Capitolo 25

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Erano trascorse più di cinque ore da quando la mamma era entrata in sala operatoria e non era ancora arrivato nessuno a dar loro notizia. Sentiva la paura attanagliarle il cuore sempre di più e la mente sembrava frullare ininterrottamente: non faceva altro che ripensare alle parole di Sabri e allo sguardo del padre, poco prima di andare al bar.

Non avevano più parlato, aveva accettato il caffè dalle mani di Haruka e non aveva aggiunto altro, limitandosi a berlo con calma.

-Come stai? -

Alzò lo sguardo per specchiarsi in quello della bionda che sembrava davvero preoccupata.

-Non lo so- rispose, chiudendo gli occhi e sospirando quando l'altra le accarezzò delicatamente il viso -Ho la testa che frulla, non smette di pensare-

Aprì gli occhi e le sorrise debolmente -non faccio altro che chiedermi se non abbia sbagliato tutto. Ti ho fatto male Haruka e non riesco a...-

-Non devi pensare a questo ora- sussurrò, sfiorandole delicatamente il labbro inferiore con il pollice, continuando a fissarla.

-Non ci riesco- mormorò, appoggiando la mano sulla sua -la mia mente è irrequieta, se non penso a te penso a cose brutte e quando mi sforzo di non pensarle mi ritornano in mente le cose che ti ho fatto-

Deglutì per mandare giù quel nodo che le stringeva la gola e le bagnava gli occhi, mentre avvertiva la fronte dell'altra appoggiarsi sulla sua.

-Ho una voglia matta di baciarti- bisbigliò Haruka a pochi centimetri dalle sue labbra -ma non credo che tuo padre approverebbe-

Suo padre

Non sapeva a che punto fossero: da un lato sembrava averle accettate mentre dall'altro sembrava ancora guardarle con disapprovazione e disgusto. Era stata più di una volta sul punto di avvicinarsi a lui e di stringergli forte la mano per fargli capire che non era da solo, che lei comprendeva cosa stesse provando in quei momenti, che anche lei era spaventata; poi però la paura di un suo rifiuto l'aveva fatta desistere.

-Non so come comportarmi con lui- ammise, staccandosi dalla bionda per tornare a guardarlo: sembrava così solo su quella sedia -non credo di avere la forza di affrontare un suo rifiuto in questo momento-

-Ha bisogno di tempo Michiru e questo non è certamente il momento adatto per costringerlo ad accettarci-

Lo sapeva benissimo, ma in cuor suo sapeva anche di non avere il coraggio di specchiarsi di nuovo nella delusione che ultimamente leggeva negli occhi del padre.

-Sai ho sempre sognato di trovare una persona che mi amasse come lui ama lei. Mi sono sempre chiesta cosa si provasse ad amare un'altra persona in quel modo e ora che l'ho trovata, ora che so cosa si prova ad amare incondizionatamente un'altra persona, non posso condividerlo con lui-

Sentì le dita di Haruka afferrarle la nuca e attirarla a sé, costringendola a voltarsi per scontrarsi con le sue labbra. E il contatto con le labbra calde e morbide dell'altra le scaldò il cuore, facendole immediatamente dimenticare tutte le sue paure.

Fu un bacio casto e delicato, che ebbe la forza di un uragano, facendole scombussolare il cuore, colmandola di amore.

-Scusami, non sono riuscita a trattenermi- mormorò, appoggiando la fronte sulla sua.

-Non devi mai scusarti per un bacio del genere- bisbigliò, sfiorandole il labbro inferiore con il pollice.

Rimase a specchiarsi negli occhi caldi della bionda, continuando a sfiorarle la pelle del viso con tocchi delicati fino a quando il rumore di una porta aperta la fece balzare di colpo dalla sedia, spazzando con un colpo secco tutta la tranquillità che l'altra era riuscita a conferirle.

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