Capitolo 17

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Hongjoong's pov

Passavano giorni, ed anche settimane, il nostro primo trimestre stava quasi arrivando al termine, e generalmente, per questo momento, erano in programma delle pause didattiche.
Consistevano nel fermarsi con le spiegazioni di nuovi argomenti e la possibilità, per chi non aveva nessuna carenza in alcuna materia, di assentarsi dalle lezioni e dedicarsi a sè stessi, o ai corsi pomeridiani.
Il tutto, per una sola settimana.

C'era chi preferiva andarsene dall'istituto, per esempio con i genitori, o c'era chi invece si riposava e basta. Io e Mingi saremmo rimasti, anche perchè lui aveva alcune materie valutate insufficienti.

Ero leggermente di fretta, Jongho mi aspettava nella sua camera per parlarmi.
Passavo l'asciugamano per assorbire un po' d'acqua dai miei capelli, nel mentre mi avvicinavo al mio coinquilino.

"Mi aiuti?"
Chiese abbassandosi nella scrivania in legno chiaro.

"Che ti serve?"
Chiesi sistemandomi la maglietta.

"Non riesco a capire nulla, è totalmente arabo, cosa significa -ln(x+1)= -2?"

"Mingi è una semplice equazione logaritmica: per prima cosa moltiplichi tutti e due i membri per -1, rendendo tutto positivo, dopodiché scrivi il primo ed il secondo membro dell'equazione come se fossero esponenti di e. ""è la base del logaritmo naturale, ricordi? E questo è il procedimento per  semplificarlo.
Resterà x+1=e elevato 2, allora sposti l'1 ed il gioco è fatto!"
Spiegai indicando rispettivamente ogni cosa, man mano per come la stavo nominando.

"Non so se ho capito tutto, o sono ancora più confuso di prima..."
Chinò di nuovo il capo su foglio a quadretti, cominciando a scrivere alcuni numeri, seguendo quello che gli avevo suggerito.

"Stai andando bene, se finisci questo passaggio, ti esce."
Guardai attentamente quello che stava scrivendo.

"Mi è venuto il risultato giusto!"
Esultò constatando che stava procedendo bene.

"Vedi? Non era tanto difficile, alla fine ci sei riuscito, con le altre devi seguire lo stesso procedimento."
Diedi una sbirciatina alle altre dieci tracce simili a quella che avevamo appena svolto.

"Ho capito. Tu? Stai uscendo?"
Si girò verso di me, avvolgendomi i fianchi con un braccio, per avvicinarmi a lui.

Mi lasciai trascinare, mentre tenevo lo sguardo fisso sui suoi fogli, tanto per non incrociarlo con il suo. L'intento era proprio quello di uscire.

"Esatto, Jongho deve parlarmi di una cosa, non so bene di cosa si tratti, quindi lo raggiungo nella sua camera e chiacchiero un po' con lui.
Tu stai studiando, almeno non ti disturbo."
Appoggiai, preso di coraggio, una mano sulla nuca del rosso, andando a massaggiarla con le dita, mentre mi convinsi ad incrociare lo sguardo con il suo.

"Ho capito, va bene."
Mi mollò subito dopo, piegando su sé stesse le labbra, poi gonfiando le guance.

"Se ti serve aiuto, chiamami che arrivo, a dopo."
Mi allontanai, poi uscendo da quella camera.

Camminavo pensieroso per il corridoio, principalmente mi passava in mente la nottata tra me e Mingi, e quelle foto, ormai sviluppate, che tenevamo sulla scrivania.
Quando ascoltavo musica, mangiavo, dormivo, studiavo, bevevo, parlavo con qualcuno, ero solo, ero a lezione, al  bagno, in macchina, in piscina, non faceva altro che passarmi in testa la scena e tutto si ripeteva.
Il cortometraggio mentale, si mescolava anche con altri avvenimenti, tipo baci o abbracci, che di fatto non erano avvenuti, ma essendo io il regista dei miei ricordi, perchè non aggiungere qualcosa?

Quel che c'è da dire, è che pensavo troppo a quel momento, ed avrei pagato per riviverlo.

"Hongjoong!"
Mi fermò Seonghwa, mentre stavo per avvicinarmi alle scale del quarto piano.

"Dimmi, tutto bene?"
Chiesi, vedendolo sudato.

"Sì, insieme a San stavamo cambiando le lenzuola, ma non trovo da nessuna parte il ricambio per il letto matrimoniale, sai che nella camera nuova abbiamo quello..."
Gesticolò, leggermente infastidito dal fatto che chissà quante volte aveva fatto il giro delle lavanderie.

"Di solito la biancheria la tengono dal primo piano, se non riesci a trovarla nelle lavanderie, chiedi alla collaboratrice all'inizio del plesso, la signorina Kim si occupa sempre di queste cose. La riconosci dai capelli rossi e frangetta corta drittissima.  Sono di fretta, scusami se non ti aiuto come dovrei."
Mi inchinai, in segno di rispetto.

"Scherzi, sei sempre disponibile, mi hai aiutato tantissimo, grazie mille presidente!"
Anche Seonghwa ricambiò l'inchino.

Dopodiché salii le scale, essendo in ritardo rispetto all'appuntamento che avevamo fissato con Jongho, infatti ci saremmo dovuti incontrare alle sette precise, invece era quasi di mezz'ora il mio ritardo.

"Apro subito, dammi un momento."
Disse attraverso la porta.

Poi mi fece entrare, ed accomodare nella sedia della sua scrivania, mentre prese posto sul letto, così che potessimo guardarci faccia a faccia.

"Qual è la novità grandiosa? Scusami il ritardo, ho avuto cento cose da sbrigare, ma ora sono tutt'orecchi."
Mi sistemai più comodo, per sentire, quindi, quale fosse la notizia.

"Hai presente Lee Chaeyun?"
Domandò, retoricamente, perchè ovviamente sapevo chi fosse.

"Tipo la tua cotta da un anno e mezzo, sì forse ne ho sentito parlare..."
Scherzai, spronando a parlare.

"Potrebbe essere successo che il giorno dell'incontro con i rappresentanti di classe di qualche settimana fa, siamo andati in classe di Mingi e San..."
Gesticolò, alludendo.

"Eh? Quindi?"

"Come ben sai la brava Lee, è stabilmente fidanzata, quindi ti chiederai sicuramente perchè mi ha portato in quella stanza, mano per mano e con la gonna più corta della frangetta della signorina Kim...
 Ha avuto una piccola lite con il suo amorino, e mi ha chiesto di farle dimenticare il momento...!"
Sorrise, pavoneggiandosi.

"Ma stai scherzando?"
Chiusi gli occhi sorridendo, incredulo di quel che stava raccontando.

"Lee, come sai non mi ha mai dato tante attenzioni, ma mi trovavo solo e due paroline sono bastate per farmi esplorare le zone nascoste... E ragazzo mio, a saperlo gliele avrei dette prima quelle paroline."
Insinuò, continuando con lo stesso tono.

"Sto per rimettere, non posso immaginarti!"
Esclamai io, coprendo le orecchie come simbolo.

"Eppure è successo."
Diede un sorso all'acqua, producendo un fastidioso suono, nel mentre ingoiava il liquido.

"...Sì, poi?"
Chiesi, ormai propriamente curioso di sapere altro.

At School // WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora