Capitolo 7

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Mi svegliai verso le 10. Cheryl dormiva ancora, sembrava così dolce e vulnerabile in quel momento. Non sapevo come dirle che non avevo sentito la sveglia. Cavolo, pensai che si sarebbe arrabbiata un sacco. La sentii muovere dietro di me. Pensa rapidamente, Antoinette.


«Toni...?»
«Uhm, sì... signorina Blossom?»
«Che ore sono?»
«Sono le 10 ed è domenica». Davvero, Toni?


«Uhm. Aspetta... C-COSA? QUANTO ABBIAMO DORMITO?!»

Si alzò di scatto mentre io seppellii la faccia tra i cuscini.


«Scusa... ti prego non avercela con me.»
«Piccola, come puoi non aver sentito la sveglia?»
Mi aveva chiamata "piccola". Oh mio Dio.
«Beh ma non l'hai sentita nemmeno tu.»


«Lascia perdere. UGH quanto mi fai arrabbiare. Non capisco come io abbia potuto addormentarmi senza prima settare la sveglia. Davvero non t'importa di niente, vero?»


«Mi dispiace... signorina Blossom» cercai di sembrare quanto più dolce e tenera possibile.
Lei mi lanciò un'occhiataccia.
«Cazzo, ho fatto un casino... mi dispiace, dico davvero.» La guardai sempre abbracciando il mio cuscino e nascondendomici dentro. A parte questo, indossavo reggiseno e mutandine neri di pizzo.
«Mmh. Vieni qui» disse tirandomi a sé ed io mi sistemai a cavalcioni su di lei. Facemmo sesso di nuovo. Anche se lei non mi permise di toccarla. Magari me lo avrebbe permesso quella sera?

Questo -qualsiasi cosa fosse- con Cheryl era davvero la cosa migliore che mi fosse capitata, anche se evitavamo di parlarne.

Il problema era che effettivamente lei aveva solamente 3 anni più di me e non ci volle molto prima che una sera ci ritrovammo nella stessa discoteca. Io non la vidi. Ma lei fece caso a me. Ero ubriaca fradicia quella notte. Salii sul palco e afferrai il microfono.


Cheryl's POV


'Oh cazzo' pensai non appena la vidi entrare nel locale. Era così sexy ma non potevo andare da lei e salutarla come se niente fosse. Ero pur sempre la sua insegnante. La tenni d'occhio per tutta la serata. Mi trovavo con le mie amiche, le quali sapevano di lei. Più o meno... Smisi di prestarle attenzione finché non la vidi a salire sul palco con un bicchiere di whisky e un microfono in mano.


«Ehm... buona sera a tutti! Cazzo, sono le 2 di notte... comunque, avrei qualcosa da dire.»
Io e le mie amiche ci guardammo preoccupate, sapendo cosa avrebbe potuto dire.


«Io amo fottutamente Cheryl Blossom.»
«MERDA!»
Veronica, una delle mie amiche, si precipitò verso di lei e l'afferò per un braccio mentre io mi diressi verso l'auto.
Aveva ancora il microfono in mano e la sentii mormorare qualcosa a Veronica. «Ayeee come ti permetti? Non mi toccare, voglio solo dire che amo Cher-» fu interrotta dalla mano di Veronica sulla sua bocca.


Salii in macchina e Veronica aiutò Toni a salire.
«Che? Signorina Blossom! Oh mio Dio... sei qui! Dammi un bacio» «Grazie mille, Veronica. Ti chiamo dopo.»



Cercai di tenerla d'occhio mentre guidavo. Stava ridacchiando e ogni tanto mi si buttava addosso cercando attenzioni. Era ubriaca fradicia.
«Adesso tutti sanno che sono sua, signorina Blossom.»
«Dimmi, Antoinet-"


«Oh merda questo non è un buon segno.»
«Cosa? Stai per vomitare?»
«Ew no. È solo che quando mi chiami col mio nome completo capisco di essere fottuta.»
«Stai zitta. Non ti è passato per la testa che magari qualche ragazzino ti ha ascoltata e potrebbe dirlo al preside? Potrei perdere il lavoro. Tu potresti essere espulsa. Non ti è passato per la testa, cazzo?!»
«Non mi vergogno di esternare i miei sentimenti per te. Sei una stronza! Ti ho detto tutte quelle cose carine e questa è la tua reazione.»
«Come mi hai chiamata?!»
«Uhm... non me lo ricordo più.»
«Mamma mia, è ubriaca da morire.»


Arrivammo al mio appartamento. La aiutai a farsi una doccia per farle smaltire la sbornia. «Cazzo, Cheryl. Possiamo smetterla di urlarci contro? Già mi sento in imbarazzo.»
«Certo, parleremo non appena sarai sobria.»

Mi accesi una sigaretta e inspirai profondamente.

«Quindi?» espirai. «Cos'è successo stasera?»
«Non sapevo nemmeno fossi lì... mi sono ubriacata a merda.»
«Smettila di imprecare.»
«Okay.»
«Quanti di loro erano sobri?» Mi guardava continuamente il petto dato che ero in reggiseno. Mi ero tolta la maglia mentre la aiutavo a farsi la doccia. Questo, però, le stava rendendo difficile concentrarsi.
«Antoinette, ti ho fatto una domanda.» Mi accesi un'altra sigaretta.
«Credo che fossi l'unica super-ubriaca...»
«E?»
«Lo so, sono un'idiota. Ma immagino che non sarà un grosso problema.»
«OH TU DICI? Sei pazza?! Non sei una bambina, ragiona!» Urlai. Lei mi guardò con un'espressione triste.
«Prendi la tua roba, ti porto a casa. Tutto questo è stato un errore.»                                       «Aspetta... cosa? Cos'è che è stato un errore?»
«Noi.»
«Ah sì?»
«Chiaramente non ti interessa rovinare la carriera degli altri.»
«Fanculo tu e la tua carriera! Non serve che mi accompagni a casa! Vaffanculo!» urlò spingendomi.
«Non urlare così!»
«E sa cosa, signorina Blossom?»
«Che c'è?!»
«Non m'interessa se perdi il lavoro. Sei una stronza manipolatrice, i miei sentimenti erano reali. Sei davvero una merda.»
«Bada a come parli, ragazzina!» La spinsi contro la porta e poggiai la mia mano appena sopra la sua testa. Lei mi guardò con gli occhi lucidi, sembrava stesse per piangere.
«Ho fatto un errore nel permetterti di toccarmi. Sei come tutte le altre.» E dopo quello se ne andò. Quell'ultima frase mi fece male, mi ferì. Cazzo. Mi resi conto che aveva lasciato il telefono nel mio appartamento. Non avrei potuto nemmeno scriverle.

Dio, ero stata una stupida a lasciarla andare via così. 

Quanto la desidero (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora