Capitolo 46 - incertezze

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L'aria fredda mi obbliga ad avvolgermi la sciarpa intorno alle spalle, mentre scendo i gradini della nave, il vento mi soffia sul viso e io chiudo gli occhi per assaporare quell'aria fresca che mi congela la faccia e mi fa arrossire il naso, ma un sorriso mi spunta sul viso, un sorriso sano e felice, perché sono di nuovo qui.

Appena arrivo a casa di nonna sistemo le valigie nella mia solita stanza, anche se la mia permanenza qui non durerà chissà quanto, spero di avere la possibilità di rivederlo.

Una volta sistemate le mie cose, decido di fare una breve passeggiata, l'adrenalina che ho in corpo non mi permette di stare ferma, indosso le cuffiette alle orecchie e faccio un giro da sola, facendomi trasportare dalla musica.

Quando svolto l'angolo, vedo in fondo alla strada Beatrice alle prese con le buste della spesa, lei non mi ha ancora notata, così mi avvicino a lei, seriamente contenta di rivederla, lei appena nota la mia figura sempre più vicina alza la mano per salutarmi e mi viene incontro «ciao Juli! Sei tornata» la sua espressione serena e tranquilla mi rasserena, sono contenta di vedere che sta abbastanza bene.

«Sì, non ci starò per molto però» le dico «oh che peccato, ma poi tornerai vero?» la osservo mentre controlla l'orologio al polso «sì certo» le dico con fare ovvio, lei alza lo sguardo su di me e mi chiede «ma toglimi una curiosità, sei ancora fidanzata?»

«No, non più, sono libera ora» le confesso, lei sorride «dai ma davvero? Anche Mirco si è lasciato» continua a sorridere mentre io non rispondo, non sapendo effettivamente che dire, così lei riprende la parola «domani siamo al matrimonio di mio fratello, siamo tutti un po' incasinati sai... gli abiti e tutto, a proposito devi vedere Mirco com'è in abito!» mi descrive tutto nei minimi particolari, nella mia mente non posso fare a meno di ricreare la sua figura, non negando a me stessa però che non mi sarebbe dispiaciuto vederlo vestito così.

Rimango in silenzio ascoltandola e annuendo ogni tanto, fino a quando non da un'altra occhiata all'orologio «caspita ora devo proprio andare, mi stanno aspettando» fa una breve pausa e riprende le buste che prima aveva appoggiato per terra «sono contenta di averti rivista, spero di rivederti prima di Natale così ci salutiamo!» le sorrido aiutandola «anche a me ha fatto piacere vederti Bea, allora ci risentiamo appena sei libera» ci scambiamo il saluto e riprendiamo il nostro cammino.

Durante la mia camminata mi rendo conto di avere il sorriso in volto, ci voglio sperare ancora che tra noi ci possa essere un lieto fine, che dopo tutto ciò che abbiamo passato e le controversie tra di noi, riusciamo a mettere pace a tutto, soprattutto ai nostri sentimenti che per troppo tempo siamo stai costretti a dissipare. Ormai il peggio è passato, entrambi sappiamo di essere stati due sciocchi, forse troppo orgogliosi, troppo forti nel non cedere mai. Ma ora siamo più grandi, più maturi e più coraggiosi di affrontare le cose. Spero davvero che queste mie speranze, che si sono riaccese dopo un tempo anche troppo lungo e dopo una persona che avrei fatto meglio a non credere, possano prendere forma nella mia vita.

Appena arrivo a casa di nonna, sento il mio telefono squillare nella tasca posteriore dei jeans, lo afferro e quando vedo il nome di Sonia nel display vado in camera e rispondo «ehi Juli, sei già arrivata?»

Mi stendo nel letto per stare più comoda «sì Soni, solo mezz'oretta fa tipo»

«Ah bene, allora questi giorni ci vediamo» fa una breve pausa mentre io le rispondo «sì va bene» mi metto seduta nel letto sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Comunque non ti ho chiamata per questo» aggrotto le sopracciglia «e per cosa?»

«Ti devo dire una cosa» alzo gli occhi al cielo

Questo l'avevo capito

«Allora cosa aspetti a parlare? Lo sai che odio quando ci giri intorno» do voce ai miei pensieri «ehi rilassati, ho visto Mirco alle poste, un po' di tempo fa, e mi ha chiesto di te»

Mi corico nel letto ascoltandola «tipo? Cosa ti ha chiesto?»

«Oh nulla... mi ha chiesto dove fossi e se eri ancora fidanzata» continuo a restare in silenzio aspettando che lei si decida di continuare «e io gli ho detto che era ovvio e che stavi anche molto bene»

In tutto ciò, Sonia non sa nemmeno che si è "dichiarato" a me, ma vabbè, quando ci vedremo glielo dirò, ora non è questa la mia preoccupazione

«E lui?» domando.

«Niente, mi ha salutata e se n'è andato»

Mi rialzo dal letto sentendo le voci di mia mamma e mia nonna che mi chiamano «ah ok va bene, ci sentiamo bene più tardi, ora mi chiamano» ci salutiamo e riaggancio il telefono buttandolo nel letto, convinta che, ormai, prima o poi, riusciremo a distruggere tutto ciò che ci ha ostacolato per così tanto tempo, sperando di riuscire ad essere felice con lui.

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