Harry corse fuori dalla stanza. Draco. Doveva trovare Draco. Sapeva che la McGranitt lo aveva condotto in infermeria, così si diresse a passo svelto, convinto di trovare Draco disteso a lamentarsi su uno di quei letti.
Non appena arrivò dinanzi alla porta si fermò a riprendere fiato, appoggiando il braccio destro alla parete dura. Solo allora sentì una fitta di dolore pervadergli tutto il corpo e si ricordò del profondo taglio che gli squarciava l'avambraccio.
Distolse l'attenzione dal taglio e si diresse nel lungo corridoio, quando vide Madama Chips.
- Buonasera, Draco è qui? Sta bene?-
- Buonasera signor Potter, il suo amico non è qui- il suo tono era un po' stizzito, - Neanche il tempo di effettuare un controllo appropriato che è corso via per raggiungerla!-
- Oh... Capisco... Beh, grazie!- Harry fece per andarsene quando fu inchiodato al posto da Madama Chips.
- Dove ha intenzione di andare? Necessita di una fasciatura quel taglio! E dovrebbe rimanere qui sotto osservazione- lo rimproverò.
- No, sul serio, sto bene. Certo, se potesse fermare il sangue in qualche modo andrebbe meglio, ma non posso perdere tempo- già, non poteva perdere altro tempo. Draco era corso da lui, ma quando uscì non c'era, significava forse che aveva sentito tutto e avrebbe potuto fraintendere. Doveva trovarlo e dargli delle spiegazioni.
- Forza, signor Potter, si sieda- con pochi semplici gesti la ferita fu disinfettata e bendata con dovizia. Madama Chips gli diede anche un antidolorifico, poi uscì in fretta.
Fece mente locale pensando a dove potesse essersi cacciato Draco. Pensò di trovarlo con la Mappa del Malandrino, ma non voleva tornare nel suo dormitorio, avrebbe trovato tutti i compagni pronti ad interrogarlo sull'accaduto.
Si fermò accanto ad un arco che dava sul cortile e lo sguardo volò verso l'alto. Il cielo scurissimo, quasi nero, screziato di puntiti candidi, alcuni più grandi e luminosi di altri. Poi un'idea. La Torre di Astronomia. Sapeva quanto Draco amava osservare le stelle, soprattutto quando qualcosa non andava.
Corse a perdifiato fino a raggiungere la Torre. La fronte imperlata di sudore, accaldato e col fiato corto, la ferita sull'avambraccio aveva ripreso a dolere a causa dello sforzo. Indossava ancora la divisa del Torneo, oro e rossa, ormai sgualcita e in alcuni punti strappata. La vista annebbiata per lo sforzo estremo. Cercò di abituarsi al buio strizzando gli occhi, poi lo vide.Dava le spalle all'ingresso. Il platino dei suoi capelli riluceva sotto le stelle. Le mani stringevano la ringhiera con una forza che mai aveva provato, con rabbia e dolore. Non poteva pensare di perdere Harry, ma non avrebbe interferito in alcun modo con la decisione dell'altro. Sapeva che non avrebbe potuto fare nulla davanti ai fatti. Nonostante la consapevolezza il volto era continuamente rigato di lacrime, anch'esse rilucevano. Poi un singhiozzo gli sfuggì.
Harry si avvicinò lentamente, la testa pulsava e la ferita bruciava. Lo raggiunse e notò il mantello gettato per terra in maniera scomposta, sicuramente lo aveva lanciato. La camicia candida era sgualcita e stropicciata. Fu sopraffatto dalla voglia di stringerlo e avvicinò il petto alla schiena curvata in avanti del compagno. Posò la fronte sulla nuca scoperta e con le braccia avvolse dolcemente il petto stringendolo a sè. Inspirò forte, appagato e tranquillo. Ora erano lì insieme. Poi il biondo si divincolò dall'abbraccio: - Vattene.- cercò di tenere un tono duro e sicuro, ma quella parola fu spezzata da un singhiozzo.
- Ehi... Che succede?- chiese Harry rimasto un passo dietro l'altro, con le braccia lungo i fianchi e l'espressione attonita.
- Sei venuto qui pensando ad un modo carino per mollarmi, Potter? Beh, non ce n'è bisogno. Puoi andare. Per quanto mi riguarda è tutto finito.- stavolta le parole trafissero Harry come frecce scoccate una dopo l'altra senza sosta. Rimase senza fiato, incredulo.
- Draco di cosa stai parlando? Ti prego, non capisco...- il cervello cercava di trovare qualche giustificazione plausibile a quelle parole, ma non riusciva a pensare a nulla. - Draco, ti prego, spiegati meglio!-
- Cos'è successo nel Labirinto? Perchè Cedric è morto? Cos'è successo con Moody?- pose quelle domande con tono freddo, senza curiosità, come se sapesse già le risposte. Lo sguardo era ancora fisso oltre la ringhiera, non si era mosso di un centimetro. Harry gli prese la mano intrecciando le loro dita e lo voltò verso di sè.
- Vieni, meriti di sapere tutto e ti spiegherò ogni cosa. Sediamoci- lo condusse sul lato della balconata, si sedettero, Harry a fatica, ancora dolorante, e poi iniziò a raccontare tutto. - La Coppa era una passaporta, io e Cedric avevamo deciso di prenderla insieme dato che ci siamo salvati la vita a vicenda lì dentro. Quando abbiamo aperto gli occhi ci siamo trovati in un cimitero, l'avevo già visto nei miei incubi...-
- Avevo ragione allora. Te l'avevo detto che erano premonizioni- il tono era ancora duro, ma saccente. Stava tornando in sè.
- Fammi continuare... Non interrompermi, ora arriva la parte importante.-
Draco fece cenno di continuare.
- Ad un certo punto è arrivato Codaliscia, è l'uomo che ha consegnato i miei genitori a Voldemort 13 anni fa, ha ucciso Cedric... Sono stato bloccato... Non potevo muovermi, la statua di Riddle mi bloccava. Poi Codaliscia mi ha fatto questo- indicò la fasciatura sul braccio destro -poi ha fatto una sorta di rituale che ha fatto tornare Voldemort.- una pausa.
- Continua- lo intimò Draco.
Harry prese fiato e proseguì: - E sono arrivati i Mangiamorte e...- si bloccò di colpo, non sapeva assolutamente come fare a dire a Draco che suo padre faceva parte di quella cerchia di assassini. Non poteva dirglielo, sarebbe stato un colpo durissimo. Ma poi il silenzio fu interrotto.
- E c'era mio padre. Sì, ti ho sentito mentre parlavi con Silente. Ho sentito tutto di quella conversazione, ogni cosa. Non ti biasimo sai? Vai pure per la tua strada, non puoi stare col figlio di un Mangiamorte.- le lacrime gli riempirono gli occhi, ma cercò di reprimerle.
- Credo di doverti spiegare per bene quella conversazione, credo che tu abbia frainteso-
- Non mi importa, Harry. Va' via- era tornato severo.
- Non mi muovo da qui finchè non ti avrò spiegato tutto-
- Allora me ne andrò io- e così dicendo fece per alzarsi, ma Harry lo afferrò e lo tirò giù di nuovo, una smorfia di dolore si presentò sul volto, il braccio faceva ancora male.
- Ti prego, Draco. Sì, è vero, ho pensato che se la storia tra noi fosse finita non saresti stato più in pericolo. Voldemort non avrebbe mai scoperto nulla e non se la sarebbe mai presa con te, ma quanta sofferenza ci avrebbe portato? Mi sono chiesto se ero pronto ad andare avanti senza di te, senza i nostri incontri, senza il tuo profumo, senza il tuo aiuto...- abbassò lo sguardo - Sei stato fondamentale per me in questo Torneo. Se non avessi avuto te, probabilmente non avrei avuto la forza di provare a vincere, di arrivare fino in fondo. Non volevo partecipare, non volevo vincere o continuare, ma poi sei arrivato tu e tutto è cambiato. All'improvviso avevo un motivo per provarci, dovevo sopravvivere e dovevo dimostrarti di essere all'altezza di questa sfida. Sei stato fondamentale e non potrò mai ricambiare il tuo aiuto... L'aiuto di un Serpeverde...- sospirò sorridendo, poi il sorriso svanì. - Ora ti prego... Non fare cose di cui potresti pentirti, non allontanarmi. Non mi importa di tuo padre, Mangiamorte o no, mi ha sempre odiato e continuerà a farlo anche se ci lasciassimo, ma non dovrà mai sapere di noi, mai Draco, o sarai in grave pericolo e non posso permettermelo. Ho pensato molto a questa decisione e ho agito egoisticamente, ma non m'importa. Solo tu mi rendi felice e non voglio immaginare di non potermi più avvicinare a te- tirò su col naso, ormai le lacrime rigavano il volto sporco e insanguinato.
Draco lo guardò negli occhi per la prima volta durante quella conversazione. - Dov'è la mia cravatta?-
Harry lo guardo con aria interrogativa asciugandosi le lacrime con la manica della divisa: - S-scusa?-
- Dov'è la mia cravatta?- insistè Draco.
- Eccola- Harry tirò fuori dalla tasca la cravatta verde e argento ancora piegata ordinatamente e la porse al compagno accanto a sè attento a non incrociare gli occhi di ghiaccio davanti a sè, sarebbe finito in lacrime.
- Quindi hai deciso tu per tutti e due...?- quasi non riusciva più a trattenersi. Non poteva sopportare il pensiero di essere abbandonato da Draco, senza che gli rimanesse nulla a ricordarglielo.
Il biondo Serpeverde si inginocchiò davanti al moro, ancora seduto con le gambe incrociate e la testa bassa, le lacrime spingevano per uscire. Voleva solo piangere. Poi sentì qualcosa avvolgergli il collo, alzò lo sguardo e vide Draco sorridente intento a fargli un nodo perfetto.
- Sì, ho deciso per tutti e due che staresti benissimo con i colori dei Serpeverde. Penso che dovremmo proporre a Silente di farti cambiare Casa- sorrise e raggiunse il volto del compagno: - Non ti azzardare a lasciarmi, Harry Potter, non ci devi nemmeno pensare.- aveva pronunciato quelle parole con un tono che Harry mai aveva udito prima d'allora, era severo, rigido, duro, ma allo stesso tempo caldo e amorevole. Poi si allungò un po' in avanti, raggiungendo le labbra dell'amato e vi posò sopra le proprie, aprendole per dar luogo ad un lungo bacio. Harry rispose dopo qualche attimo, ancora stordito dalla reazione di Draco che assaporava le sue labbra. Sentiva il sapore del ferro, Harry infatti aveva un labbro spaccato e aveva perso un po' di sangue, poi diventò salato, quando il moro non fu più in grado di trattenere le lacrime. Le lingue si intrecciarono e tutto sembrò tornare alla normalità. Il Grifondoro voleva di più da quel bacio e si sporse verso l'altro, ma si era appoggiato sul braccio ferito e una fitta di dolore lo costrinse a ritrarsi.
- Harry, dobbiamo andare in infermeria, stai sanguinando di nuovo- osservò Draco guardando la benda che iniziava a colorarsi di rosso.
- Ma ho vinto e voglio il mio premio- biascicò Harry mentre ricacciava indietro il dolore e l'eccitazione lo pervadeva.
- Avrai il tuo premio dopo che Madama Chips ti avrà curato la ferita- disse come un papà al bimbo capriccioso.
- E va bene...- si alzò a fatica, quindi Draco lo aiutò a reggersi e lentamente lo accompagnò in infermeria.
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L'aiuto di Serpeverde
FanficQuarto anno, Harry viene scelto per il Torneo Tremaghi, in questa situazione scopre che Draco Malfoy ha degli atteggiamenti strani nei suoi confronti, è preoccupato, ma Harry crede che sia geloso. I due provano a mettere da parte l'astio degli anni...