Capitolo 2: il ballo in maschera

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All'ora di pranzo dopo aver finito di svolgere il mio incarico decido di incontrarmi a pranzo con la mia migliore amica.
Ci siamo date appuntamento in un ristorantino con vista davanti al Central Park.
Come al solito Benny è in ritardo quindi, non appena raggiungo il locale, decido di sedermi per aspettarla.
La gente passeggia sotto il sole, i cani corrono liberi e gruppi di amici giocano con i palloni, in quei pochi minuti riesco a sentire un dolce senso di pace.

Mentre mi godo la vista del paesaggio verde qualcuno si mette proprio davanti a me coprendomi la visuale.

"Allora dimmi tutto, com'è andata? Come sono i tuoi colleghi? Il tuo capo è carino?" È Benny a parlare che non si dà neanche il tempo di sedersi per bombardarmi di domande.
Subito noto che indossa un vestito giallo con dei merletti bianchi sulle mezze maniche ed è inutile dire che le sta un incanto.
Ama il giallo, non esce da casa se non ha addosso almeno un accessorio di quel colore.
D'altronde è il colore che meglio le si addice; lei è un sole, porta allegria ovunque e con chiunque, è per questo motivo che siamo così legate. Lei è quella irrazionale, sempre allegra e solare, io invece sono quella razionale e cinica, in poche parole ci completiamo...

"È andata bene, ed ho anche una sorpresa" dico uscendo dalla borsa gli inviti per il ballo, per poi lasciarli scivolare leggermente sul tavolino.
Benny li afferra e mi fa scoppiare immediatamente in una fragorosa risata dovuta alla sua espressione identica a quella dell'urlo di Munch.

"Oh mio dio tu hai idea di quanto sia esclusivo questo evento? Ci saranno un sacco di persone famose. Una benedizione! Incontrerò Brad Pitt, io lo so" Parla come se stesse delirando e quasi vorrei che continuasse solo per il fatto che mi sta facendo divertire troppo.

"Calma Benny" Dico ridendo a crepapelle mentre allungo le mani verso di lei per placarla "non credo ci sarà Brad Pitt ma in ogni caso, dato che non sembri così entusiasta per questo evento, ci andrò sola..." cerco di sembrare il più seria possibile ma il suo sguardo assassino mi fa cedere e scoppiare in un'altra risata. Benny allunga le mani verso di me e afferra le mie spalle con determinazione

"Io e te adesso andiamo a comprare dei vestiti per stasera, e ti renderò bellissima per questo evento. Elena non può sempre essere tutto nero, vedi?! La fortuna gira e ora tocca a te" guardo con dolcezza la mia amica mentre mi dice queste parole di incoraggiamento.
Sono questi i momenti in cui ricordo perché le voglio così bene e perché ho bisogno di lei nella mia vita, mi dà la forza per non lasciarmi abbattere e per credere in un futuro migliore.

"Hai ragione amica mia, hai maledettamente ragione!" Dico poggiando i palmi delle mani con forza sul tavolino.

"Allora andiamo, so dove trovare i nostri vestiti e le maschere" afferma Benny alzandosi velocemente del tavolo e lasciandovi sopra una banconota da 20.

"Maschere? perché?!" chiedo guardandola con occhi curiosi

"Oh Elena sei sempre la solita, non hai neanche letto cosa c'è scritto negli inviti. Sarà una festa in maschera e le star dell' Avion Records canteranno per gli invitati".

A volte Benny si scorda che vivo in un mondo a parte, dove ciò che è intorno a me non esiste infatti dovrebbe sapere benissimo che non amo andare alle feste e fingere che avere mille amicizie significhi essere migliori degli altri.

Raggiungiamo in pochi minuti un negozio che si chiama "Jenna's" che fortunatamente si trova a qualche isolato dal Central Park.
Appena entriamo Benny corre subito a salutare quella che sicuramente è la proprietaria; lei conosce un sacco di persone in questo settore perché lavora per un giornale di moda, quindi intervista tantissime giovani stiliste che decidono di aprire negozi o creare le loro linee di abbigliamento personali.

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