9.

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Quando l'ambulanza si allontanò Taehyung uscì finalmente da dietro il cespuglio.

Dopo quello che aveva visto non era più lucido di mente, così agì d'istinto.

Faceva caldissimo, ma nonostante ciò continuò a pedalare per andare a casa.

Appena arrivò corse in camera senza salutare e si chiuse la porta alle spalle; sudava freddo, ansimava e non riusciva a stare fermo.
Poi andò in bagno e come se nulla fosse entrò nella doccia con tutti i vestiti ed aprì la mattonella tirando fuori il coltello.

Era ancora sporco del sangue della settimana prima, così si passò la lama sulla lingua e lo pulì come se fosse Nutella.
Lo mise in tasca ed uscì nuovamente.

Manteneva sempre le promesse...

Tornò a cavallo della sua bicicletta e si diresse verso l'ospedale.

Una volta arrivato fece finta di nulla e chiese gentilmente dove fosse la stanza di Park Jimin.
- la 102 in fondo a destra, non si può sbagliare. Ah l'orario di visite finisce tra 5 minuti quindi si sbrighi -
Rispose gentilmente la vecchia signora guardandolo con uno sguardo penetrante. 
Lo stava spogliando con gli occhi.

Lui se ne andò verso la stanza 102 con la faccia schifata.

Raggiunse la sua destinazione e controllò che non ci fosse nessuno.
-perfetto - sussurrò

Con gli occhi pieni di rabbia e voglia di far del male spalancò la porta e sorrise a Jimin
- hey amico, ti avevo promesso che sarei tornato -

Quando il diretto interessato si accorse di lui sbiancò e provò a scappare, ma era legato a causa dei vari macchinari che lo tenevano sottocontrollo.

Taehyung si mise seduto accanto a lui e gli accarezzò la guancia destra.
- sshh non piangere, non sentirai nulla-
Si mise a cavalcioni su di lui ed iniziò a strusciare la sua intimità su quella di jimin facendolo ansimare.

Era ridotto così male che non riusciva a parlare, così non poté chiedere cosa stesse facendo.
Il ragazzo dalla chioma blu continuò la sua tortura finché non notò un'erezione sotto il camice del rosa.
Così mise una mano tra le sue gambe ed iniziò a pompare lentamente, facendolo impazzire.

- ho saputo che sei dipendente dal sesso eh? Sai mi piacerebbe mostrarti anche la mia di dipendenza...-
Gli alzò completamente il camice lasciando in bella vista le parti intime.

Poi dalla tasca tirò fuori il suo coltello e Jimin sbiancò nuovamente. Provò a gridare, ma non lo sentiva nessuno; era una stanza molto appartata.

Tae ghignò ed alzò il braccio
- per farti capire che quello che è mio non si tocca -
Così, con un colpo secco, gli tagliò il pene macchiandosi un po' con gli schizzi di sangue.

Tra le grida di puro dolore di Jimin si riprese e guardò cosa aveva appena fatto.
In quel momento capì quanto era pericoloso il suo bipolarismo.

- no no no no no- si girò intorno e vide la finestra aperta.
Fortunatamente era al piano terra, così decise di scavalcarla e scappare.

Rivolse un ultimo sguardo al ragazzo dai capelli rosa: era svenuto o, peggio ancora, morto.

Si tolse le lacrime di dosso è scappò via.

Sua madre non c'era più a causa del continuo lavoro, così corse nel suo unico posto sicuro; il bagno.

Si sciacquò la faccia e provò a calmarsi, invano.
Quando vide il braccio destro con la faccia di Jungkook disegnata sopra tornò a non ragionare.

Buttò a terra tutto quello che era sul lavandino.

Rivide ciò che aveva fatto a Jimin

E buttò a terra il mobiletto delle medicine.

Ne prese due a caso e le ingoiò.
Iniziò a vedere tutto strano, come se fosse drogato e lesse cosa conteneva quella scatoletta. - ossicodone, wow -

La testa iniziò a girare e si svuotò.
Continuava a fissare il disegno, voleva toglierlo, ma non poteva.

La sua parte "sana" gli ricordò che le cicatrici sarebbero scomparse, ma come sempre ebbe la meglio quella malata.

Tirò fuori il coltello sporco del sangue della sua prima, e ultima, vittima.

Avvicinò la lama ai bordi del disegno ed iniziò a scavare.
Voleva strapparsi la pelle.
Grazie all'ossicodone non sentì tutto il dolore, ma era ugualmente tanto!

- AAAAHHHH- gridava a tutta voce tra le lacrime, mentre pensava alla sua vita.

Dopo 20 minuti di sofferenza mancava un solo taglio netto e il pezzo di pelle sarebbe venuto via.

Il bagno era gia inondato di sangue, ma non aveva importanza.
Stava per eliminare Jungkook dalla sua vita.

Tagliò con forsa l'ultimo pezzo di carne e lo lanciò lontano. ormai era accasciato a terra per la poca forza.

Sospirò pesantemente e si sdraiò per terra sporcando quei bellissimi capelli blu di rosso.

Prima di chiudere gli occhi vide qualcosa sul soffitto e si sforzò di capire cosa fosse.

Quando li aprì vide che era la farfalla dalle ali viola.
Sorrise dolcemente e si fece cullare dal lieve rumore del battere dalle ali
-grazie...- e chiuse gli occhi, per sempre.

Con il sorriso.

                              -FINE-

*ok questa storia è finita!! Scusate se ha fatto pena, ma non scrivevo da molto tempo... è solo per tornare in pista*

La seduta || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora