cap 3

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Oddio devo studiare così tanto che mi stavo dimenticando di postare il capitolo😂😂

Attraversarono velocemente la via  Boulevard Masséna, fino ad arrivare all'edificio prestabilito. Fecero un respiro profondo prima di aprire la porta in legno di ciliegio.

Si presentò ai loro occhi una grande sala piena di scartoffie e computer. Arrivò una signora con gli occhiali fuori moda e i capelli raccolti in una crocchia ordinata

«In cosa posso esservi utile?»

«Cerchiamo...emmm una persona?» mormorò Marinette impanicata

«Beh non sarebbe meglio la polizia?» bofonchiò la donna aggiustandosi gli occhiali

«Sto cercando mio padre, sono passati diciassette anni e vorrei sapere se.. è ancora vivo»

«Oh ragazzo, seguitemi» la raggiunsero fino ad una scrivania piena di tazze, appunti e penne di ogni genere.

« Questo è il certificato di nascita»

«Perfetto» la donna si avvicinò al computer iniziando a cercarlo sul database

«R...k...c..Oh eccolo qui Vediamo...allora, oh figliuolo! Risulta ancora vivo...e la residenza, beh non è molto lontana da qui»

Marinette si girò contenta guardando Luka, non l'aveva mai visto così shockato in tutta la sua vita. Collo rigido, braccia tese e pugni chiusi.

«Grazie signora, beh noi andiamo...Luka?»

Il ragazzo si risvegliò come da un coma e ringraziò anch'egli la donna

«Stai bene?»

«Non ne sono sicuro, vado a casa, prima però ti accompagno» per tutto il tragitto non biascicarono neanche una parola. Quando arrivarono alla pasticceria Dupain, Luka le sorrise impercettibilmente, le passò la borsa e si avviò verso casa. Marinette avvisò i suoi del suo ritorno e corse in camera, per poi buttarsi a peso morto sul letto. Wow le aveva comprato un vestito! E quella frase con quell'espressione indecifrabile le lasciava ancora la gola secca. In effetti era tutto così strano, era sempre stata abbagliata da Adrien perché preoccuparsi degli altri? In realtà non era mai stata così inconsapevole di Luka, non ci voleva una stupida per capire che lui sarebbe stato un perfetto sole per qualunque ragazza. La sua creatività, il suo saper ascoltare gli altri, le battute o i gesti ma anche una perfetta luna per il suo lato pensieroso coperto dal mistero, la magneticità dei suoi occhi, tutto ciò che lo rendevano così...speciale. Forse quelle parole aveva smontato l'idea che aveva di Adrien, forse si era accorta di altro. Era troppo confusa al momento, cercò di chiudere gli occhi sentendo per l'ultima volta il suo respiro di menta prima di assaporare il tepore del sonno.

Luka decise di farsi un giro per schiarirsi le idee. Merda, suo padre era ancora vivo. Cosa avrebbe dovuto fare? Chiedere risposte a sua madre, dirlo a Jule? Decise di seguire il suo cuore e lasciarsi andare per quelle stradine conosciute in tutto il mondo. Si ritrovò in un parchetto in periferia, non era molto curato, però si sentiva a suo agio. Raggiunse una panchina libera e ci si sdraiò. Doveva andare a vedere se viveva ancora nell'appartamento, ma senza Marinette. Voleva affrontarlo da solo, faccia a faccia. Era stato uno strano pomeriggio. Per forze più grandi di loro si erano avvicinati come non lo erano mai stati. Era consapevole di non essere del tutto "inesistente" agli occhi di Marinette. Quando era con lei aleggiava sempre una strana tensione, cose se l'aria si fosse elettrificata. Non poteva però lasciarsi andare ai suoi impulsi, Marinette l'avrebbe odiato e non meno importante non era lui quello al centro delle sue attenzioni. Un po' giù di corda si alzò per tornare a casa.

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Era passata una cazzo di settimana, ma dove era finito? Non le aveva più scritto, non l'aveva chiamata, niente. A scuola andava sempre peggio, ormai Lila le stava mettendo contro anche i suoi amici più cari. Una cosa positiva e inaspettata però successe, un po' ironica certo, ma aveva iniziato a vedersi con Kagami e Chloé. Si sentiva stranamente a proprio agio. Tutte e tre avevano capito che tipo fosse Lila e avevano deciso di unirsi per allontanarla da Adrien. Kagami oltre al suo carattere impulsivo era una brava ragazza, sempre a proteggere chi le stava a cuore. Chloé...beh era sempre Chloé, con i suoi lati negativi e positivi, aveva però messo da parte i suoi insulti per Marinette e quest'ultima lo aveva decisamente apprezzato. Erano uno strano trio, però funzionavano.

«Marinette posso farti una domanda?»

«Certo Kagami»

Ormai si incontravano quasi tutti i giorni per bere un thè insieme in una delle caffetterie parigine.

« È successo qualcos'altro?
Intendo...oltre a...»

«Tranquilla, il suo nome non è tabù però si... è successo qualcosa, ma non con lui»

Brevemente spiegò la storia di Luka tralasciando qualche dettaglio che avrebbe voluto conservare privatamente.

« Oh beh...Luka è quel ragazzo che si veste di blu?» disse facendo per un attimo una faccia disgustata ricordando il suo outfit

«Si Chloé» rispose sorridendo. Sapeva quanto detestava le persone che erano vestite male, a lei però piaceva come si vestiva, lo rendevano più lui.

« È stato molto gentile, mi dispiace che abbia scoperto una cosa del genere solo ora» intervenne la schermitrice girando il cucchiaino nella pregiata fragranza giapponese.

«Ma è vero che non lo senti da una settimana? Non è ora di farti viva?»

«Fose hai ragione. Vi dispiace se vado via prima?»

«Tranquilla Marinette, io e la mora troveremo qualcosa di cui parlare»
disse mentre si misero a ridere.
Marinette si alzò per poi pagare la sua parte e raggiungere la liberty. Ripensandoci voleva proprio tirargli uno schiaffo a quel chitarrista. Arrivò una notifica però che le gelò il sangue, Papillon aveva deciso di tornare e la nuova vittima non era altri che Luka. Fece uno scatto per tornare a casa e ridiventare ladybug dopo quasi un mese.

«Spero che tu abbia una risposta soddisfacente Marinette»

«Scusa Tikki, ti racconterò tutto, ora però c'è Luka da salvare».

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Dopo essere tornato a casa aveva deciso di non dire niente, fece una lunga doccia calda e si sdraiò sul letto guardando il soffitto. Ci sarebbe andato il giorno dopo. 
Suonò una, due, tre volte ma senza ricevere risposta allora provò all'appartamento di fianco da cui uscì un signore sulla sessantina con un gilet decisamente fuori moda.

«Scusi se la disturbo, ma il signor Couffaine vive qui?»

«Oh no, già da molti anni, però continua a pagare l'affitto»

«Capisco...grazie comunque»

Diede un'ultima occhiata alla porta per poi scendere dalle scale in marmo. Non voleva essere trovato, questo era sicuro, perché pagare l'affitto di un appartamento in cui non si vive? Era ricco?
Ormai era diventato un pensiero fisso che lo corrodeva da dentro, l'unica soluzione era chiederlo ad Anarka, l'avrebbe ferita? Probabilmente, ma voleva la verità.
Aspettò qualche giorno, voleva coglierla nel momento giusto.

Si alzò dal letto per poi chiamare la madre in camera sua e chiudere la porta in modo che non scappasse.
«Che succede Luka?» chiese preoccupata notando le gambe incontrollabili del figlio

«Voglio la verità» rispose secco

«A cosa ti riferisci?»

«Ho trovato una lettera» sputò infastidito

Anarka spalancò gli occhi «Quel bastardo!»

« Perché non me l'hai mai detto cazzo! Ho un padre! Ed è vivo!!!» urlò alzandosi

«Eri piccolo...i-io non volevo farti sapere che era un ingrato, tu lo adoravi!»

«Ho diciannove anni! Ho vissuto per diciassette anni con il pensiero che mio padre fosse morto. Juleka non l'ha neanche mai visto!»

«Sarebbe stato... complicato» mormorò avvilita

« Perché? Sono proprio curioso» replicò acidamente.

«Beh...» soffiò guardando la parete proprio sopra al porta plettri.

Lui seguì il suo sguardo «No! Dimmi che stai scherzando! Ti prego...» disse terrorizzato con le lacrime agli occhi. La madre lo guardò dispiaciuta annuendo. C'era una sola cosa al di sopra di quello scaffale, un poster, ma non uno qualunque, era del suo cantante preferito. L'unico ed inimitabile Jagged Stone.

Massì usiamo un po' di teorie uscite da desperada. È per questo che servono le FF no?😂

Rainy song#LukanetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora