ⓒⓐⓟⓘⓣⓞⓛⓞ ⑧

441 39 11
                                    

Dopo esserci fermati ad un bar per pranzare ci rimettemmo in viaggio senza fiatare.
Ormai erano passate tre ore e ancora non eravamo arrivati.
Provai a capire dove fossimo diretti guardandomi intorno ma, per quanto io abbia vissuto a Boston, non avevo mai percorso questa strada.
Finalmente dopo altri venti minuti di macchina Lili spense il motore parcheggiandosi ai piedi di una collina e scese dal'auto dirigendosi sulla cima.
La seguii e ci sedemmo uno di fianco all'altro.
Il panorama era mozzafiato: un tramonto rosato avvolgeva Boston in un abbraccio intenso. Ero senza parole.
Non c'erano auto o fabbriche nelle vicinanze.
L'unico rumore percettibile, oltre a quello dei nostri respiri, era quello del vento fresco che scompigliava le foglie degli alberi e i fili d'erba.
Rimanemmo per un po' in silenzio ammirando il panorama che la natura ci offriva.
Dopo qualche minuto decisi di interrompere il silenzio che si era creato tra di noi
C:"Perché mi hai portato qui?"le chiesi girando il capo verso di lei: aveva gli occhi chiusi e respirava profondamente come per assaporare ogni singolo momento.
Quando li riaprì aveva uno sguardo malinconico, pieno di rimpianto
L:"Per parlare"disse con un filo di voce.
Rimasi in silenzio aspettando che continuasse
L:"Non mi importa di quello che mi succederà. In realtà, non mi interessa più da tanto tempo, ma voglio che tu sappia la verità perché, per quanto tu mi abbia ferita, io mi fido di te"quelle parole mi spiazzarono e non poco.
Mi voltai completamente verso di lei e la guardai come incantato.
La bionda estrasse il suo telefono dallo zaino che aveva precedentemente appoggiato per terra e, dopo aver aperto alcune pagine su internet, mi mostrò un nome che ormai conoscevo fin troppo bene: Will Poulter
L:"Questo è il motivo per cui quella mattina ero nel tuo ufficio"disse tornando a guardare il tramonto "Volevo convincerlo a cancellarlo ma non ha ceduto anzi, se non me ne fossi andata, avrebbe chiamato la polizia"
C:"Perché volevi che lo cancellasse se ce ne sono a bizzeffe come questo?"
L:"Perché nessuno parla della mia famiglia"rispose abbassando lo sguardo sulle sue scarpe da ginnastica.
C:"Non voglio che mi parli della tua famiglia"le dissi quasi scocciato. Lei fece finta di niente e riprese a parlare
L:"Era una mattina molto tranquilla. Io vivevo ancora nel mio vecchio appartamento con i miei genitori.
Dovevo fare da babysitter alla mia nipotina, Addy, ma avevo anche degli impegni all'Ambassador così la portai con me e vorrei solo non averlo mai fatto"disse guardandomi "Una volta salita la lasciai alla mia migliore amica, Charlotte, nonché la segretaria.."
C:"Di mio padre"finii io sospirando.
Conoscevo Charlotte solo di vista ma, da quello che mi raccontava mio padre, era molto diligente e portata per il suo lavoro.
Passarono alcuni minuti prima che Lili proseguisse
L:"Andai in sala riunioni dai miei genitori per gestirci gli impegni della giornata e lasciargli la scatola con il modellino del nuovo edificio che mi avevano chiesto di portargli.
Uscii in perfetto orario per portare la mia nipotina al parco ma sentii improvvisamente puzza di bruciato.
Mi diressi verso quel dannato odore ed entrai trovando il pannello di controllo totalmente sfasciato.
Uscii correndo ma appena chiusi la porta ci fu una forte esplosione che mi fece cadere bruscamente a terra"mi spiegò tra i singhiozzi "I dipendenti mi avevano vista uscire da lì prima che accadesse tutto questo e mi diedero immediatamente la colpa.
Mi feci spazio tra la folla che si stava disperdendo pian piano per tutto l'edificio che stava a poco a poco crollando.
Arrivai nell'ufficio di Charlotte ma tutto quello che trovai fu un post-it che mi avvisava che erano andate al bar del piano di sotto con i miei genitori dato che avevano finito la riunione.
Mi precipitai da loro ma ormai era troppo tardi"disse scoppiando in un pianto isterico.
La feci alzare da terra e la strinsi forte a me accarezzandole i capelli biondi che le ricadevano lungo le spalle.
Quando si fu calmata continuò il suo discorso
L:"Mi portarono in una comunità per due fottutissimi anni e pian piano entrai in depressione.
Un giorno scoprii che mia madre, prima che io nascessi, aveva tradito mio padre e aveva dato alla luce Hart.
Ero consumata da questa consapevolezza e quindi decisi di farla finita una volta per tutte.
Salii sul tetto del palazzo e mi avvicinai al bordo: ero al quinto piano.
Feci un passo poi un altro ma Hart, che mi era venuto a trovare come ogni sabato, mi afferrò appena in tempo.
Dopo quel giorno mi prese con lui nella CACCIA spiegando tutto a Dylan e vostro zio che solo dopo due mesi iniziarono a rivolgermi la parola"terminò in lacrime.
Non era stata colpa sua. Si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ci staccammo pian piano e solo allora proferii parola
C:"Mi dispiace tanto Lili: per tutto. Per come ti ho trattata in questi giorni e per averti detto quelle cose"le sussurrai con voce triste
L:"Non devi scusarti. Infondo è pur sempre la verità"
C:"No, non è così e tu lo sai"lei annuì debolmente e si asciugò gli occhi ormai resi rossi dal pianto.
Le lasciai un bacio sulla fronte che lei sembrò apprezzare dato che si appoggiò con la testa al mio petto cercando di calmarsi mentre io le accarezzavo dolcemente la schiena.
Forse è per questo che non la sono mai riuscita a odiare completamente: non aveva un carattere spietato e vendicativo, era una ragazza che aveva sofferto le pene dell'inferno e, nonostante tutto, era ancora qui.
C:"È meglio tornare se non vogliamo che gli altri si preoccupino"le dissi sottovoce.
Arrivati davanti alla macchina fece per salire al posto di guida ma la fermai
C:"Stai tranquilla, guido io"lei mi fece un debole sorriso e io presi il suo posto.
Il viaggio fu molto silenzioso e durante il tragitto la biondina si addormentò con il viso appoggiato alla portiera dell'auto.
Arrivati alla base, non volendo svegliarla, la presi in braccio e la portai in camera sua coprendola come meglio potei
C:"Buonanotte Lili"dissi posando le mie labbra sulla sua fronte
L:"Buonanotte"rispose lei debolmente strappandomi un sorriso.
Uscii dalla sua stanza cercando di non farmi sentire dagli altri e, dopo essermi cambiato e lavato i denti, mi sdraiai nel letto con la consapevolezza che avrei passato una notte insonne.

-spazio autrice-
Ciao raga.
Come vi è sembrato questo capitolo? Ve lo aspettavate?
Ci vediamo sabato
Baci
-EliNoRisoff

Lie and Desire||SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora