Sento il citofono squillare insistentemente, così mi precipito verso il cancello per aprire a Sonia
«Cazzo Juli ma sei ancora così? Vedi di muoverti siamo già in ritardo!» mi precipito verso la mia stanza buttando l'accappatoio nel letto e prendendo la roba già sistemata precedentemente, mentre mi vesto vedo Sonia entrare dalla porta più agitata che mai «lo sapevo, sei sempre la solita!»
Sbuffo sonoramente alzando gli occhi al cielo «stai facendo tutto questo casino per niente, minimo nemmeno vengono e ci hanno preso solo per il culo»
Dó voce ai pensieri che mi assillano da una settimana ormai, inutile dire, sono molto titubante su questa storia, non sono così sicura che vengono.
Sonia mugugna cose a caso «lo so, nemmeno io ne sono così sicura» mi giro con un'espressione soddisfatta, ma lei prontamente chiude le braccia «e se invece fosse vero? Nel dubbio dobbiamo farci trovare alla fermata»
Mi infilo le superga e finalmente sono pronta, nello stesso momento in cui mettiamo piede fuori dal cancello, squilla il telefono di Sonia «pronto?»
«Ehi ciao, volevamo avvisarvi che noi stiamo prendendo il pullman proprio ora, mezz'ora e arriviamo» spalanca gli occhi guardando l'orario e intimandomi a camminare più svelta.
«Oh ma si certo guarda noi siamo già qui non preoccupatevi!» continua ad annuire poi chiude il telefono e inizia a camminare più velocemente, lasciandomi indietro «cazzo, spero per te che riusciremo ad arrivarci in tempo»
Rido sonoramente standole alle spalle mentre ci dirigiamo alla piazza dove c'è la fermata del pullman, rimango ancora un po' basita e stranita fino a quando non vedo il pullman e loro venire verso di noi; ci salutiamo e decidiamo di passare il pomeriggio in piazza nelle panchine. Alessandro è seduto in una panchina, io sono davanti a lui mentre Sonia e l'amico di Ale, di cui non ricordo mai il nome, è seduto qualche metro più distante da noi.
«Allora, come mai stava partendo in Toscana?» il suo sguardo furtivo riesce a farmi abbassare lo sguardo, iniziando a raccontargli solo parti poco importanti della mia vita «beh i miei genitori sono lì per questioni di lavoro, io abito da mia nonna»
Faccio una breve pausa e inizio a fargli domande, voglio sapere qualcosa del suo conto, sono incuriosita da lui perché alla fine, non sappiamo nulla l'uno dell'altro «parlami un po' di te» abbasso la testa lateralmente continuando ad osservare i suoi lineamenti.
«Non c'è molto da sapere su di me in realtà, vengo da Napoli e sono qui semplicemente perché sono stato mandato dalla leva militare» fa una breve pausa osservandomi, poi mi sorride e aggiunge «beh non che mi dispiaccia ovviamente» continua osservandomi.
Il rapporto che ho potuto avere in questi giorni con lui è totalmente diverso da quello che ho avuto in questi anni con Mirco: Alessandro mi fa vedere apertamente che è interessato a me, mi rivolge battutine furtive, mi osserva con interesse... mentre tra me e Mirco l'unica cosa che c'è stata è solo un rapporto di ghiaccio, una litigata dietro l'altra; ho sempre dovuto tradurre i suoi atteggiamenti, i suoi comportamenti nei miei confronti, i suoi sguardi, e solo poche volte ci avrò azzeccato, forse. Non posso fare a meno di paragonarli, per i loro modi di fare così diversi anche nei miei confronti.
Alessandro riprende la parola mentre sono un po' sovrappensiero, risvegliandomi «Sai? Mia madre non era molto contenta che venissi qui» lo guardo interessata ascoltandolo con attenzione «e perché mai?» lui sorride e continua «la prima cosa che ha detto quando ha aperto la busta della lettera e ha letto "Sardegna" è stata quella di non innamorarmi di una sarda»
Lo guardo con un sopracciglio alzato e con stizza lo rispondo «e perché mai? Per caso è stata tradita da un sardo?» incrocio le braccia e continuo a fissarlo, lui sorride «beh questo non lo so» alza le spalle continuando a parlare.
Ad un certo punto vedo il vespino del cugino di Mirco passare proprio davanti a noi, mi osserva e fa un sorriso strano; nello stesso momento si avvicina Sonia a me, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada «guarda, vuoi vedere che ora va a riferirglielo?» mi giro verso di lei guardandola in maniera molto indifferente «beh, non mi interessa» alzo le spalle e mi rigiro verso Ale, che incuriosito chiede «che cosa?» Sonia si allontana da me e io mi rigiro completamente verso di lui «niente, tranquillo» e lo sorrido.
Passiamo quasi tutto il pomeriggio insieme, sono felice, spensierata e un po' rincuorata di ciò, sono stata davvero bene oggi, e spero che momenti così possano capitare spesso e volentieri.
Guardo l'orologio notando che ormai tra poco avranno il pullman per rientrare a casa, quando lui nota l'ora sospira «senti, so che sembra un po' affrettato, però volevo dirti, se non si era ancora capito, che mi piaci» le sue parole sono estremamente chiare e lui è così serio mentre lo dice che faticherei a non crederci, «beh sì, un po' si era notato» gli rispondo sorridendo, mentre lui ride «spero di non essermi sbagliato nei tuoi confronti» mi risponde, io cerco di fare un po' la vaga «in che senso scusa?» lo guardo facendo finta di niente e sorridendo «ah vuoi fare anche la difficile adesso?»
Continuo a non demordere «non so di cosa tu stia parlando» chiudo gli occhi girandomi leggermente di sbieco.
Si avvicina a me pericolosamente, vedo il suo viso sempre più vicino al mio, ma ora non mi sento ancora pronta, non è ancora arrivato per me quel momento; così mi scanso leggermente a disagio, lui mi guarda e si allontana, non posso fare a meno di abbassare lo sguardo, non sapendo cosa fare e sentendomi in un imbarazzo assurdo.
«Ecco...» inizio a parlare ma lui mi precede «non preoccuparti, non fa nulla, sono stato troppo affrettato in realtà, hai ragione» arrossisco non riuscendo a guardarlo negli occhi, fino a quando sento un tocco delicato, mi appoggia le sue dita sotto il mento e mi obbliga ad alzare il viso verso di lui per guardarlo «non preoccuparti, davvero» vedo il suo sorriso espandersi, e non posso fare a meno di tranquillizzarmi «sono sicuro di riuscire a strappartelo un bacio prima o poi» arrossisco, non riuscendo ancora a parlare.
Lui a questo punto si allontana da me e si dirige verso l'amico, li accompagniamo alla fermata e restiamo lì fino a quando non salgono in pullman; poi io e Soni rientriamo a casa, facciamo un tratto di strada a piedi e poi siamo obbligate a salutarci.
Non mi sono sentita di raccontare in quel momento ciò che era successo con Alessandro a Sonia, non me lo aspettavo nemmeno io che succedesse in realtà, o almeno non così in fretta. Non mi sento ancora pronta, sono sempre stata convinta di dare il primo bacio a Mirco, lo aspettavo con così tanta ansia; ma ormai quello, per me, deve essere un capitolo chiuso. Ormai, è come se ogni cosa mi dicesse di lasciar perdere. Adesso ho un ragazzo al mio fianco che mi da tutte le attenzioni di cui ho bisogno, che mi offre chiarezza sui suoi sentimenti, che mi da conforto e di cui non devo decifrare ogni sua mossa, perché è estremamente chiaro e limpido nei miei confronti. Non posso lasciarmi sfuggire un'occasione così.
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Il mistero del domani
Romance"Bastano pochi istanti per cambiare la vita di una persona" Che frase fatta, eppure è così vera che mette i brividi, soprattutto quando accade sulla tua pelle. Quella che sembrava una vita come tante altre, può avere bisogno di un solo attimo per d...