Capitolo 3

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Onestamente non sapevo se avrei dovuto chiamarla. Voglio dire, non avevo rubato quel bigliettino per niente. Decisi che non potevo più aspettare.


«Sì?».
«Signorina Blossom, sono Toni».
«Antoinette» sospirò con aria seccata. «Che cosa vuoi e come hai avuto il mio numero?».
«Io uhmmm... ci tenevo a scusarmi con lei per l'atteggiamento che ho avuto l'altro giorno».
«Non mentirmi, ragazzina. Che cosa vuoi realmente?».
«Ho bisogno di aiuto... non ho capito una parola di ciò che ha spiegato durante la lezione. Magari può aiutarmi?».
«Antoinette, non mi è permesso farlo e soprattutto non credo lo farei per una ragazza come te».
«Oh, la prego. Ho bisogno di migliorare i miei voti altrimenti i miei non mi lasceranno partire quest'estate. Per favore».
«Dio mio. Giuro che se qualcuno lo viene a sape-» la interruppi.
«Non succederà. Mi mandi l'indirizzo».
«Che cosa inten-» Riattaccai perché avevo paura che cambiasse idea.
Qualche minuto dopo, mi scrisse il suo indirizzo. Mi sistemai al meglio, decisi di vestirmi in maniera quanto più provocante possibile. Arrivai al suo appartamento. Lei aprì la porta e la prima cosa che notai furono quelle sue labbra rosee così piene, era la prima volta che la vedevo senza rossetto rosso. Indossava un pigiama di seta rosso. Deglutì. «Signorina Blossom, è belliss-».
«Chiudi il becco». Maledizione. Ma che aveva?
Mi fece cenno di entrare e chiuse la porta. L'appartamento era molto accogliente e l'odore che vi era all'interno era inebriante. Tutti i mobili erano rossi.
«Siediti qui» mi disse mentre sistemava alcuni fogli davanti a me.
Spostai il mio sguardo sulle sue gambe nude. Percepii i suoi occhi su di me, dedussi che la cosa le stesse dando fastidio per cui decisi di impegnarmi un minimo e mostrarmi più concentrata. Scoprii di non essere niente male in inglese. Forse perché lei era la mia insegnante. Notai i suoi lineamenti ammorbidirsi, quindi pensai di provare qualcosa.
«Non è poi così noiosa come pensavo, signorina Blossom».

«Ragazzina, devi davvero moderare i tuoi modi. Sono seria».
«Mmh... perché allora non mi da lei una bella lezione?».
Mi guardò con un'espressione rabbiosa.
«Antoinette, cos'hai appena detto?».
«Mi ha sentito».
Poggiai una mano sulla sua coscia.
«Miss Blossom... I-io non sono mai stata innamorata prima d'ora ma... ma dal momento in cui l'ho vista, beh...»
«Non mancarmi di rispetto in questo modo! Non sono il tuo giochino sessuale. Devo chiederti di andartene».
«Mi lasci senza fiato" Ero piuttosto convinta nel cercare di sedurla. Provavo davvero qualcosa nei suoi confronti.
Mi guardò con un'espressione meno nervosa. «Antoinette» sospirò.
«È Toni!» Dissi alzando gli occhi verso il soffitto con fare seccato.
«Hai appena osato alzare la voce con me?» Mi chiese lei con fare piuttosto calmo. Ad essere sincera era anche un po' inquietante ma l'intera situazione mi stava facendo eccitare e non poco.
«Sì, quindi?»
Si avvicinò al mio viso tanto che riuscii a sentire il suo profumo di fragola. Oh mio Dio. Mi avvicinai ancora di più a lei senza esitare. A quel punto, credo che capì ciò che avrei fatto di lì a poco e si apprestò a fermarmi posando un dito sulle mie labbra.
«Non puoi comportarti così. Smettila. Mi stai dando sui nervi, ragazzina. Sono stata chiara?» Mi guardò con uno sguardo talmente penetrante che giurai di aver percepito una forte scossa lì nel basso ventre.
«C-chiaro».
«Ti accompagno a casa». Merda. Voleva riportarmi a casa, sentii di aver fallito nel mio intento. Dopodiché si diresse nella sua camera per cambiarsi. Non riuscivo a starmene lì impalata. Volevo vederla nuda. Volevo toccarla e farle tutte quelle cose che mi vergognavo di aver pensato.

Entrai nella camera in cui si stava cambiando.

«Antoinette! Che stai facendo?!».
«Io-uh volevo scusarmi nuovamente per il mio comportamento immaturo" la guardai ipnotizzata.
«E devi farlo proprio adesso? Mentre sono in mutande e reggiseno?!».
«Scusi. Volevo solo chiederle una cosa».
Si avvicinò a me con un'espressione di sfida.
«Cosa c'è adesso, Toni?». Merda. Potei giurare di aver percepito un accenno di lussuria nei suoi occhi in quel momento. Aveva pronunciato il mio soprannome in maniera così seducente. Merda. Senza nemmeno rendermene conto, posai la mia mano sulla sua clavicola ed iniziai ad accarezzarla lentamente con le dita.
«Volevo sapere... l'avresti fatto anche per altri studenti? O devo ritenermi onorata?».

Non balbettai nemmeno, arrivai dritta al punto con decisione.

Lei mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Toni... fuori di qui, ora». Sembrò davvero irritata ma io stavo per diventarlo anche più di lei. Come osava rifiutarmi?
Sospirai con fare rabbioso e il mio respiro divenne più forte. Corsi fuori dalla stanza sbattendo la porta e aspettai in salotto con le braccia incrociate e le sopracciglia corrugate. Dopo aver sbattuto la porta la sentii urlare.
«Giuro che quando esco ti faccio vedere io, ragazzina».
Uscì con addosso pantaloni a vita alta e una canotta bianca. Dio, quant'era sexy. Mi leccai le labbra alla vista ma poi mi ricordai di essere ancora arrabbiata. «Alzati, Antoinette». Non dissi una parola e la seguii fino alla sua auto.


Il tragitto verso casa fu silenzioso. Quando arrivammo, feci per uscire dall'auto senza dire nulla ma lei mi afferrò per il polso facendomi voltare. Dopodiché mi prese delicatamente il mento con la mano e mi invitò ad alzare lo sguardo. Accarezzò il mio viso per qualche secondo prima di afferrarlo con più decisione e avvicinarsi ancora di più.
«Spero che non disturberai più le mie lezioni» poi la sua espressione si ammorbidì. «Sei una ragazza sveglia dopo tutto, Toni. Cerca di studiare». Era sul punto di sorridere ma ovviamente non lo fece.
«Fan-culo» dissi uscendo dalla macchina, sbattendo lo sportello.


Dio. Ma chi si crede di essere? Si comporta come se avesse 30 anni in più. La stronza ne ha appena 21!

Ed è incredibilmente sexy.

Quanto la desidero (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora