Non l'aveva più ripreso in mano...
Da quando aveva lasciato la casa dei suoi genitori per trasferirsi in questo appartamento con Haruka, non aveva più sentito l'esigenza di suonarlo. Non quando aveva finalmente al suo fianco una persona che riusciva a comprenderla, senza bisogno di parole o note.
Le era sempre piaciuto suonare il volino, sin da piccola, forse perché rappresentava l'unico modo che aveva per attirare l'attenzione dei suoi genitori.
Forse perché riusciva a dare voce ai sentimenti che difficilmente riusciva a manifestare.
Non sapeva dire con esattezza cosa le piacesse, sapeva solo che, in quel momento avvertiva l'esigenza di usare di nuovo quello strumento dopo tutto quel tempo.
Aprì la custodia con calma, fermandosi a sfiorare con la punta delle dita il legno lucido del violino, avvertendo la stessa sensazione di sollievo che aveva provato in passato. Afferrò il violino per poi posizionarlo sulla sua spalla, ritrovando le emozioni che l'avevano accompagnata per anni. Appoggiò l'archetto sulle corde e, dopo un attimo di esitazione, iniziò a farlo scorrere lentamente sulle corde, lasciandosi cullare da quel suono melodioso, chiudendo gli occhi.
Da quando Haruka era uscita, non aveva fatto altro che immaginarsi cosa si stessero dicendo e la verità era che lei sapeva benissimo cosa fosse venuta a dirle Sabri.
Lo aveva letto nei suoi occhi e, anche se sapeva benissimo cosa provava Haruka per lei, non riusciva comunque a sentirsi tranquilla. Si sentiva agitata e preoccupata e non le piaceva sentirsi così.
Lasciò la mente vagare, accompagnata dalla melodia del violino, cercando di liberarsi da tutti quei pensieri pericolosi. Viaggiò con la mente al loro primo incontro, ripensò alla prima volta che era salita sulla sua moto. Alle magnifiche sensazioni che provava ogni volta che la bionda le sorrideva, ripensò a come il suo cuore impazziva ad ogni suo tocco.
Senza rendersene conto si lasciò completamente travolgere dai suoi ricordi e dalle emozioni che, come accadeva ogni volta, riuscì a far trasparire nella sua musica.
Quando riaprì gli occhi la trovò appoggiata allo stipite della porta, con le braccia conserte, intenta ad osservarla.
-Da quando sei lì? - chiese, togliendosi il violino dalla spalla per depositarlo nella sua custodia.
-Non smettere- mormorò, staccandosi dalla porta e facendo qualche passo in avanti.
-Da quando sei tornata? -
Posizionò con cura il violino nella custodia per poi richiuderla. Non l'aveva sentita rientrare, troppo impegnata ad impedire alla sua mente di inondarla con pensieri inopportuni.
-Da un po'-
-Non ti ho sentita-
-Stavi suonando così bene che non ho voluto interromperti. Sembrava così triste- aggiunse, con un tono di voce basso.
-Parla d'amore, non è triste-
-A me sembrava straziante-
-Forse sei tu ad essere triste-
-Oh che stronzata-
-Stronzata...- ripeté sottovoce, soppesando il tono dell'altra -A cosa è dovuto questo linguaggio? -
-Alle stronzate che dici? -
Si bloccò a fissarla non sapendo bene come affrontarla: era evidente che fosse scossa ma era indecisa su come agire. Si era ripromessa di non pressarla, di darle tempo...
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Friends or Lovers?
FanfictionDal Capitolo 1... "Quella fatidica sera, quando la paura di aver rovinato per sempre il loro rapporto l'aveva spinta ad andarsene, l'aveva fatto con la convinzione di farlo per lei. Era convinta che darle del tempo per riflettere le avrebbe fatto...