Luke era ancora incredulo. Chanel gli aveva stretto la mano, lei riusciva a capirlo! Non sapeva se fosse per egoismo o per altro ma sta di fatto che non lo raccontò a nessuno e iniziava a sentirsi in colpa soprattutto nei confronti di Michael, doveva raccontarlo almeno a lui, aveva il diritto di sapere. Così, seduto su quella sedia, mentre i suoi amici parlavano tra di loro - Vi devo dire una cosa.- esordì, preso dal nervosismo. Calum e Michael si voltarono verso di lui e lo guardavano sollecitandolo a parlare, - Ehm, allora... Quando... Quando ero in ospedale io... Ho preso la mano di Chanel e... E lei me l'ha stretta, solo che continuava a dormire, penso... Penso che lei riesca a sentirci. È un buon segno, no?- I due spalancarono gli occhi, - Ma oggi non sei andato in ospedale, l'ultima volta è stata quattro giorni fa, prima che ti convincessimo a tornare a casa, sbaglio?- dopo la domanda del rosso, il biondo scosse la testa. Silenzio. Silenzio che venne rotto all'improvviso da una mano sbattuta violentemente sul tavolo e dalla voce fredda di Calum, - Perché non ce l'hai detto prima?- chiese con il tono più distaccato che potesse avere. Michael, prevedendo una lunga lite tra i due, decise di fermarli sebbene fosse anche lui arrabbiato, - Ora questo non importa, è un buon segno questo, significa che abbiamo più probabilità che si svegli, credo.- i due annuirono, trucidandosi a vicenda con lo sguardo. Ormai erano in competizione quei due e non potevano mantenere la stessa amicizia di prima. - Dovremmo dirlo al medico. Dai, prendete i cappotti. Andiamo.- e i tre si avviarono in silenzio all'ospedale. Non avevano bisogno delle parole, a loro bastava guardarsi per comunicare, erano come tre pezzi di una catena, solamente che all'inizio erano tutti e tre legati, fino a formare un cerchio, ora due pezzi si erano staccati tra di loro, Luke e Calum, e c'era solo Michael, in mezzo, che li teneva uniti.
Emily quel venerdì non aveva voglia di andare a scuola, ma si era ripetuta che non avrebbe dovuto perdere anche quell'anno, che essere bocciata una volta era già sufficiente. Così si costrinse ad alzarsi. Fece una doccia e quando fu pronta guardò il proprio riflesso nello specchio. Vedeva una ragazza a metà, da una parte era triste e preoccupata per Chanel, ma dall'altra era libera perché era riuscita a parlare con Ashton, raccontandogli ogni cosa, anche di Jake. Aveva delle occhiaie gigantesche ma non le importava minimamente. Non riusciva a dormire in quella casa vuota, i suoi genitori quando accadde quel fatto erano a Perth, quando avevano saputo erano tornati ma poi erano dovuti ripartire. Era sola. Vuota come quella casa. Sentì il campanello suonare: Ashton. Diede un'ultima e veloce occhiata allo specchio per poi dirigersi alla porta, da quello che era ufficialmente tornato ad essere il suo ragazzo. - Ciao amore.- la salutò lui sorridente, la chiamava 'amore' perché, anche se non se l'erano mai detti, si amavano quei due, si amavano tantissimo. La bionda sorrise in risposta e dopo aver ricevuto un bacio sulla fronte dal riccio, propose di andare. - Oggi andiamo a trovare Chanel?- chiese Ash, - Certo.- rispose lei facendo il sorriso più falso che potesse esistere, perché le faceva male pensare a cosa era successo alla sua migliore amica, e tutto per colpa sua. - Ma hai dormito stanotte?- chiese il ragazzo visibilmente preoccupato guardando la sua ragazza e notando solo in quel momento le enormi occhiaie che ci tornavano i suoi occhi, ma che non riuscivano a farla sembrare meno bella. Emily scosse la testa, - È tutta colpa mia: se non avessi raccontato tutto a Chanel ora lei sarebbe felice e non si troverebbe in quel cazzo di ospedale!- sbottò, - Se non avessi raccontato tutto, Matt continuerebbe a farti del male e noi non saremmo tornati insieme nonostante io ti ami più della mia stessa vita.- ecco, l'aveva detto, Ashton aveva affermato di amarla ed Em lo guardava stupita, - Puoi... Puoi ripeterlo?- chiese balbettando, lui sorrise, le prese la mano, si fermò e disse: - Ti amo più della mia stessa vita Emily Benson.- alla bionda quasi scendevano le lacrime per la gioia, lo guardò negli occhi e decise anche lei dirgli ciò che provava, - Anche io ti amo più della mia stessa vita Ashton Irwin.- e i due si baciarono, lì sul marciapiede, con tutte le persone che andavano di fretta e li schivavano lasciandosi scappare qualche insulto. Quando si staccarono si sorrisero e ripresero a camminare con il sorriso stampato in faccia. Arrivarono in ritardo e, costretti ad entrare alla seconda ora, si diressero in cortile. Il cellulare di Ashton squillò, - Torno subito.- disse scoccando un bacio a fior di labbra alla sua ragazza. Emily rimase da sola per un quarto d'ora pieno finché non arrivò un ragazzo che si sedette accanto a lei, - Ciao bellezza.- quella voce irritante le fece alzare la testa, - Drake.-, ad Ian Drake Emily era sempre piaciuta e la infastidiva ogni volta che la vedeva con la convinzione di apparire seducente e, sì, era un bel ragazzo, ma aveva Ashton che era decisamente meglio. - Ci rivediamo Emily.- Disse mettendo una mano sopra la sua e beccandosi un'occhiataccia dalla bionda che stava per ribattere con un insulto ma il suo ragazzo, che aveva visto tutta la scena, la precedette e - Ehi, sfigato, non toccarla, capito?- incalzò con il viso rosso di rabbia, cosa che fece ridere leggermente la ragazza, - E tu chi sei per dirmi quello che devo fare?- chiese Ian con quel solito sorriso strafottente che albergava sul suo viso, Em guardò il riccio e capì di dover intervenire altrimenti la questione sarebbe finita male, - È il mio ragazzo. Ora se non ti dispiace, dovremmo andare in classe.- e, quando la campanella finì di suonare, prese la mano di Ash che rideva per l'espressione sconcertata dell'altro alle parole 'il mio ragazzo'. Così i due si incamminarono verso l'ingresso dell'edificio preparandosi ad una giornata assolutamente noiosa.
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Beside You|| 5 seconds of summer
Teen FictionEmily è una ragazza insicura, timida e diffidente. Chanel dà troppa importanza al giudizio degli altri e in lei non vede altro che difetti. Entrambe segnate da un passato difficile che le ha costrette ad indossare una maschera che non sono pronte a...