Sabato, ore 16:00
Sono in macchina con mia madre e mio padre, stiamo andando a prendermi finalmente la cameretta nuova. Sono seduta in macchina e la sensazione che lui è qui non mi abbandona un'istante. Seduta nei sedili posteriori continuo ad agitarmi senza una motivazione valida, ma sento la sua presenza vicino a me.
Penso che lui faccia l'autista e so che parte per lavoro a volte.
Le parole di Sonia rimbombano nella mia testa, d'istinto mi giro per guardare chi c'è come conducente al veicolo che sta dietro di noi, ma ovviamente non è lui. Scuoto la testa, ma che mi prende? Lui non può essere qui, lui è sicuramente con la sua famiglia, magari a preparare le feste di Pasqua, magari sta scherzando con il fratello. Sorrido, immaginandomi il suo viso così bello. Mi manca, infondo. Cerco di dissipare questa strana sensazione, coprendo i miei pensieri e facendomi trasportare dalle note della musica che rimbomba nella macchina.
Ore 20:00
Fati mi aiuta a sparecchiare, così dopo pochi minuti sono già alle prese con i piatti. Mamma e papà sono usciti a fare commissioni, quindi sto aspettando Lori per guardarci un film che ho preso a noleggio.
Sento il telefono di casa squillare e mi prende un colpo, inizialmente.
Con la scusa delle mani bagnate, chiamo Fati per chiederle di andare a rispondere lei al telefono, sento i suoi passi più lontani, alza la cornetta e risponde tranquillamente «pronto?» dopo pochi secondi la sento chiamarmi «Juli ti vogliono»
Sento un brivido mi percorre la schiena «chi è?» mi volto per prendere uno straccio e asciugarmi le mani «è Sonia» spalanco gli occhi.
C'è Mirco con lei?
Rimango titubante, non voglio andare a prendere il telefono, mi tremano le mani. Cavolo, non posso avere ancora questo atteggiamento.
Prendo coraggio e mi avvicino alla cornetta prendendola e posizionandomela nell'orecchio con le mani ancora tremanti «ehi» rispondo non sapendo che dire, se non prenderà lei il discorso, pazienza.
«Ciao Juli, ti devo dire una cosa» il suo tono calmo e pacato mi mette ancora di più in agitazione, anche se non dovrebbe.
Il mio pensiero vola subito a lui «si tratta di Mirco?» azzardo.
Perché qualcosa mi fa pensare che mi ha chiamato per lui... magari non ne vuole più sapere di me?
Vorrei chiederle, ma prima di poter pronunciare anche solo una lettera, mi precede «ha avuto un incidente d'auto. Il ragazzo che stava con lui è in ospedale mentre lui è morto» la sua voce è fredda, come se mi stesse dicendo cosa aveva mangiato a cena.
Scaccio un urlo accasciandomi a terra, mollo la cornetta del telefono mentre non capisco più niente «ma che cazzo dici? Non è vero!» sputo fuori parole a caso, non sono più in me.
Le gambe cedono, sento le lacrime bagnare il mio viso e l'unica cosa che vorrei fare è prenderla a schiaffi. Come cazzo fa a dirmi una cosa del genere? Non è vero! Non può finire così tra di noi. Dopo tutto... dopo tutto quello che abbiamo passato, proprio quando ci stavamo riavvicinando, quando ci speravo, mi è stato tolto il suo sorriso, mi è stato tolto lui.
Mia mamma è appena rientrata a casa, appena volta lo sguardo verso me spalanca gli occhi, mi aiuta a sollevarmi da terra, facendomi appoggiare sulla sua spalla e portandomi in camera.
«Ma che è successo? Perché sta conciata in questa maniera?» cerca di far sentire la sua voce oltre alle mie urla, rivolgendosi a Fati, mentre mi accompagna in stanza per distendermi.
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Il mistero del domani
Romance"Bastano pochi istanti per cambiare la vita di una persona" Che frase fatta, eppure è così vera che mette i brividi, soprattutto quando accade sulla tua pelle. Quella che sembrava una vita come tante altre, può avere bisogno di un solo attimo per d...