CAPITOLO IX

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Il profumo del caffè riempiva già l'aria quando scesi le scale per andare in cucina. Tarja e Joshua dormivano ancora sui divani del salotto, sistemati all'ultimo da mia nonna per accogliere al meglio gli inaspettati ospiti.

Nonostante la luce che filtrava attraverso le tende arancioni, i due non davano l'impressione di volersi alzare, per cui mi incamminai deciso verso la cucina dove i miei nonni mi aspettavano svegli da un pezzo.

La tavola per la colazione era già imbandita con ogni ben di dio, l'abitudine di viziare gli ospiti è stata trasmessa a mia madre che, alla prima occasione, tirava il meglio di sé per stupire i nuovi arrivati. Plumcake, crostate e mini muffin erano posti al centro del tavolo, anche se la mia attenzione finì proprio sulle Pulla, delle mini brioches arrotolate ed aromatizzate al cardamomo, una specialità finlandese. Solitamente mia nonna le preparava nel periodo natalizio, come da tradizione, ma in fondo quella era un'occasione speciale.

Tutto era ordinato e preciso, i cucchiai e i mestoli erano scrupolosamente attaccati al muro adiacente la finestra che dava sul giardino.

Mio nonno nella stagione estiva aveva l'abitudine di curare in modo maniacale il giardino, uscendo presto di casa per annaffiare le piante, ma l'abbondante pioggia autunnale dei giorni scorsi regalava un po' più di serenità su quel fronte.

Ci trovavamo in un piccolo quartiere residenziale in cima ad una collina, con la vista sulla valle ed il bosco circostante. Per raggiungere la casa si passa per uno stretto vialetto che, nel periodo delle fitte nevicate, richiede una costante manutenzione e un lavoro extra di pale e, a volte, spazzaneve.

Nel complesso la quiete e il silenzio che si trovava in quel posto non l'ho mai trovata da nessuna parte. Inoltre il focolare domestico dei miei nonni mi faceva sentire comunque a casa, anche a chilometri e chilometri di distanza.

I sorrisi che mi accolsero appena mi sedetti a tavola erano i soliti calorosi sorrisi di un nonno emiliano e una nonna finlandese con il cuore latino. Da loro non mi sono mai aspettato di più di ciò che sono sempre riusciti a darmi: ospitalità, conforto, supporto e tanto, tanto affetto.

Non servivano molte parole per capirci, da uno sguardo ci capivamo subito, soprattutto con mio nonno. Appena lo misi a conoscenza del mio progetto di andare in Marocco facendo il "giro largo" fu colto da un improvviso entusiasmo che, a detta di mia nonna, a momenti lo catapultava fuori dalla sedia.

La comprensione non mi è mai mancata dal loro lato, un po' meno dal lato genitoriale, anche se non mi è stato fatto mai mancare nulla. Per questo ero davvero felice di trovarmi lì.

Quella mattina ero particolarmente affamato, complici anche le colazioni non propriamente nutrienti che mi arrangiavo in ostello. La vita in Finlandia, così come in tutto il Nord-Europa, è particolarmente cara; così, per i viaggiatori low-cost come me, la soluzione era spesso fare di necessità virtù ed ingegnarsi al massimo per risparmiare qualche euro a fine giornata senza patire troppo la fame.

Ogni tanto del salmone affumicato, altre volte del prosciutto cotto di seconda scelta; bisognava alternare, e molto spesso le "seconde scelte" si ripetevano più e più volte.

Appena addentata la Pulla le mie papille gustative erano in festa, il pane secco e la marmellata senza zucchero dei giorni precedenti erano ormai solo un vago ricordo e per qualche attimo mi pentii per il futuro a cui avevo scelto di andare incontro.

«Allora Andrea, cosa ci racconti, che programmi avete in questi giorni?» mi chiese mio nonno mentre leggeva il giornale.

«Non saprei, Tarja voleva passare dalla sua famiglia oggi se non ricordo male, e Joshua starà con me fino a domenica sera che poi torna ad Helsinki» risposi agguantando un'altra Pulla.

Iperbole, la nascita di una canzoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora