una strana cosa chiamata amore

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(si consiglia di ascoltare primavera di ludovico einaudi che trovate qui sopra)

"Perché?" una domanda all'apparenza semplice ma non aveva risposta, Lord Voldemort si chiedeva perché.
Perché si era fermato? Perché aveva smesso di cruciarla, perché aveva quasi provato compassione per lei, perché si era sentito strano nel vederla soffrire?
Non lo sapeva, ma di certo era consapevole che questa cosa non era da lui.
Si sentiva diverso, percepiva delle strane sensazioni. Come poteva una creatura cinica e apatica come il signore oscuro provare qualcosa di simile ad una stretta allo stomaco nel momento in cui Bellatrix aveva urlato?
Non si dava pace, l'ultima volta che ricordava di aver sentito qualcosa del genere era ancora... umano.
"E se... non può essere!" disse tra se e se, un terribile presentimento lo colse. Si voltò verso il grande serpente che si trovava di fronte al camino
"Nagini" la chiamò, "Sì mio signore?" rispose l'animale nella lingua che solo loro due conoscevano, l'oscuro si bloccò un attimo, se fosse stato vero significava che stava perdendo il suo potere, che era giunta la fine, che tutto ciò che aveva costruito, il suo regno, tutto stava cadendo a pezzi
"Nonostante gli horcrux, è possibile ritornare umani?" domandò
"No padrone, quello della scissione della propria anima è uno stato definitivo, è impossibile" rispose l'animale che lo osservava con fare interrogativo
L'oscuro si fermò a riflettere con lo sguardo perso nel vuoto, qualcosa lo turbava ed era evidente, i suoi occhi fiammeggiavano nella penombra e avevano uno sguardo diverso, spaventato
"mai dire mai mia cara Nagini, mai dire mai" disse nonostante fosse assorto nei suoi pensieri.
Vi fu una pausa in cui il serpente osservò l'uomo in piedi
"Mio signore, state bene?"
"Ci crederesti se ti dicessi che in realtà non lo so? Ho bisogno di stare solo e di riflettere" e a quell'ordine il serpente andò via.
L'oscuro era lì, solo e pensieroso.
"Bellatrix" sospirò "mi stai facendo diventare pazzo. Continuo a non capire a che gioco tu stia giocando, sono mesi da quando ti ho portato fuori da quella dannata prigione che mi tormenti, ogni volta, ogni volta che ti vedo è qualcosa di diverso, una fitta allo stomaco, un groppo alla gola e i tuoi occhi, incontro quegli occhi che mi fanno sentire così leggero come se non ci fosse niente al mondo oltre te e me. Sto diventando patetico quanto Potter!" si fermò di scatto, quella situazione era strana, c'era qualcosa sotto e sentiva il bisogno di capire "Perché da quando sei tornata ogni volta che ti guardo non riesco a parlare? Sei la stessa di sempre, la stessa splendida creatura di quattordici anni fa, ma dentro sembri più forte, l'ho notato nell'ultimo periodo, quando ti parlo. Cosa ti ha fatto sopravvivere tutto questo tempo?"
Non capiva ancora, lui, l'oscuro signore stava forse diventando debole? Non lo sapeva ma doveva scoprirlo. Non sapeva cosa fare, non riusciva a ragionare lucidamente, il pensiero di lei gli impediva di essere razionale. Decise di andare nella biblioteca del Manor, tra libri di magia oscura e di pozioni forse avrebbe trovato la risposta.
Si smaterializzò nell'ampia stanza al piano superiore del maniero, i muri erano tappezzati di libri dentro grandi scaffali in legno che arrivavano fino all'alto tetto, se c'era un posto dove cercare era quello.
Prese in fretta alcuni libri e iniziò a sfogliarli velocemente, nessun significato a ciò che provava, nessuna informazione sugli horcrux, passavano le ore ma ancora nulla, quando dopo molte ricerche decise di andare a vedere ciò che era scritto riguardo l'amortentia, non sapeva perché ma un presentimento gli diceva che c'entrasse qualcosa e ciò che scoprì lo lasciò letteralmente senza parole. Lesse cosa avveniva solitamente ad una persona che si innamorava e tutto combaciava con ciò che provava lui, ma come era possibile, lui era nato con l'amortentia, non poteva provare amore ma ottenne solo la risposta, lui era risorto col sangue di Potter, quel sangue che era protetto da un potente incantesimo, un sacrificio d'amore, questo significava che gli effetti dell'incantesimo che gli impediva di provare emozioni erano stati annullati.
Adesso era consapevole, si stava lasciando cedere anche lui a quella debolezza che era l'amore, eppure sembrava qualcosa di così bello a giudicare da come si presentava in Bellatrix. Se quello era veramente amore doveva parlarle ma prima voleva esserne sicuro, avrebbe agito il mattino seguente durante la missione che si sarebbe svolta all'alba e a cui avrebbe partecipato anche lei, Bellatrix.

Bellamort || The True Story Never Told - La Vera Storia Mai RaccontataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora