Capitolo 10

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Cheryl's POV

Mi svegliai distesa sul suo petto. Mi presi un attimo per ricordare ciò che fosse successo la sera prima e mi venne la pelle d'oca su tutto il corpo. Alzai gli occhi e la ritrovai a fissare la finestra con un'espressione preoccupata.

«Piccola?»
«Oh, buongiorno signorina Blossom.»
«Che hai?»
Le accarezzai delicatamente la guancia. Poi mi sistemai con la testa sorretta col gomito.
«Come posso avere tutte D e F in inglese?»
La guardai minacciosa. Mi stava prendendo in giro? «Ragazzina! Sono quelli i voti che ti meriti.»
«Uhm scusa Cheryl ma sono più che sicura di averti provocato almeno due orgasmi ieri notte.» 
Le detti un colpetto sulla spalla.
«Bada a come parli, Antoinette!»
«Alzameli, no?»
«No.»
«Come no?!»
«Non ho nessuna intenzione di farlo» dissi con tono pacato.
Lei mise il broncio.
«Oh andiamo! Non m'interessa studiare quella roba!»
«Perché?»
«È incredibilmente noiosa, cazzo!»
Sospirai e la guardai, controllando se fosse davvero seria. «E va bene. Vedrò cosa posso fare.»
Sorrise e mi ha baciò appassionatamente.
«Cheryl?»
«Mmh?»
«Ma cosa ti è preso ieri notte? Cioè, non ti avevo mai vista agire in quel modo.»
Divenni rossa.
«Beh... tu eri arrabbiata con me e io sapevo di aver commesso un errore perciò ho pensato bene di rimediare. Non ti ci abituare però.» La intravidi ridacchiare. Diamine, quanto mi faceva innervosire.
«Cheryl, penso che mi tratterrò per un paio di giorni.»
«Dove, piccola?»
«Qui. Nel tuo appartamento.»
«Cosa?! Perché?»
«Perché posso e anche perché i miei genitori torneranno a breve e non ho intenzione di passare del tempo con loro. Mentirò dicendo che sono in gita.»
La guardai scioccata. Voglio dire, il modo in cui pronunciò quelle parole non trasudava emozioni tristi o altro.
«Loro non ti piacciono?»
«Esatto.»
«Perché, piccola?»
«Adoro quando mi chiami piccola. Specialmente quando lo facevi ieri notte.»
«Ti ho fatto una domanda.»
«Mia mamma si comporta come se avesse 20 anni ed effettivamente ne dimostra 20, ma la stronza ne ha 40, ha anche fatto sesso con alcuni miei amici un paio di volte.»
«Wow.»
«Impressionante, vero?»
«E invece tuo padre?»
Notai la tristezza impadronirsi del suo viso per alcuni secondi. Distolse lo sguardo.
«Non mi piace averlo attorno, mi ricorda che non gli ho mai detto cos'ha fatto la mamma. Non se lo merita. È una brava persona, potrebbe trovarsi qualcun altro.»
"Piccola, forse dovres-»
«Sta' zitta. Non dirmi quello che devo fare.»
Mi voltò le spalle. Mi dispiaceva la sua situazione ma odiavo quando mi parlava in quel modo.
«Scusami» le detti un bacio sul collo.
«Oooh Cheryl!»
«Cosa c'è, piccola?»
«HBIC!»
«COSA? COME DIAVOLO FAI A SAPERLO?!»
«Ho indagato un po'.»
«Merda!»
«E così eri l'ape regina della scuola.»
«Suppongo di sì.»
«Raccontami tutto.»
«Beh... non saprei. Non piacevo a nessuno, ad essere onesti. Urlavo a tutti. Fondamentalmente ero una stronza.»
«Racconta di più.»
«Ugh. Me la prendevo con i ragazzini quando mi disobbedivano. Ero tremenda. Anche se a volte mi divertivo. Poi ero la più carina di tutte. Sempre.» Sorrisi a me stessa mentre ripercorrevo i ricordi di quei giorni da liceale.
«Lo so. Mia sorella me l'ha detto.»
«Come si chiama?»
«Melanie Topaz.»
«Oh cazzo!»
«Cosa?»
«CAZZO, TONI!»
«COSA C'È?!»
«Una volta noi... beh ci siamo baciate.»
La guardai con l'espressione da 'non uccidermi'. Lei si sedette.
«MA CHE CAZZO?!»
«AVEVAMO 16 ANNI. È STATO SOLO UN BACIO!»
«BUGIARDA!» disse afferrando il posacenere e tirandolo verso il muro, rompendolo in mille pezzi.
«TONI, MA CHE CAZZO CREDI DI FARE?!»
«MA CHE CAZZO CREDI DI FARE TU?! COME HAI POTUTO NON DIRMELO?!»
Afferrò le mie mani. Ero così arrabbiata. La spinsi sul letto e le bloccai le mani con una delle mie mentre con l'altra le strinsi la mascella con violenza.
«Ascoltami, ragazzina. Non ti permettere mai più di reagire così. La prossima volta che rompi qualcosa, ti spezzo in due.»
Lei riuscì lentamente a liberarsi dalla mia presa, afferrò un bicchiere dal comodino e lo sbattè forte. Si ferì la mano ed iniziò a sanguinare smoderatamente.

«Cazzo» sussurrai quando vidi quanto fosse insanguinata la sua mano. Nonostante cercasse di fare la dura, notai alcune lacrime scivolarle sulle guance.
«Fa male» si lamentò. Dio, quant'era infantile.

«PERCHÈ NON PARLI PRIMA DI AGIRE? NON PUOI ROMPERE LE COSE IN QUESTO MODO... SMETTILA DI ESSERE COSÌ IMMATURA!» urlai, ma vedendola dispiaciuta capii che aveva compreso le mie parole.
«Cazzo...» sussurrò chiudendo gli occhi e buttando pesantemente la testa sul cuscino. Pensai che si fosse calmata.

«Siediti» le ordinai con tono seccato. Lei mi ubbidì. Notai che mi stava fissando facendo gli occhi dolci, probabilmente pensava di cavarsela così. Però, Dio, quanto mi sentii in colpa per aver baciato sua sorella. Mi sentii un'idiota.
Poi presi il kit di medicazione dal cassetto.

«S-signorina Blossom.»
«Che?» ribattei con rabbia.
«Provavi qualcosa per lei?»
Sospirai.
«No. Eravamo ubriache. E quel bacio durò appena 10 secondi. Non provavo niente per nessuno all'epoca.»
Mi guardò di nuovo, questa volta non potei fare a meno di guardarla anch'io. «P-provi qualcosa per me?» mi chiese speranzosa. Non sapevo cosa rispondere. O meglio, sicuramente provavo qualcosa ma in quel momento non potevo ammetterlo.

«Beh... mi hai distrutto due cose e io sono qui a medicarti. Vedi un po' tu.» Lei accennò un sorriso. Io alzai gli occhi al soffitto.

«Hai fame?»
Lei annuì.
«Cosa vuoi?»
«Ummm....pancakes!»
«Uff, sono troppo stanca per cucinarteli.»
«Ma a me fa male la mano.»
La guardai digrignando i denti.

«Mangia.»
«Non è facile, non riesco ad usare la mano.»
«SENTI, RAGAZZIN-»
«Okay! Okay! Faccio da sola.»
La intravidi provarci con fatica. 
«Oh, fai fare a me» dissi mentre prendevo la forchetta e mi accingevo ad imboccarla. Mi guardò con un ghigno provocatorio. Come se avesse vinto un qualche premio.
«Perché devi sempre rompere qualcosa?» le domandai seriamente.
«Credo di avere qualche problema di gestione della rabbia, è una cosa che faccio sempre» mi rispose lei parlando a bocca piena. 
«Beh, non potevi farlo da qualche altra parte?» chiesi arrogantemente. «Lo so, scusa.» La fissai. Era così carina. Mi avvicinai e le baciai la fronte.
«Devo ammettere che un po' mi eccita quando ti arrabbi.»
«Oh, concedetemi una pausa tu e quella tua mente perversa!»

Si mise a ridere. Mi piaceva così tanto.


NOTE TRADUTTRICE:

Scusatemi tanto per averci messo un'eternità nel postare questo capitolo ma sono stata impegnatissima nell'ultimo periodo 😅

Spero vi sia piaciuto, alla prossima! 😘

Quanto la desidero (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora