cap 10

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«Abbiamo combattuto per tre anni, lo so e probabilmente avrei continuato se...»

«Se?»

«Non fossi stato raggirato. Tutto è cominciato da quel concorso. È riuscita a copiare la mia firma e ad architettare tutto. Mi ha rubato da sotto il naso il miraculous della farfalla. Per lo meno non conosce ciò che so io sui miraculous.»

«Sta parlando di Lila vero?»

Gabriel parve sorpreso per un momento, ma tornò velocemente alla sua espressione impassibile «Si, tutto è cominciato tre anni fa, abbiamo stretto un'alleanza, si è avvicinata a mio figlio cercando di allontanare una certa Marinette che avrei akumizzato, era la preda perfetta, ma non c'è l'abbiamo fatta. In qualche modo è riuscita a raggirarmi»

A sentir pronunciare il suo nome un brivido le corse lungo la schiena, doveva però rimanere tranquilla, non conosceva la sua identità.

« Perché ha deciso di dircelo adesso?»

«Era da qualche giorno che volevo farlo, ma dovevo aspettare un'akuma o non sarei mai riuscito a trovarti. Lila va fermata, anche se non sono il migliore esempio immagino»

«Perché l'ha fatto?»

«Per mia moglie, un miraculous danneggiato l'ha fatta ammalare, ed ora è in coma. Neanche Adrien ne è a conoscenza. La stessa cosa stava per succedere alla mia segretaria, ma sono riuscito a salvarla appena in tempo. I vostri miraculous mi avrebbero permesso di esprimere un desiderio, con il passare del tempo però sono stato accecato dal potere. Volevo smettere ma non ce la facevo, quando Lila me l'ha portato via sono tornato lucido, per questo motivo ora voglio aiutarvi» nella sua maschera senza sentimenti, gli occhi lo tradivano. Erano vulnerabili a tutto quello che gli era successo. Non erano gli occhi di un uomo cattivo.

«Non possiamo ancora fidarci di lei, ma questo è un grande passo. Ne riparleremo un'altra volta...lei deve parlare con suo figlio ora. Ha bisogno di spiegazioni»

«Lo so. Mi dispiace per tutto quello che ho fatto»

«Lo so. Arrivederla signor. Agreste»
Insieme al suo compagno, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo, uscirono tornando a casa.

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Sapeva che doveva parlare con suo padre, prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Perché l'aveva fatto? Perché non gliel'aveva mai detto? Era sempre stato tenuto all'oscuro di tutto. La sua adolescenza l'aveva trascorsa da solo per la sua protezione, quando il più grande pericolo si trovava proprio vicino a lui!
Voleva risposte, le esigeva!
Trascinandosi per le strade quasi deserte tornò a casa verso sera.

«Adrien...»

«Padre.»

«Dobbiamo parlare»

«Ah sì? E di cosa? Di come mi hai lasciato allo scuro di tutto?»

«Seguimi»

Andarono verso lo studio di Gabriel, quest'ultimo si mise davanti al dipinto di sua moglie.

«Vieni qua Adrien»

Il figlio rimasto perplesso lo seguì. Gabriel con le dite spinse sui bottoni nascosti che attivarono la botola.
Adrien era arrivato in quel covo... l'avevano cercato così tanto! Ed era in casa sua! Non ci poteva credere.

« Perché non me l'hai mai detto!?»

«Ci ho provato Adrien, ma ogni volta non ce la facevo...per lei» il suo sguardo guardava lontano. C'era un'enorme stanza oltre a quella. La luce era soffusa e i muri erano colorati dai riflessi delle piante.

Rainy song#LukanetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora