni di Harry di morire in quel preciso momento per scampare all'imbarazzante conversazione che stava per avvenire.
Il cameriere aggrottò le sopracciglia e fece per ribattere qualcosa, ma Harry lo precedette con un sospiro. "Prende quello che ho preso io, grazie" con aggiunta di cianuro, suggerì la sua mente. Ma non lo disse.
Quello li guardò entrambi con crescente confusione, ma non ribattè. Malfoy gli lanciò un'occhiataccia, che Harry fece del suo meglio per ignorare - era stato proprio lui, una decina di minuti prima, a suggerire di andare in qualche posto dove nessuno li conosceva. Harry l'aveva portato in un piccolo bar babbano non molto distante, e non sembrava nemmeno molto a disagio - era sempre stato bravo a dissimulare quello che provava - ma Harry aveva notato la piega rigida delle sue spalle, e il modo in cui guardava con sufficienza tutto quello che lo circondava. Più del solito, almeno. "Così..." iniziò Harry, deglutendo, tenendo gli occhi ostinatamente puntati sul tavolo. "Così siamo andati a letto insieme"
Malfoy fece un verso sommesso, a metà tra l'incredulo e l'indignato. "Tu si che sai come rompere il ghiaccio, Potter. Un'altra qualità da aggiungere alla lista"
"Non c'è nessuna lista" borbottò Harry, irritato. E se ci fosse, lo scegliere persone decenti da portarsi a casa sarebbe in fondo, aggiunse una parte sarcastica nel fondo del suo cervello.
"Hai fatto qualcosa ai capelli, Potter?" chiese Malfoy, riducendo i suoi occhi grigi a due fessure divertite.
Harry alzò gli occhi al cielo. Si era lasciato crescere i capelli, effettivamente, che ora ricadevano in ciocche disordinate e più riccie del normale attorno al suo viso. Sbuffò. "Ma che ti importa, Malfoy?"
"Oh, nulla. Sono più ridicoli del solito" disse distratto, come se quella fosse una cosa di vitale importanza da fargli notare.
Harry alzò gli occhi al cielo, ringraziando dentro di sé il cameriere che aveva portato loro le ordinazioni. Malfoy scrutò con aria sospettosa il contenuto del suo bicchiere, e si rilassò solo quando Harry prese un sorso dal suo.
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Golden. ||Drarry ff
ФанфикIn un futuro in cui Harry, a ventuno anni appena compiuti, trova il coraggio di trasferirsi a Grimmauld Place, la casa che gli ha lasciato Sirius in eredità. E dove, rovistando nella sua camera, trova il diario di suo padre. E tra i ricordi della vi...