Tales of Fate: il Giudizio

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Ditutto si sarebbe aspettata November, tranne che finire con ilpresenziare ad un processo penale come testimone oculare in un casodi omicidio.

L'incuboaveva avuto inizio quando si era letteralmente trovata nel postosbagliato al momento sbagliato, finendo così con l'assistereatterrita ad un'esecuzione in piena regola, esecuzione avvenuta permano dell'uomo che stava seduto dinnanzi al banco dei testimoni, conun'espressione insolente, sebbene la donna lo avesse appena indicatocome colpevole del delitto per il quale si trovava al momento sottoprocesso.

Possedevadenaro sporco il signor Krasitc. Molto denaro, e quello era il mezzocon cui era convinto di riuscire a pagarsi salvezza e libertà, adispetto di tutto. La Viaggiatrice non era certa che quei soldipotessero comprare l'intera Corte, o meglio si augurava che ciò nonaccadesse, ma di sicuro essi avevano comprato l'avvocato delladifesa, che stava dando gran filo da torcere al PM.

Comediavolo poteva quel ragazzo prestarsi ad un gioco simile? Al suofianco sedeva un impenitente assassino, e lui parlava in suo favorecon la stessa perizia con cui avrebbe fatto con qualcuno di veramenteinnocente. Davvero con che coraggio poteva...?

Strettanelle proprie perplessità, November lasciò comunque il banco deitestimoni e si allontanò, non trattenendosi però dal far sentiresull'avvocato tutto il peso del proprio biasimo.

Fuin quel momento che decise di restare fine alla fine delprocedimento. Era una questione di principio ormai. La violenza eraqualcosa che aberrava totalmente. Si sentiva dolere nel profondodinnanzi a nefandezze ed atti malvagi, ma quando un essere umanodecideva arbitrariamente di togliere la vita ad un'altra persona,distruggendo ogni sua possibilità e privandola di ogni scelta, eccooltre al dolore questo le provocava una cieca furia interiore.

Conquale diritto qualcuno poteva arrogarsi la possibilità di porre finead un'intera esistenza che non fosse la propria? Gli Arcani stessinon possedevano un tale potere, loro semplicemente tessevano uncammino, e lei quando era possibile, scendeva sulla Terra a fare inmodo che le persone venissero indirizzate proprio verso quella via,ma nonostante questo, la decisione finale non spettava né a lei néai Tarocchi. Il destino era nelle mani di chi compiva il viaggio.Quella era la legge del Cosmo, eppure alcuni umani erano tantoarroganti da sentirsi al di sopra di tutto.

No,per quanto fosse buona e credesse nelle seconde possibilità e nellaredenzione, November non avrebbe mai concesso il perdono ad unassassino.



Ilgiorno delle arringhe conclusive di accusa e difesa, la Viaggiatriceera seduta in aula ancora una volta, lo sguardo penetrante puntatosu Nathaniel Grayson, l'avvocato difensore dal colletto inamidato eun costosissimo orologio al polso.

Conil suo fare logico e lineare, egli stava cercando di guidare lagiuria verso un ragionevole dubbio sulla colpevolezza del suoassistito, svicolando tra un cavillo legale e l'altro, facendol'equilibrista tra le prove e le testimonianze susseguitesi duranteil processo.

Aquello spettacolo, sui volti di alcuni giurati si intravidechiaramente il seme dell'incertezza, instillato dal parlare dellegale e a November si gelò il sangue nelle vene...



«Lagiuria dichiara l'imputato: non colpevole.»

Ilgiudice pronunciò il verdetto, e l'aula si ribellò totalmente.

Dalcanto suo November non condivideva la modalità d'espressione diquelle urla ed improperi, ma sentiva le mani prudere, come seavessero bisogno di colpire qualcosa. O per meglio dire qualcuno. Elei nei suoi lunghi secoli di vita, non aveva mai picchiato nessuno.

Sormontatada una gelida rabbia, prima che se ne rendesse conto, si ritrovò aseguire Nathaniel nel suo spostarsi per il Tribunale sino all'uscitasecondaria, poiché davanti a quella principale la stampa era inagguato. Peccato che la Viaggiatrice non fosse disposta a farloscappare.

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