Deku x Baku child (fluff👶🏻💗)

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Deku pov.
Erano passati ormai 3 giorni da quando Kacchan era partito per una missione di salvataggio insieme a Kirishima e Sero e io, come tutta la classe, sentivo il peso di quel silenzio, di quella calma che riempiva la nostra classe. Mi chiedevo se fosse la mia abitudine nel ricevere quotidianamente i suoi insulti a costringere il mio cervello a farmi pensare fisso a lui. Posso affermare con sicurezza che mi mancava. Sì, era sempre violento con me, ma ogni tanto sembrava più amichevole, come quando parlavamo del mio quirk, one for all, non capivo se mi detestava o era solo il suo modo di fare.
A mettere fine a questi pensieri ci pensarono i ragazzi appena ritornati dalla missione, Kirishima stava ridendo in modo trattenuto come se ne temesse le conseguenze, Sero invece si asciugava una lacrima ancora paonazzo in faccia, sicuramente anche lui stava ridendo poco prima. Tra loro però notai subito la mancanza di colui che volevo veramente vedere, Kacchan.
-"Dov'è Bakugou?"- sentì chiedere da un altro ragazzo della classe, mi aveva rubato la domanda dalla bocca.
A udire ciò i due ragazzi esplosero in una risata senza contegno.
-"CAZZO RIDETE?!"- urlò una vocina che mi pareva di riconoscere.
-"Scusa bro..."- disse Kirishima trattenendosi nuovamente.
Guardai in basso e ciò che vidi mi lasciò senza parole: Kacchan era piccolo, aveva lo stesso aspetto di anni fa, quando ancora lo seguivo ovunque. Provai emozioni contrastanti come l'ovvio stupore e una strana nostalgia. La classe da calma e silenziosa si trasformò in un baccano composto da urletti delle ragazze e risate da ogni parte.

Bakugo pov.
Non credo di aver mai provato un disagio simile, avrei tanto voluto spaccare la faccia a tutta quella massa di idioti. Inconsciamente alzai lo sguardo su Deku e notai che non urlava come tutti, ma mi fissava con uno strano luccichio negli occhi.
-"Come potete vedere, Bakugo è stato colpito da un quirk anomalo, secondo Ricovery Girl non è grave e potrebbe tornare normale a breve"- spiegò il prof Aizawa, ma prima che potessi riprendere a minacciare i personaggi secondari riprese a parlare -"Tuttavia non possiamo lasciare da solo un bambino, quindi uno di voi dovrà prendersi la responsabilità di dividere la propria stanza con lui"- inutile dire che rimasi scioccato, il mio corpo era diventato piccolo, ma ero ancora il più responsabile e intelligente di quella fottuta classe. Provai a protestare, ma la mia vocina fu interrotta da le urla dell'intera classe, molti protestavano, mentre molti altri pretendevano che venissi da loro.
-"NON SONO UN GIOCATTOLO STRONZI!!"-
Mentre il professore cercava inutilmente di zittire la classe guardai ognuno dei ragazzi, se fossi andato da Pikachu non avrebbe smesso di scassarmi i coglioni, Sero lo stesso, con Todoroki mi sarei sentito completamente a disagio come con molti altri della classe, Kirishima sembrava la scelta migliore, ma ricordando la sua risata esagerata mi fece cambiare subito idea. Deku non faceva parte delle opzioni.
A levarmi il peso della scelta fu Aizawa che -" Dato che non sapete scegliere da soli decido io, Izuku Midoriya sarai tu a prendere in custodia Bakugo, oggi sembri quello meno chiassoso".
Rimasi a bocca aperta, come poteva mettermi in camera con uno che avevo mostrato più e più volte di detestare? Sembrò stupito quanto me perché il suo viso mostrava un espressione scioccata e terrorizzata.
Mi stupì ancora di più il fatto che, nessuno di noi due, ha rifiutato la proposta.

Deku pov.
Finite le lozioni accompagnai il piccolo Kacchan nel mio dormitorio e mentre gli aprivo la porta mi sforzai nel non abbassare lo sguardo verso di lui. Sicuramente mi avrebbe ucciso, è sempre stato più alto di me e ritrovarsi ad arrivare poco sopra al mio ginocchio non doveva essere piacevole. Chiusa la porta iniziò a minacciarmi -"Avrò pure quest'aspetto, ma se provi a prendermi per il culo giuro che ti faccio ESPLODERE!"- lo guardai solo per dire -"S-si! Fai finta di essere in camera tua".
-"IMPOSSIBILE, non ospiterei mai un Deku di merda in camera mia"- la nostra "conversazione" finì con quella sua frase. Di pomeriggio non uscimmo fuori, entrambi eravamo impegnati coi compiti, trovai difficili alcuni problemi di matematica e mi venne la folle idea di chiedere aiuto a Kacchan, inutile dire che, posato lo sguardo su di lui mi scordai completamente il mio intento; trovai buffo e stranamente carino guardare il piccolo corpo di quel bambino imbronciato mentre faceva i compiti sdraiato sul pavimento della stanza, il quaderno era grande in confronto a lui e le sue piccole dita paffute che stringevano la matita mi fecero abbandonare quella paura che nutrivo nei suoi confronti.
-"Ho fame"- disse in modo calmo e naturale senza distogliere lo sguardo dalle pagine del libro con le regole di matematica. Guardai l'orologio e vidi che mancava ancora molto all'ora di cena, glielo comunica e lui, in modo immaturo si alzò e avvicinandosi pericolosamente alla sedia in cui ero seduto ripeté alzando la voce -"HO FAME"- mi guardava con i suoi occhietti color rubino leggermente lucidi, il broncetto sulle sue labbra e le sua braccette corte incrociate mi resero impossibile pensare che quanche giorno prima quello stesso bambino aveva avuto 16 anni. Probabilmente l'effetto di quel quirk aveva colpito anche un po' della sua testa.
-"Ok, Ok... Cosa vuoi per merenda?"- gli chiesi in tono quasi materno, mi sentì stupido subito dopo notando il rossore che aveva occupato il viso di Kacchan. Era evidentemente imbarazzato, ma quel suo imbarazzo si tramutò velocemente in furia e iniziò a lanciarmi piccole esplosioni costringendomi a uscire correndo dalla camera per andare a cercargli la merendina. Non sapevo cosa poteva piacere a Kacchan, o almeno non con precisione, amava il piccante, ma non mi sembrava una merenda normale per un bambino... La mia testa era in completa confusione così andai sul sicuro preparando un semplice tramezzino al salame e un bicchiere di succo di frutta, misi il tutto in un piattino e corsi velocemente verso la mia camera.
-"Ce ne hai messo di tempo"- si lamentò lui strappandomi di mano il cibo non appena feci per inchinarmi. Essendo molto più alto rispetto a lui, però, dovette saltare e, cadendo a terra si rovesciò tutto addosso. Un silenzio inquietante si creo nella stanza, i nostri visi pietrificati. Pian piano però il suo viso iniziò a cambiare, i suoi occhi lucidi iniziarono a lacrimare mentre mentre il suo broncio si allargò facendo uscire a ritmo scostante piccoli ma forti singhiozzi.
-"No no no... "- ripetei più volte piombandomi su di lui, immediatamente iniziai a togliergli i pezzi di salame e pane dal corpo lasciandogli, nel frattempo, piccole carezze sul viso per asciugargli sia le lacrime che il succo di frutta. Per fortuna avevo preso il piatto e il bicchiere in plastica se no chissà cosa gli sarebbe successo. In ritardo mi accorsi del fatto che il piccolo non stava cercando di uccidermi, anzi, pareva più come se si stesse lasciando trascinare dal tocco della mia mano.

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