Cap 26

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Continuarono a baciarsi per un po' di minuti. Jorge aveva passato le sue braccia per il collo di benji e benji aveva entrambe le braccia appoggiate ai suoi fianchi, quasi sopra al minore.

Era un bacio senza lingua,non caricato di nulla, niente sesso; era un semplice bacio, lento, delicato, perfetto per Jorge.

Al separarsi, Jorge era ancora appoggiato ai bracci del sofà, con gli occhi serrati e la sua respirazione un poco agitata.

Una piccola risata si sentí da parte di benji quando Jorge incoscientemente, passò la lingua sulle sue labbra, per sentire il sapore delle labbra di benji. Aprì gli occhi e lo guardò.

—T-tu..- non poté formulare nessuna parola. con così tanti sentimenti insieme era impossibile parlare o persino pensare in modo coerente.

—Io... sentivo la necessità di farlo, mi dispiace— mormorò il maggiore, pensando che a Jorge non gli fosse piaciuto.

—necessita di farlo sempre, p-perfavore— disse sedendosi sul sofà — così.... è un segnale?

—segnale di che?

—che ho un'opportunità per poterti conquistare e farti innamorare di me.

Benji ci pensò per un secondo che per Jorge era eterno. Il basso lo guardava, deluso. Già era ovvio che non potesse avere opportunità con lui.

—Si

Jorge alzò la testa stupito — c-che?

—Hai opportunità

E un enorme sorriso si formò sul viso di Jorge.

~~~

Il giorno seguente avevano lezioni. Dopo quello che successe nella casa vacanze di Jorge, portò benji a casa sua. Prima di farlo scendere dall'auto, Jorge gli rubò un bacio, il quale, a Benji non dispiacque, e fu inevitabile non seguirlo.

Ora Jorge stava entrando dalla porta dell'istituto, era felice, è ovvio che si, voleva vedere Benji.

Camminò per il corridoio fino ad incontrarlo ridendo con i suoi amici— non gli é mai piaciuto- sorrise a se stesso e si avvicinò a lui.

Benji, notando la sua presenza, smise di sorridere.

— Ciao benji— salutò amichevole, dopo si avvicinò per poter baciarlo, però, una mano sul suo petto lo spinse, la mano di benji, lui lo guardava confuso.

— Che succede con te, stupido?

— che?— ora quello che lo guardava confuso era Jorge.

— allontanati da me se non vuoi che ti spacchi la faccia, Okey?— lo spinse con la mano che aveva al petto e i suoi amici cominciarono a ridere.

Era divertente? Jorge non lo capiva.

Senza dire niente, benji giunse dal suo gruppo di amici, e si allontanò da lui.

Jorge rimase lì, con lo sguardo perso, era tanto confuso.

Sapeva che Benji non aveva problemi di bipolarismo ne tanto meno problemi di dimenticare le cose.

Allora... che successo?

La campanella della prima aula suonò e cominciò a dirigersi in aula.

~~~

Dopo 6 ore scolastiche, l'ultima campanella suonò e tutto il corridoio cominciò a riempirsi di gente che camminava tranquilamente verso la porta di uscita.

Jorge era uguale, solo che non parlava con nessuno e la sua faccia non era molto buona come quasi sempre.

Aveva le sue cuffie, per questo non ascoltò che una porta al suo lato era aperta e un braccio lo trascinò dentro una stanza. Provò a gridare ma una mano gli coprí la bocca.

—Shh— sussurò la persona. Jorge dedusse chi pensava fosse. Però lo confermò quando accese la luce.

—Benji? Che demonio fai?!— gridò esaltato — mi hai guasi spaventato a morte, stupido.

— mi dispiace— aveva un piccolo sorriso sul suo volto che si blocco vedendo la faccia seria di Jorge.

—Non hai niente da dirmi?

Benji cominciò ad essere nervoso —I-io— sussurò. — io.. mi dispiace per oggi.

—Delle scuse non sono sufficienti onestamente— incrociò le braccia— Perché lo hai fatto?

—Ho paura— mormorò con lo sguardo basso.

—Paura di che?!

—Che mi vedano con te!- gridò e Jorge tacque. Si pentí appena lo disse— No, io... Non voglio sia così. Voglio che sia una storia pronta per farci vedere insieme. Per dirlo, in pubblico — Capiscimi, Jorge! Noi ci siamo odiati da quando abbiamo incominciato la seconda, non pensi che sia molto strano incominciare da niente e stare tutto insieme come se niente fosse? Come se l'odio dentro di noi non sia mai esistito?

—Però non è mai esistito.

—Però agli occhi degli altri si, Jorge!- si coprì il viso, frustrato— non sono pronto per farmi vedere con un uomo, le ragazze mi vengo dietro e mi sembra strano. Non sono omofobo, però—

—Però lo sarai perché sei un maledetto orgoglioso a cui importa quello che le persone vedono e pensano di te!— lo interruppe.Benji lo guardò con gli occhi sbarrati, però non disse nulla, sapeva che in parte aveva ragione.

—No intendo perché ti da fastidio se non siamo niente! Perché é meglio non iniziare a lamentarsi quando siamo qualcosa, stupido?—
Gridò, deglutendo il suo orgoglio e cercando di non farsi male a ciò che Jorge gli avrebbe detto.—Oh, non avremo avremmo mai qualcosa perché non sono un dannato uomosessuale come te.

Erano come lame che entravano nel cuore di Jorge. I suoi occhi cominciarono a lacrimare è il suo labbro inferiore a tremare.

— Non intendo niente perché mi piaci, anche se sei una persona fottutamente stupida— inziò asciugandosi una lacrima che scese senza il suo permesso, non avrebbe dato a benji il diritto di vederlo piangere— e sai qual'è il peggio? Che continuerai a piacermi. Perché anche io come te sono stupido.

—Jorge...

Non lo lasciò finire quando si dirisse alla porta e uscendo. Non lo lasciò finire quando era già vicino alla porta lasciando il quarto articolo di pulizia. I corridoi erano già vuoti, quando ringraziò Jorge, non voleva vederlo in quella situazione.

Ti amodioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora