Capitolo 9.

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"L'amore è la coscienza nascosta da un vetro"


Lily era tornata a scuola da una settimana, era stata discreta e si comportava bene, le ripetizioni di Astronomia erano andate meglio, si erano limitati a parlare solo di Costellazioni dello Zodiaco, senza strani accenni ai significati dei nomi o altre cose simili.
Sua madre giaceva ancora su un letto d'ospedale e, se suo padre diceva di vederla sempre un po' più colorita, dolorosamente Lily si stava arrendendo all'idea che sua madre la stava piano piano abbandonando. A volte si chiedeva come sarebbe stata la vita senza di lei e l'unica risposta che trovava era che sarebbe stata maledettamente vuota. Perché sì, sua madre era una rompipalle che urlava spesso, che continuava a ripetere di non fidarsi di libri antichi, soprattutto se avevano le pagine bianche, e che costringeva i figli a disinfestare il giardino dagli gnomi, però era anche un vulcano. Era forte, e lo era nelle piccole cose, tipo gestire un figlio come James insieme a Lily o organizzare dei grandi pranzi estivi in giardino con i figli e i rispettivi amici, o prendersi cura di Teddy quando aveva a malapena diciassette anni ed era appena uscita da scuola.
Un sabato mattina di febbraio (Lily sarebbe dovuta andare in ospedale solo nel tardo pomeriggio perché quella mattina c'erano suo padre e James) lei ed Andrea sfruttarono l'uscita ad Hogsmeade per lasciarsi alle spalle il peso di quelle due settimane infernali. Fecero un giro da Mielandia, poi Zonko e infine la tappa fissa: i Tre Manici di Scopa. Stranamente era un po' meno affollata del solito. «È per san Valentino» le fece notare Andrea. «È infrasettimanale e molta gente è uscita oggi, visto che quella dopo è molto tardi».
Lily intravide suo fratello, Malfoy e Zabini seduti ad un tavolo così si girò dall'amica e la guardò con un sorriso furbo: «Visto che il piano che aveva proposto Malfoy è saltato perché io mi sono lasciata con Lorcan e poi ne sono successe di ogni, che ne dici se ci sediamo con loro?» anche gli occhi di Andrea si illuminarono.
«Sì! Così tu sei con Scorpius e io con Albus e... Ma c'è Zabini» osservò delusa.
«Ascoltami, so che deve andare a comprarsi delle nuove piume, non dovevi comprarle anche tu?» l'amica annuì. «È perfetto! Malfoy sa già tutto, basterà solo avvisare Zabini. Forse se lo convinco a seguirmi in bagno con allusioni sessuali ce la facciamo!» esclamò soddisfatta.
«Vuoi portarti in bagno Zabini davanti a Malfoy? Non mi sembra una buona idea...»
«Manco a me piace molto ma Malfoy ha la ragazza, non mi guarderebbe manco se ballassi nuda davanti a lui e io ti ho distrutto il piano e devo rimediare. Hai altre idee?» domandò retorica ma con un briciolo si speranza che Andrea avesse una soluzione diversa, ma quest'ultima scosse la testa. «Bene, andiamo!» disse assumendo un'aria da gatta morta.
«Ciao ragazzi!» disse civettuola raggiungendo il tavolo. Era a disagio, non era capace di stare in quella parte, totalmente fuori luogo e per di più davanti a Scorpius che l'avrebbe scambiata per una poco di buono, di nuovo. I ragazzi le guardarono con tanto d'occhi probabilmente pensando che Lily fosse diventata matta tutta d'un botto. «Possiamo sederci? Non ci va di stare da sole oggi» aggiunse facendo l'occhiolino a Zabini che strabuzzò gli occhi confuso. Anche Albus sembrava sconvolto. Scorpius aveva un'espressione imperturbabile.
«Lily tutto bene?» domandò Al.
«Certo tutto benissimo, c'è qualcosa che dovrebbe andare male?» calò il silenzio per qualche istante. «Allora possiamo sederci o no?» chiese spazientita. Il fratello maggiore annuì: Lily si accomodò accanto a Zabini, Andrea accanto ad Albus. Qualche minuto dopo Lily era spalmata su Zabini con la bocca paurosamente vicina al suo orecchio. «Seguimi in bagno senza farti notare» soffiò autoritaria. Staccò la mano che stava lascivamente accarezzando il braccio di lui e si alzò: «Vado un attimo ad incipriarmi il naso».
«Incipriarti il naso?» si stupì Albus che non aveva visto la sorella mettere manco il burro cacao.
«Assecondala» sentì in lontananza Andrea rispondere e, sentendosi leggermente in colpa con Scorpius, si diresse verso il bagno delle donne. Fu questione di qualche minuto e Zabini la raggiunse. «Le buone vecchie abitudini non muoiono mai» disse sorniona Lily.
«Si può sapere cos'hai in mente?» quasi urlò innervosito.
«Calmati e abbassa la voce» iniziò. «Non metterti in testa strane cose, una volta basta e avanza». Zabini parve offeso da quella affermazione ma Lily lo ignorò. «Alla mia amica Andrea piace Albus, quindi quando lui dirà di dover andare da Scrivenshaft e lei lo seguirà tu non andrai, Malfoy lo sa già quindi capirà. Intesi?»
«Come fa a saperlo Scorpius?» chiese guardingo.
«Storia lunga» tagliò corto Lily.
«Dovevi per forza farmi fare la figura del depravato davanti a tuo fratello? Non potevi scriverlo su un fazzoletto o chiedermi di accompagnarti a prendere altra Burrobirra?» domandò alterato.
«Non ci ho pensato» ammise.
Prima lei e poi lui tornarono a sedersi ai rispettivi posti, Albus, Scorpius ed Andrea sembravano essere totalmente immersi in una discussione che Lily non seguì persa com'era nei suoi pensieri.
Quello che Zabini le aveva detto in bagno era vero: poteva trovare altri mille modi più innocenti per comunicare con Zabini, e invece aveva scelto quello più equivoco e meschino mettendo in cattiva luce sia lui che sé stessa. Forse le si stava davvero fondendo il cervello. Effettivamente per quanto la sua vita avesse acquisito almeno una parvenza di normalità, faceva ancora fatica ad addormentarsi o a fare sogni tranquilli. «Lorcan Scamandro non sarà troppo contento di essere cornuto». Quando la voce gelida di Malfoy giunse alle sue orecchie, Lily sussultò.
«Cosa c'entra Lorcan?» chiese indispettita.
«Be' è il tuo ragazzo...» osservò.
«Ci siamo lasciati mesi fa e anche se lo fosse non sarebbero affari tuoi, ma grazie per avermi dato velatamente della facile di nuovo» rispose furiosa.
La conversazione si era svolta a voce bassissima, nonostante la tensione tra i due. Nessuno si era accorto degli sguardi di fuoco che si erano lanciati, né avevano sentito quello scambio di battute. Con la scusa di avere molti arretrati da recuperare, e rassicurando Andrea di godersi la giornata e non preoccuparsi per lei, prese la borsa, il mantello e abbandonò il torpore della locanda. Ma non si diresse al castello, bensì alla Stamberga Strillante. Per lei, che sapeva non essere la casa più infestata d'Inghilterra, non aveva quel fascino che aveva agli occhi degli altri ma era un posto solitario perciò si accomodò su un tronco particolarmente comodo e la guardò.
Negli ultimi giorni oltre a sognare bare, cimiteri, funerali, celle di Azkaban, e quant'altro, aveva sognato anche un'altra persona che Lily aveva dimenticato fino ad una settimana prima: Jackson Thomas. C'era una cosa che Lily non aveva mai detto a nessuno, né ai suoi fratelli, né ai suoi genitori, né ad Andrea o Hugo, un segreto che si sarebbe portata nella tomba se fosse stato necessario, un po' perché si vergognava, un po' perché ricordare quelle cose la faceva sentire ferita nell'orgoglio.
Aveva iniziato ad uscire con Jackson a metà del terzo anno di Lily, lui aveva già sedici anni ed il fatto che un ragazzo così grande guardasse proprio lei la faceva sentire emozionata. Era carino, pelle olivastra, capelli e occhi scuri e sebbene non praticasse sport aveva un fisico asciutto ed era molto abile con la scopa. I primi tempi erano stati bellissimi, a ripensarci le spuntava un sorriso: le faceva un sacco di complimenti e tante piccole sorprese. Una sera di maggio, il giorno del suo compleanno, avevano fatto un giro in scopa al chiaro di luna e Lily poteva giurare che in quel momento, a 14 anni appena compiuti, era la persona più felice sulla faccia della terra.
Essendo una relazione super segreta per via dei suoi fratelli, durante l'estate si erano visti poco, lui nel frattempo aveva compiuto diciassette anni, quindi poteva smaterializzarsi e ogni tanto si prendevano un gelato insieme al tramonto per le strade di Grodric's Hollow. Ed era in quelle stesse strade che le cose avevano iniziato ad andare male. Lui pretendeva qualcos'altro oltre i baci ma Lily non si sentiva ancora pronta, aveva solo quattordici anni! In un primo momento gliene aveva parlato e lui aveva accettato la cosa ma una volta ad Hogwarts fu come se tutto quello che gli aveva confidato non esistesse più. Diverse volte, infatti, aveva tentato un approccio più approfondito e Lily lo aveva rifiutato. Una sera, però, era deciso ad ottenere ciò che voleva. All'inizio lei aveva cercato di respingerlo, poi, con il cuore pesante e le lacrime, gli permise di entrare in lei. Di quel momento ricordava solo gli occhi chiusi e il desiderio che quella tortura finisse il prima possibile. La mattina dopo lei lo aveva lasciato.
I mesi a seguire erano stati mesi molto difficili, Andrea era l'unica a conoscenza della relazione e non capiva come un giorno stessero così bene e l'altro lei lo avesse lasciato. Dapprima non aveva creduto ai semplici "non funzionava più" e "non andava già da tempo" poi si era arresa vedendo che lentamente l'amica si stava riprendendo e solo verso marzo dell'anno precedente era tornata l'energica Lily di sempre. Ad aprile dell'anno dopo era successo il fattaccio, come lo chiamava lei, con Zabini e a distanza di undici mesi non ricordava manco il perché.
Fissò ancora il paesaggio circostante rimasto immutato e poi improvvisamente la lampadina si accese.
Era andata con Zabini fondamentalmente per due ragioni: la prima era che voleva riscattarsi. Jackson l'aveva presa con la forza ma lei sapeva concedersi a chi voleva e soprattutto quando voleva; la seconda era perché quel pomeriggio Scorpius le aveva detto che era solo una bambinetta e che non avrebbe scommesso un galeone su di lei. Allora lei per ripicca era stata con il suo compagno di stanza nella speranza che quest'ultimo glielo riferisse. E si trovò a pensare che alla fine era sempre lui. Lei girava intorno a Scorpius prima ancora di rendersi conto di provare qualcosa di più profondo per lui. Sogghignò pensando che forse il Cappello Parlante avrebbe fatto bene a smistarla in Serpeverde.
«Eccoti finalmente!» una voce maschile la costrinse a smettere di pensare e la fece voltare. Zabini arrivava dal sentiero principale ed era esasperato.
«Mi cercavi?» chiese.
«Andrea mi ha detto di venire direttamente qui ma io sono testardo e sono andato prima al Castello solo che aveva ragione Andrea e quindi sono tornato indietro» rispose secco rimanendo in piedi.
«Ti ha chiesto lei di venire a cercarmi?»
Lily sapeva quando fosse apprensiva e attenta la sua amica e di certo non si era fatta sfuggire il cipiglio furente quando aveva lasciato il pub. Il ragazzo annuì. «E poi volevo scusarmi per Scorpius».
«E perché non lo fa lui?» domandò mentre sentiva la rabbia ribollire.
«Lui fa così quando è...» si fermò come a cercare le parole. «Fa niente lascia stare» concluse facendo un gesto della mano.
«Quando è cosa?» si intestardì lei.
«Lui è tagliente, antipatico e punge velenoso proprio come uno scorpione ma non è una cattiva persona o Al non sarebbe suo amico». Lily rifletté sulle parole che Zabini le aveva appena detto e soprattutto sul perché le avesse dette proprio a lei.
Poi sorrise e alzò la testa per guardarlo «Zabini lo sai che credo di non conoscere il tuo nome?» il ragazzo sorrise. «Credo che anche tuo fratello e Scorpius lo abbiano dimenticato. Mi chiamo Jacob».

Scorpius era furente. La Potter metteva in discussione tutte le sue certezze e lo faceva innervosire. Un attimo prima era un cucciolo che ha bisogno di essere consolato e quello dopo fa la gatta morta che cerca di portarsi in bagno il suo migliore amico. Davanti a suo fratello! Davanti a lui! Lo faceva a posta per condurlo sulla strada della pazzia, ne era certo. Se non contava il fatto che lei non era a conoscenza dei suoi sentimenti e che era ancora convinta stesse con Giada.
L'unica nota positiva in quella situazione era che aveva lasciato Lorcan addirittura mesi fa. E perché lui non sapeva niente? Non lo sapeva manco Al? Perché tutti avevano taciuto questa informazione? Forse perché con chi esce la Potter non è affar tuo, gli disse una vocina molto simile a quella di Zabini nella sua testa. Zabini.
Era già così difficile essere gelosi di Ted Lupin, Lorcan Scamandro e più da metà della scuola (perché sì, Lily era ben vista dalla popolazione maschile anche se lei non lo notava o faceva finta di non notarlo), se ci si metteva in mezzo anche Zabini era alla frutta!
Scorpius si meravigliò di sé stesso: era la prima volta che ammetteva di essere geloso e non sapeva se fosse una cosa buona o semplicemente l'inizio della fine, forse molto dipendeva da Lily. E, nel caso in cui Lily fosse stata d'accordo, da Albus, che lo avrebbe condotto molto volentieri alla fine.
Continuò a fissare le piastrelle del bagno mentre si crogiolava nell'acqua calda della vasca semplicemente per il gusto di perdere tempo non avendo molto da fare, o almeno lo fece finché qualcuno non bussò alla porta. Si legò un asciugamano in vita e si diresse verso l'uscio. Zabini stava di fronte a lui con un'aria seccata. «Posso?» chiese indicando l'interno della stanza con un dito, Scorpius si spostò e lo fece accomodare. Zabini si guardò un po' intorno ammirato dalla grandezza dell'ambiente.
«Ho parlato con la Potter» disse andando al sodo e catturando l'attenzione di Scorpius. «Le ho chiesto scusa da parte tua, perché è evidente che tu abbia fatto una cazzata, ed è finita là».
«Cos'avete fatto quando ve ne siete andati tutti e due mentre io, Albus ed Andrea siamo rimasti al tavolo?» indagò certo di sapere già la risposta.
«Siamo andati in bagno. Mi doveva dire di lasciare Andrea ed Albus da soli».
«Solo questo?» domandò scettico. «Non poteva scriverti un biglietto o che so chiederti di accompagnarla a prendere della Burrobirra?»
«Ci credi che le ho detto la stessa cosa?» sorrise lui. Scorpius non faceva alcuna fatica a crederlo; spesso in quegli anni si erano trovati sulla stessa linea di pensiero. «Lo sai come sono i Grifondoro, devono salvare gli altri in maniera plateale, ti pare che potesse scrivere un biglietto solamente?» aggiunse ridendo. «Scusa se ho pensato che avessi fatto cose con Lily» l'altro annuì segno che non se l'era manco presa più di tanto. «Mi dici che le hai detto?» si incuriosì Zabs.
«Le ho detto che Lorcan non sarebbe stato contento di essere cornificato e poi...» s'interruppe per aprirsi in un sorriso carico di aspettative. «Poi mi ha detto che si sono lasciati». Zabini si aprì in un sorriso compiaciuto.
«Hai la strada spianata, amico!»
«Lei mi odia e se dovesse succedere qualcosa Albus mi ammazzerebbe, come minimo» gli ricordò Scorpius riportandolo con i piedi per terra.
«Se tieni davvero a lei non ti dovrebbe importare di Albus e poi lui capirà, è geloso ma non cattivo» osservò dirigendosi verso la porta. «Solo una cosa» disse prima di lasciare definitivamente la stanza. «Non mi mettete mai più in mezzo ai vostri litigi da innamorati» concluse con un'espressione leggermente schifata.

Scorpius stava correndo per i corridoi di Hogwarts a perdifiato, aveva un recupero di Astronomia con una Tassorosso del quinto anno, Geraldine Cook, ed era in ritardo. Si allentò il nodo della cravatta per fare in modo di ricevere più aria chiedendosi perché faceva sempre tardi. «Chiedo scusa, non ho calcolato bene i tempi» disse entrando. Iniziarono la lezione, erano le 20, alle 21 sarebbe dovuta arrivare Lily per la prima ripetizione settimanale.
Stavano giusto per concludere quando, con uno scatto repentino da far invidia ad una lepre, la ragazza lo baciò. Scorpius, dopo un attimo di smarrimento, le poggiò con poca grazia le mani sui fianchi per allontanarla ma non ce ne fu bisogno perché in quello stesso momento una voce arrivò ai suoi timpani facendoli staccare di colpo: «Scusatemi non volevo». Come era arrivata, la voce di Lily se n'era andata.
Ricomponendosi, Scorpius guardò male la Cook che ora aveva la testa bassa e fissava le assi di legno, senza la spavalderia di poco prima. «100 punti in meno a Tassorosso. E domani vado a parlare con la Preside» disse lapidario. «E quando esci dici alla Potter di salire immediatamente».
La ragazza fece quanto richiesto e pochi minuti dopo comparve Lily Potter con l'espressione di chi avrebbe preso volentieri a pugni qualcuno - Scorpius avrebbe scommesso qualsiasi cifra che fosse lui quel qualcuno - sbattendo la borsa sul tavolo, incurante delle boccette di inchiostro che si sarebbero potute rompere. «Giada non sarebbe tanto contenta di essere cornuta» sputò velenosa facendogli il verso.
«Veramente ci siamo lasciati» se fosse stata una situazione diversa, Scorpius avrebbe riso perché quella faccenda aveva una qualcosa di ridicolo.
«Mi dispiace» il tono era duro e Lily non aveva per niente l'aria di una persona dispiaciuta. «Quindi adesso è qui che ti porti le ragazze? È più romantico? Le conquisti con qualche cazzata sul nome o sul cielo?» la rabbia che si percepiva dalla sua voce colpì Scorpius come il vento che soffiava all'esterno negli ultimi giorni.
Non l'aveva mai sentita parlare così. Sembrava come se le importasse di lui, come se fosse interessata. «Guarda che non erano cazzate» disse punto nell'orgoglio.
«Certo come no. Dimmi solo cosa vuoi. Vuoi portarmi a letto? Vuoi che mi spogli e cada ai tuoi piedi? Va bene mi spoglio».
Impiegò una manciata di secondi a capire che la Potter si stava togliendo il maglione e stava per aprire i bottoni della camicia della divisa.
«Lily che stai facendo? Smettila!» urlò avvicinandosi a lei e bloccandola per impedirle di andare oltre.
Aveva il respiro irregolare e la rabbia ancora non era sfumata. «È sempre così. Trovate una che vi piace, fate quello che dovete fare e poi chi s'è visto, s'è visto». Era immobile, le braccia ancora bloccate da Scorpius che la vide sgonfiarsi come un palloncino tra le sue mani; la vide lasciare la rabbia per fare spazio alla delusione.
«Che stai dicendo? Non è sempre così, perché dici queste cose?» la scosse come per farla riprendere da quello stato. «Mi stai dicendo che tu non hai mai fatto una cosa simile? Non sei mai andato con qualcuna per il gusto di farlo?» aveva un sorriso triste e Scorpius, come scottato dalle parole della ragazza, la lasciò.
Poi, colto dalla rabbia verso sé stesso che per la Potter che giungeva a conclusioni affrettate, disse: «Ma anche voi ci state! Ti sei fatta Zabini, Potter! Zabini che non si sa quale santo ha pregato per non avere figli sparsi per Hogwarts o non per non aver preso malattie veneree!»
«Già, sono stata con Zabini» affermò tristemente girando la testa di lato.
Nessuno sapeva più cosa dire, avevano sbollito la rabbia e si erano urlati contro, Lily prese lentamente il suo maglioncino e se lo infilò. Aveva l'espressione triste e gli occhi lucidi ma non piangeva. A pensarci bene, ad eccezione di quella volta in ospedale e qualche volta quando era più piccola, Scorpius non l'aveva mai vista piangere. Era come se negli ultimi anni si fosse chiusa in una bolla precludendo a l'entrata a tutti, sporadicamente consentiva l'accesso ad Andrea o Hugo, forse Ted, ma nessun altro. «Chi ti ha ridotto così?» chiese prima che potesse decidere se porle o meno la domanda. Lei aveva già preso la borsa e stava per andare via. Si girò sentendo la sua voce.
«Così come?»
«Sei schiva, non lasci spazio alle emozioni. Hai la scuola ai tuoi piedi, c'è davvero la fila di maschi dietro la tua porta ma sembra non importartene. Non parli sinceramente con tuo fratello da quanto, uno, due anni? Stai sempre lì con quell'aria da strafottente, rispondendo ironica e facendo battutine degne di un Serpeverde ma sei Grifondoro, Lily. Alza la testa e ruggisci. Sei meglio di quello che vuoi far sembrare». A Scorpius sembrò di non essere mai stato così sincero in vita sua. Non sapeva da dove provenissero quelle parole, non sapeva perché le aveva dette. Non sapeva manco perché per ben due volte l'aveva chiamata Lily ma erano stati i due momenti in cui era stato più sfiltrato.
La prima volta dalla paura che lei potesse fare una sciocchezza, la seconda volta dall'amore che provava per quella ragazza. Perché sì, c'era qualcosa che Lily non diceva e che aveva tenuta nascosta piuttosto bene e se le serviva tempo per riprendersi lui l'avrebbe aspettata.
Lily intanto si era pericolosamente avvicinata a lui, erano separati solo da un paio di centimetri. Lo sguardo di Scorpius passava dagli occhi alle labbra che bramava come le api anelano al polline. Non sentiva più il cuore, tanto batteva velocemente. Si piegò leggermente in avanti senza realmente capire cosa stesse succedendo. Lo sguardo di Lily era fisso nel suo, una mano gli accarezzava una guancia e senza che nessuno dei due lo premeditasse, le loro labbra si unirono. Non c'era urgenza, non c'era foga.
C'era amore e tristezza, c'era la voglia di aggrapparsi l'una all'altro e tirarsi fuori dal baratro emotivo in cui erano. Era un bacio che sapeva di delusione e pesantezza. Non era come quei baci da romanzo d'amore. Non era come Scorpius l'aveva immaginato per lei. Come rinsavito, Scorpius allontanò Lily da sé. Lei lo guardò consapevole. «Sono il tuo insegnante» disse solamente con ancora il sapore delle labbra di lei.
«Buonanotte, professore» disse uscendo definitivamente dall'aula e lasciandovi uno Scorpius decisamente confuso.

Quello che fece la mattina dopo fu forse una delle azioni più coraggiose fino a quel momento: falsificò il compito di Lily dandole la sufficienza, quindi non avrebbe più dovuto frequentare il tutoraggio. La Chang si era dimostrata titubante ma dopo averle fatto notare che non era mai stata un'alunna da Desolante o da Troll, come l'aveva classificata lei per anni, aveva ceduto.
Doveva chiudere con Lily Potter e avrebbe iniziato da quel momento.

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