Nina aprì gli occhi dopo una nottata non troppo facile; non si era ancora abituata al letto dove dormiva a casa di Dafne e Mia non era di sicuro una delle bambine più calme mentre dormiva e quella caratteristica non l'aveva presa sicuramente da lei che quando si metteva a dormire, non cambiava posizione fino alla mattina dopo quando suonava la sveglia. Almeno un paio di volte a notte si ritrovava Mia fin troppo attaccata a lei e nonostante non le dispiacesse dormire con la figlia, averla addosso per la maggior parte delle ore non era sicuramente il massimo.
Dormiva a malapena da un paio d'ore eppure il momento di alzarsi era già arrivato. Da quando aveva rivisto Paulo non era più riuscita a dormire serenamente come prima, si distendeva e iniziava a pensare, a ragionare e il sonno passava completamente. A metà notte si alzava e andava in cucina a bere un bicchiere d'acqua e puntualmente Dafne la raggiungeva dopo qualche minuto, si facevano una chiacchierata e l'argomento era ovviamente uno solo, che la tormentava di continuo da ormai più di una settimana.
Nina si alzò dal letto, il sole stava sorgendo a poco a poco e lei ne approfittò per appropriarsi del bagno prima di accompagnarci Mia per aiutarla, ma soprattutto prima che se ne appropriasse Dafne che ci avrebbe messo almeno tre quarti d'ora prima di uscire e presentarsi a colazione. Nina si fece una doccia velocissima evitando di lavare i lunghi capelli biondi che ci avrebbero messo un secolo prima di asciugarsi. Uscì dopo mezz'ora e tornò in camera per vestirsi prendendo dalla valigia un paio di jeans e una maglia piuttosto leggera da abbinare ad un giubbetto di jeans.
Dopo aver preparato tutti i vestiti da mettersi, si avvicinò a Mia e le lasciò un bacio sulla fronte sorridendo subito dopo per la smorfia della bambina. -Amore, è ora di alzarsi...- sussurrò appena prima che lei mugugnasse qualcosa di incomprensibile. -Dai che oggi è il primo giorno di scuola...- disse ancora Nina prima di lasciare un altro bacio sulla fronte della figlia che aprì gli occhi per la prima volta.
Mia sorrise leggermente e tese le braccio verso il collo di Nina per abbracciarla e questo le fece sciogliere il cuore. Nina era l'unico genitore che Mia aveva mai avuto, era stata anche un padre per lei ed era sicuramente una madre fantastica. La ragazza aiutò la bambina a lavarsi e a vestirsi per poi andare a prepararle la sua colazione preferita. Da quando Mia aveva conosciuto la Nutella non era più stata in grado di staccarsene e se fosse stato per lei l'avrebbe mangiata anche a pranzo e a cena, oltre che a colazione e a merenda.
Uscirono di casa a malapena mezz'ora dopo e andarono insieme alla fermata dell'autobus che le avrebbe portate davanti alla nuova scuola di Mia. Si sedettero sugli unici due sedili liberi dell'autobus e per Nina era stata una sorpresa trovarne di liberi, a quell'ora della mattina era pressoché impossibile dato il gran numero di persone che usavano i mezzi pubblici per andare a lavorare.
Nina osservava la figlia guardare dal finestrino dell'autobus che andava per le strade della città e si perse ad osservare i suoi occhi più chiari del solito, le accarezzò piano i capelli legati in una piccola treccia bionda, ma la bambina non scostò lo sguardo dal finestrino. Quando Nina rialzò lo sguardo, si accorse di dover scendere alla fermata subito dopo così si alzò dal sedile prendendo per mano Mia che le sorrise subito dopo.
-Mamma, mi vieni a prendere tu dopo?- le chiese Mia una volta fuori dalla porta della sua nuova classe. Nina le sorrise e si abbassò per guardarla negli occhi. Erano tanto simili quanto diverse, a lei avevano sempre raccontato che quando andava all'asilo piangeva sempre perché non voleva rimanere da sola e a Mia, invece, sembrava piacere l'idea che sarebbe rimasta da sola di lì a pochi minuti con i suoi nuovi compagni.
La bambina rivolse per un attimo lo sguardo dentro la classe che la stava aspettando, piena zeppa di bambini che stavano giocando tra di loro. Notò un gruppo di bambine intente a disegnare e a colorare, un altro gruppo di bambine stava giocando con la cucina delle Barbie e quasi sorrise a vedere tutti quei giocattoli e quelle bambole che lei non aveva avuto. Quello che veramente Mia notò, però, fu un bambino seduto su un tavolo tutto solo, intento a disegnare qualcosa su un foglio già pieno di altri scarabocchi; aveva un'espressione seria, imbronciata, quasi come a chiedere che qualcuno gli facesse compagnia.
STAI LEGGENDO
Baciami ancora.
Fanfiction"Un bellissimo spreco di tempo, un'impresa impossibile" Quale frase avrebbe saputo descrivere meglio la storia di Nina e Paulo? Forse tutte e forse nessuna. Già, perché quella è diventata la loro frase. Quella che ti fa battere il cuore e sentire i...