È da un po' di tempo ormai che non incrocio quegli occhi che mi fanno cadere nel baratro del loro buio, non permettendomi di risalire. Cerco sempre di uscire il più possibile per avere qualche possibilità di vederlo, ma di lui non ho più avuto nemmeno notizie vaghe.
Ho saputo, però, che molti ragazzi sono partiti per fare la prova da militare, quindi magari ha voluto fare questa "esperienza" pure lui.
Subito dopo la partenza di mia madre, ho ricevuto una telefonata da papà, che in modo molto pacato ed inevitabilmente deluso dalla mia sceneggiata e dalla mia "non partenza" mi ha praticamente obbligato a fare qualcosa per restare qui. Il suo tono, seppure poteva apparire rilassato e calmo come sempre, pareva alle mie orecchie come una minaccia. Così, per correttezza, poiché sapevo che aveva tutte le ragioni di questo mondo, ho preso la decisione di rimboccarmi le maniche e trovare qualcosa da fare, anche per riempire le mie giornate. Così trovai nel giornale un articolo che annunciava l'inizio di un corso di cucito. Mandai l'iscrizione con allegati informazioni personali e quant'altro, così feci felice mio padre e in un certo senso pure a me. Ciò che dovevo fare, era solo attendere informazioni riguardo l'inizio del corso.
Questo percorso sarà utile in particolare a me, troverò un modo per distrarmi da lui.
Sono ancora troppo presa da ciò che provo nei suoi confronti, anche se piano piano sto iniziando a perdere completamente tutte le speranze. Sembra che il destino non voglia che la nostra storia si possa evolvere in qualcosa di molto di più. Ogni volta che proviamo ad avvicinarci, puntualmente accadono eventi che ci fanno discutere o allontanare, inevitabilmente.
Quante volte avrei voluto tappargli la bocca con un bacio, quante volte avrei voluto assaporare quelle labbra e perdermi nei suoi occhi, senza più fuggire, senza più scappare da ciò che provo realmente per lui.
Ancora sovrappensiero, entro in cucina per salutare nonna e zia e finalmente esco di casa per incontrarmi con Sonia. Da quando sono venuta da nonna a vivere non abbiamo avuto la possibilità di vederci spesso, così come con Francesca e Gloria.
Non appena arrivo alla piazza, noto subito la sua figura slanciata uscire dal market affianco, con una busta sulle braccia. Appena si dirige verso la piazza dove sono io, mi viene incontro con un sorriso radioso.
«Ehi! Ho comprato qualcosa per fare merenda» mi mostra il contenuto della busta mentre ne estrae un pacchetto di patatine e due lattine di the alla pesca ghiacciate, me ne porge una che io afferro volentieri con un sorriso.
«Sei proprio la solita!» alla mia affermazione, risponde con una semplice alzata di spalle e poi si dirige verso la panchina più vicina.
«Allora...» dice, mentre apre contenta il suo pacchetto di patatine, «come hai fatto a convincere tua mamma a partire senza di te?» continua, la guardo pronta a risponderle, ma non mi da il tempo che subito riprende «aspetta, non dirmelo!» fa per pensarci su mentre io la guardo in modo convinto, sa già la risposta «d'altronde, hai sempre fatto come hai voluto tu, in un modo o nell'altro» mi schiaccia un occhiolino e io mi mostro fiera di me, gonfiando il petto «infatti, ti sorprendi ancora?», a sentire la mia risposta, ridacchia, poi si gira verso di me, continuando «hai più avuto notizie di lui?»
Abbasso lo sguardo muovendo da una parte all'altra la testa, poi aggiungo «no, magari è partito per lavoro, chissà» lei mantiene il silenzio e scruta molto attentamente il mio modo di fare alquanto nervoso, sposta i suoi due occhioni castani sulle mie mani, notando quanto me le stia torturando, poi devia il suo sguardo, vedendo quanto sto muovendo velocemente la gamba. Quando vede che mantengo il silenzio, scosta il suo sguardo, concentrandosi davanti a se.
Molto probabilmente non sta guardando niente, ha solo tolto lo sguardo per potermi permettere di parlare senza i suoi occhi addosso, poi prende parola, quasi sussurrando «avanti Ju» continua, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé «non prendiamoci in giro, sputa il rospo e dimmi tutto», a quel punto mi giro verso di lei con gli occhi leggermente lucidi e un sorriso per rincuorare più me che lei.
Sonia continua a non guardarmi e di questo gliene sono infinitamente grata, sposto anch'io lo sguardo davanti a me e finalmente cedo, il mio muro difensivo si sgretola davanti a lei dando voce a tutto ciò a cui ho pensato, ai pensieri che mi hanno torturato l'anima e il cuore.
Prendo un respiro profondo e finalmente parlo «penso che...» prendo l'ennesima pausa, rendendomi conto quanto sia difficile per me pronunciare queste parole amare e arrendermi definitivamente «forse è meglio lasciar perdere e dimenticare», a sentire le mie parole lei si volta di scatto con gli occhi sbarrati, «penso di non aver sentito bene» mi volto verso di lei più seria che mai.
Nessuna espressione abbellisce il mio viso, rimanendo più serio che mai. Lei mi guarda negli occhi, cercando qualcosa che le faccia pensare che ciò che ho detto ha del risentimento dentro di me, e infatti è così, ma questo è inevitabile, devo accettare la realtà. Lei mi abbraccia accarezzandomi la schiena, sa quanto mi è costato tutto questo, quanto ho pianto, quanto sono stata male e quanto io abbia fatto di tutto per riuscire a stare con lui.
Il suo abbraccio mi riempie di consolazione e mi fa capire e percepire tutto il suo affetto nei miei confronti.
Ci stacchiamo e lei è visibilmente in difficoltà, fa l'ennesimo sospiro e finalmente mi parla «non ti dirò io ciò che è giusto o sbagliato, sappiamo entrambe quarto questa vostra situazione stia facendo male a entrambi» fa una breve pausa, sicuramente sta cercando le parole giuste in questo momento, «sai solo tu la risposta che vuoi, affidati al tuo cuore e ai tuoi sentimenti» mi sorride «e vedrai che tutto andrà bene» sorrido davanti i suoi occhi nocciola, che in questo momento stanno sostenendo il mio sguardo perso, smarrito.
Gli unici occhi in cui mi vorrei specchiare in questo momento, però, non sono i suoi. «Qualunque sia la tua scelta, vivila più che puoi»
In questo momento, l'unica cosa che vorrei è stare con lui e chiarire tutti i litigi, i fraintendimenti e le gelosie che ci sono state tra noi, tutte le parole non dette e i rimpianti che ci sono stati.
Tutto tra noi è andato storto, a partire da noi stessi, dai nostri caratteri, dal nostro modo di fare. Ma l'amore non lo comandi, non puoi decidere per chi soffrire.
Sentiamo improvvisamente un rumore, ci voltiamo verso il bar e vediamo il cugino di Mirco venire proprio verso di noi. Le nostre espressioni accigliate e confuse sono abbastanza comprensibili: lui non ci ha mai parlate, anzi, ogni volta che Mirco mi prendeva in giro lui rideva beatamente.
Sonia mi guarda confusa e io le alzo le spalle, non sapendo che dire.
«Ciao ragazze», Sonia li sorride cordialmente mentre io non so proprio come comportarmi. Ricambio semplicemente il saluto.
Lui continua a parlare tranquillamente con noi, e io continuo a non capire cosa voglia o cosa stia facendo, ogni tanto mando occhiate confuse a Sonia, ma lei rimane molto rilassata e continua a dargli corda, «allora, come state?» inizio a balbettare trovandomi in imbarazzo e confusa, ma Sonia prontamente risponde, evitandomi la figuraccia, io, invece, sorrido e basta. «bene, grazie... tu?» chiede di rimando.
Mi torna in mente quando l'avevo fermato nel motorino con Mirco per chiedergli se c'è l'avesse con me e mi lascio lì impalata senza una risposta.
Ad un tratto mi alzo dalla panchina, i loro occhi sono su di me che aspettano che dica qualcosa «vado un attimo al bar, torno subito», mi volto di scatto e mi dirigo verso il bar, compro una bottiglietta d'acqua e quando torno lui se ne sta già andando via. Meno male.
Lo salutiamo e ci incamminiamo per fare un giro, appena usciamo dalla piazza Sonia si volta verso di me, incredula «ma lo sai cosa mi ha detto?»
Io, evidentemente poco interessata alla situazione emetto un verso e lei subito risponde «non so come, ma siamo arrivati all'argomento tuo e di Mirco» subito mi giro di scatto, lei sobbalza leggermente e poi esclama «allora ti interessa!» puntandomi il dito conto.
«Cosa aspetti? Continua!» allora torna dritta, abbassa il dito e riprende a raccontare «beh, ha detto che lui sa tutto di voi due e della vostra storia» annuisco, incitandola a continuare «e io gli ho detto lo stesso, che anche tu mi facevi la testa quadrata a furia di parlarmene».
In quel momento, rimango come bloccata. Penso, perché ogni volta che provo a voltare pagina con lui, qualcosa mi riporta a ripensarci e a ricaderci di nuovo? Perché deve essere sempre tutto così complicato tra di noi?
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Il mistero del domani
Romance"Bastano pochi istanti per cambiare la vita di una persona" Che frase fatta, eppure è così vera che mette i brividi, soprattutto quando accade sulla tua pelle. Quella che sembrava una vita come tante altre, può avere bisogno di un solo attimo per d...