Capitolo 16 -Mi devo arrendere?-

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Capitolo 16 


-Mi devo arrendere?-


Nathan arrivò a casa mia verso le quattro e mezza del pomeriggio lamentandosi subito del fatto che stufo di pedalare in bicicletta. Era anche tutto sudato e affannato, manco avesse corso chilometri e chilometri

Gli consigliai allora di prendere la patente di giuda, ma lui mi rispose che non aveva assolutamente voglia di farlo. Scossi la testa e decisi di non rispondergli e di non dare il mio punto di vista negativo, la sua pigrizia batteva quella di Dybala.

Però, che gli chiesi se si volesse dare una rinfrescata, e lui accettò dicendo che puzzava come un cammello nel fango. Gli prestai una maglietta semplice nera di due taglie più grandi di me, che avevo acquistato per un mio capriccio personale.

Non potei dargli nulla a parte la maglia, non avevo jeans o pantaloni della sua taglia, e tanto meno avevo l'intimo per lui. Però in compenso gli potei prestai un paio di calzini bianche (le avevo acquistato per mio padre, che lui dimenticava sempre si prendersi).

Quindi, andò a farsi una lavata veloce,mi raccomandai di dirgli di mettere i vestiti sporchi direttamente in lavatrice e nel mentre pensai alle domande da fargli per primo. Non sapevo se dovevo partire leggera o andare direttamente al punto della questione.

Sicuramente volevo chiedergli se avevo qualche speranza con lui, e se si sentisse ancora con la sua ex ragazza Eleonor. Avevo bisogno di saperlo, non volevo continuare ad illudermi in un niente, volevo anche andare avanti, ma volevo anche una sua risposta.

Comunque, dopo dieci minuti Nathan ritornò da me, tutto lavato, asciugato e profumato e subito di mise a giocare con Dybala. Aveva delle doti con i bambini e con gli animali lui, subito si faceva voler bene perché aveva il cuore puro.


«Comunque, mi piace il tuo bagno: è così luminoso e pulito.» Disse Nathan, giocando con Dybala.

«Hahaha me lo dicono tutti.» Confermai, ridendo.

«Quindi, fai venire spesso gente a casa tua?» Mi chiese lui, curioso.

«Solo chi ha importanza per me. Viene la mia famiglia, alcune delle mie colleghe, Liam e Danielle e Louis con sua nonna.» Risposi, onestamente.

«Interessante... e quindi loro apprezzano il tuo bagno.» Disse, leggermente divertito.

«Il bagno, il balcone e il corridoio.» Elencai.

«Bè, la mia opinione vale di più.»

«Mhm... vorrà dire che nel mio testamento dirò di lasciarti in mano tua la mia casa.» Lo presi in giro.

«Ci sto!» Esclamò.

«Bene, domani aggiornerò il mio testamento allora.» Risi.

«Allora Shiver, perché mi hai fatto venire qui?» Chiese, cambiando discorso.

«Credevo che ti facesse piacere la mia compagnia.» Risposi, divertita.

«Ovviamente... ma so che c'è qualcosa sotto.» Disse, sospettoso.

«Hai ragione.» Confermai.

«Dunque, di cosa si tratta?» Mi chiese Nathan.

«Volevo farti qualche domanda.» Risposi, facendomi seria.


Nathan mi fissò per niente stupito o sorpreso di ciò che avevo appena pronunciato, era come se già sapesse qualcosa al riguardo. Come se sapesse che stavo per fargli delle determinate domande, quelle domande che volevo tanto fargli da tempo ormai.

Let It Be (Sequel of The Missing Part)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora