4. Emily

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EMILY'S P.O.V

Questa mattina quando mi sono alzata ero positiva ed energica. Ho spalancato la finestra della mia camera e miracolosamente su Londra splendeva una bellissima giornata, il che è un evento più unico che raro. Nulla avrebbe potuto rovinarla.

In ufficio mi aspetta una montagna di lavoro da sbrigare, cosa assolutamente normale e che comporta anche spostarmi da un parte all'altra della città.

Lavoro da qualche anno per un'importante agenzia di modelle e dopo sacrifici su sacrifici sono arrivata al livello in cui posso curare la carriera di quelle ragazze che ho scoperto io, come Mad.

Non ho mai conosciuto una come lei e non so giudicare se la sua caratteristica principale sia più la follia o la genialità. Possiamo anche dire che Mad è geniale, perchè è folle.

Ha un viso perfetto e una personalità travolgente; da semplice manager mi sono ritrovata completamente catapultata nella sua vita e non riesco più a tirarmene fuori. Non che fino a questo momento, ci abbia provato.

Ma non è soltanto colpa di Mad, di lei non potrei liberarmi mai perchè le voglio bene, mi sono affezionata a questi strani personaggi che colorano la sua vita e... no, la colpa non è solo sua. La colpa è mia. "Chi è causa del suo male pianga se stesso" così dice il detto, ma io sono troppo orgogliosa per piangere.

La colpa è mia perchè ho lasciato che una risata spigliata mi attirasse, che un paio di occhi azzurri mi ammaliasse, che una voce suadente mi legasse stretta a sè.

Niall Horan ha lasciato che mi avvicinassi a lui e prima ancora che me ne accorgessi, ero perduta.

Non mi riesco nemmeno ancora a spiegare come sia potuto succedere che una ragazza come me, indipendente e realizzata, sia finita tra le grinfie di quel furbetto irlandese. Avrei dovuto essere più furba, usare un po' di quell'astuzia che metto negli affari, ma quando si tratta di sentimenti finisco sempre comportarmi come un'adolescente alla prima volta. Non riesco a crescere e mi lascio trasportare da quella mano segnata segnate dalle corde di una chitarra ovunque desideri.

La prima volta che l'ho visto è stata in un locale in centro. Ci ero andata perchè Mad mi aveva scongiurato di accompagnarla per starle vicino; aveva appena cominciato a frequentare Liam Payne e non si fidava ancora ad uscire da sola con lui, soprattutto in quel momento in cui non aveva ancora superato l'impatto del trasferimento in una città nuova e si sentiva sola. In realtà nemmeno io mi fidavo, Liam è altrettanto famoso e avrebbe potuto cacciarla in qualche situazione sconveniente e metterla in cattiva luce. Quindi io dovevo proteggerla, e un po' volevo farle anche da sorella maggiore.

Niall era lì seduto a gambe aperte e le braccia allargate sul divanetto; ostentava una sicurezza tale che nessuno avrebbe potuto negare che fosse l'indiscusso il padrone del suo mondo. Non riuscivo a smettere di guardarlo. Mi colpiva il suo modo di porsi, il modo in cui rideva e quando mi chiese di ballare non seppi dirgli di no.

Da lì non saprei nemmeno dire come siamo arrivati a questo punto. Non ho mai rincorso un uomo, ho sempre pensato che solo le sciocche perdessero il loro tempo dietro a ragazzi che non le volevano. Eppure, eccomi qui, a rincorrere un fantasma.

Perchè questo rappresentava nella mia vita, un'ombra che passava portando lo scompiglio dietro di sè per poi sparire ancora.

Quando si tratta di lui mi sento come un pescatore alla deriva, seduto nella sua barca che aspetta solo che la prossima onda lo travolga e spera di sopravvivere. Io spero che la prossima delusione faccia meno male di quella precedente, ma resto delusa ogni volta. E posso prendermela solo con me stessa, perchè mi sono legata così tanto a lui da permettergli di fare ciò che vuole, anche dei miei sentimenti. L'unica cosa di cui mi importa è che poi torni da me.

Girlies ||A kind of magic||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora