Cap 25

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—Dove mi porti?— domandò Benji.

— in realtà, non lo so, sto aspettando che mi dici un posto.

— sei serio?!— quasi urlò — siamo stati in giro per mezz'ora a causa della tua stupidità?

Jorge rise mentre rotò gli occhi — tranquillo, daddy, dove vuoi andare?

— a casa mia.

—vuoi andare direttamente allo sporco— lo guardò con perversione.

—sei disgustoso! Portami a casa!

Jorge iniziò ad avere un'idea di dove portarlo e guidò verso li.

Passò un'altra mezz'ora da quando erano nell'auto. Gli disse — molto ordinato— benji scese dall'auto, e dopo alcune lamentele, finì per prestarli attenzione.

—wow...— mormorò il più alto.

— questa è la casa esitiva dei miei genitori, è bella — disse Jorge con un sorriso.

— Okey... e perché siamo qui?

— non mi hai detto dove volevi andare— alzò le spalle — entriamo! È molto bella dentro.

Entrarono ed era la verità. Era molto più bella da dentro. Tutto era pulito e curato.

— un membro della famiglia viene una volta alla settimana per pulirla. Questa settimana tocca a me.

— mi ci hai portato per aiutarti a pulire?— domandò benji, indignato.

—No in realtà... però dal momento in cui abbiamo sollevato l'argomento è una buona idea. — Scherzò

Benji rise con sarcasmo e si gettò in una delle poltrone della grande sala. Guardò tutto ciò che lo circondava, tralasciando Jorge che era ancora in piedi e lo guardava. Il suo sguardo cadde in un cassetto della spazzatura con molte carte accartocciate dentro, e anche se potesse sembrare strano, riconobbe quel tipo di fogli.

— è tutta questa pila?— domandò, riferendosi alle carte.

Jorge spostò il suo sguardo su un'oggetto e si accigliò. — quello è strano— sussurò — ti ricordi della prima nota che ti mandai? Bene... La mia caligrafía non è bella, e so che non le capisci tutte, quindi l'ho praticata molto qui, l'ultima volta che sono arrivato era il mio turno di pulire. Ma è strano che nessuno della mia famiglia lo abbia fatto.

Andò nel cestino e mise dei fogli sparsi per la casa chiudendo la busta. La lasciò li. Si alzò e si sedette al lato di benji.

Un imbarazzante silenzio si formò tra i due, però benji lo ruppe.

—Non ti capisco.— disse. Jorge lo guardò confuso. — tu mi hai odiato da praticamente sempre, e ora vieni a dirmi di essere innamorato di me. Sul serio, non capisco.

—Non ti ho mai odiato, Benji.— mormorò, con lo sguardo basso. — mi sei sempre piaciuto, ma le voci che girano di te con le ragazze della scuola, mi hanno fatto capire che non avrei mai avuto opportunità con te perché sei eterosessuale. E, pultroppo, è difficilissimo per me nascondere i miei sentimenti, e sapevo che da un momento all'altro avrei messo da parte il tuo orientamento e mi sarei buttato ai tuoi piedi per confessarti quanto mi piaci. Per questo.... per questo decisi di fingere di odiarti.

Benji rimase sbalordito. E sapere che Jorge fingeva di odiarlo, solo per nascondere i suoi sentimenti, lo sorprese. Lo sorprese così tanto che il suo odio finì.

— Y-ho...—

— non dire niente— lo guardò negli occhi— so di non avere opportunità con te e che tutto quello che faccio è invano, anche che praticamente tu non vuoi niente e io ti sto obbligando. E per questo voglio dirti perdonami... per darti tanto fastidio, però è che sul serio mi piaci molto e anche se non ci crederai, ci sono state molte volte che ho provato a migliorare però non ci riesco e mi spiace mo-

No finì da frase che delle labbra sopra le sue lo zittirono.

Jorge aprì gli occhi e vide il viso tranquillo di benji, i suoi occhi erano chiusi e lo stava... baciando?

O Dio, benji sul serio lo stava baciando.

chiuse gli occhi e seguì il bacio, soddisfatto.

Ti amodioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora