"L'amore è la tua mano nella mia
dopo un giorno di lotta interiore"
Harry guardava sua moglie sistemare i suoi effetti personali dentro una borsa con la bacchetta, aveva insistito per farlo lui, visto che lei era ancora debole ma Ginny non si era fatta intimidire dal suo stato non proprio ottimale. «Ginny, dovrebbe riposare» disse dolcemente Astoria entrando nella stanza.
«Vedi? Che ti avevo detto?» saltò su Harry.
«Devo solo muovere la bacchetta non è niente di che» si giustificò lei.
«La magia stanca, non è da sottovalutare».
La porta si aprì di nuovo ed entrò Draco che salutò la coppia cordialmente. «Allora, lei può andare ufficialmente a casa. Il veleno sembra essere del tutto eliminato dall'organismo» disse Astoria.
«Gli Auror del Ministero hanno trovato l'oggetto che ti ha avvelenata e lo ha passato al San Mungo» continuò Draco.
«Qui al San Mungo si è scoperto che si trattava di veleno di cuore di Thestral».
«Veleno di cuore di Thestral?» ripeté Ginny sconcertata.
«Il cuore dei Thestral è velenoso?» domandò Harry basito.
«A quanto pare...» sospirò Astoria.
«E c'è qualcuno che uccide i Thestral per avvelenare la gente?» continuò schifata Ginny.
«Dopo una soffiata al Ministero, sembrerebbe che a Notturn Alley giri questa roba. Ti tocca un bel po' di lavoretto con il Dipartimento di Regolamentazione e Controllo delle Creature Magiche, Capo» disse Draco sardonico rivolto ad Harry. «Cosa mi ha avvelenata?» chiese Ginny riportando il discorso alla realtà.
«Un braccialetto di stoffa» rispose Astoria.
«Oh...» mormorò la rossa. «Mi è stato mandato per posta da una bambina di otto anni». Draco annuì.
«Esatto. Abbiamo interrogato i genitori e sotto Veritaserum hanno affermato di non sapere che il braccialetto fosse avvelenato e di averlo comprato in una bancarella a Diagon Alley mentre facevano le compere per il figlio maggiore che avrebbe iniziato la scuola a settembre; volevano farti un regalo di compleanno».
«È vero, ce l'ho da quel giorno». Harry le poggiò una mano sulla spalla per confortarla e soprattutto farla accomodare, dato che secondo lui era da troppo tempo in piedi.
«E della bancarella si sa niente?» chiese Harry.
«No. È passato molto tempo, non ricordavano chi fosse». Harry annuì.
«Mi sembra sia tutto» disse Astoria. «Stia bene, signora Potter».
«Astoria, può darmi del tu, davvero. Anche perché credo che a breve diventeremo consuoceri» disse Ginny innocentemente.
«Ma che sta dicendo la Weasley, ha avuto qualche danno al cervello?» chiese Draco a sua moglie, ed Harry sembrava essere d'accordo con lui.
«Anche tu lo credi?» disse Astoria rivolta a Ginny.
«Ne sono certa, mi sono giunte voci che si sono addirittura baciati ma sono due testoni orgogliosi quindi chissà quanto vi vorrà finché si metteranno insieme!»
«Scusatemi, non sto capendo» disse Harry. Ai suoi occhi le due donne di erano dimenticate dei rispettivi mariti e si erano abbandonate ad una discussione a loro incomprensibile.
«A Lily piace Scorpius» rispose Ginny senza troppi giri di parole.
«E a Scorpius piace Lily» continuò Astoria.
Lo sguardo delle due andava da Harry a Draco senza fermarsi.
«E come lo sapete?» chiese Draco stizzito.
«Tesoro, ti ricordi quando ci ha fatto tutte quelle domande su Ted Lupin?» domandò Astoria.
«Certo».
«E non hai notato niente?»
«Che cosa dovevo notare, scusa?» Draco era sempre più infastidito dalle domande della moglie che apparentemente lo aveva preso per scemo.
«Era geloso. E non di certo del rapporto che Al ha con Ted» rispose lei calma.
«E tu invece come lo sai?» chiese Harry alla moglie.
«Ti ricordi quando l'altra sera ci avete lasciate da sole? Ecco, lei si è fatta sfuggire che le piace un certo Jake, peccato che questo Jake sia il tutor di Astronomia che in realtà è Scorpius». Nel silenzio che si era creato si potevano sentire i due Auror masticare pensieri rumorosamente.
«Noi andiamo a casa» disse Astoria dopo circa cinque minuti. «Riposati e cerca di non stressarti. Potrai tornare al lavoro tra un mese circa, anche prima se ti comporti bene a casa» concluse.
Quando i Malfoy lasciarono la stanza, Ginny si girò verso il marito che sembrava ancora turbato. «Harry, ti posso dire una cosa che ti potrebbe causare un secondo shock?» chiese.
«Lo so del bambino» rispose stupendola. «Me l'ha detto Astoria la prima sera». La rossa abbassò la testa.
«Mi dispiace non avertelo detto. Ero spaventata, un figlio a quarantaquattro anni dopo averne avuti già tre...»
«Immaginavo fosse questa la ragione» confermò Harry con un sorriso tenero. «Ce l'avremmo fatta, lo sai, sì?»
«Probabilmente sì» acconsentì sorridendo.
Lasciò finire ad Harry la borsa mentre lei si fissava il ciondolo con le iniziali dei suoi ragazzi. «Come l'avremmo chiamato?» domandò guardando il marito.
«Be' io ho finito i nomi» scherzò lui.
«Se fosse stato un maschio Arthur come primo nome, il secondo nome...» si portò pollice e indice sul mento per pensare. «Fred» disse deciso Harry. «Arthur Fred». La donna si aprì in un sorriso gioioso.
«Se fosse stata una femmina mi sarebbe piaciuto Anastasia».
«Anastasia Ginevra» puntualizzò il marito.
«Non sarà un po' troppo pomposo?» domandò scettica.
«Ne abbiamo chiamato uno Albus Severus...» osservò Harry facendo ridere Ginny.
«È tutto pronto. Andiamo?» chiese poco dopo tenendole la mano. Ginny si alzò e prese la mano del marito.
«Ti amo» sussurrò sulle sue labbra. E con le mani intrecciate lasciarono la stanza e quell'ennesima avventura alle spalle.
Lily stava volando sopra il campo da Quidditch, sua madre sarebbe tornata a casa quella sera quindi aveva detto al capitano, Max Keys, che sarebbe tornata in squadra. Così aveva deciso di rimontare in sella per un giro in solitaria prima dell'allenamento del giorno dopo.
Rimontare su una scopa, sentire di nuovo il vento tra i capelli, l'aria che le entrava nei polmoni, partire a tutta velocità per arrestarsi e poi ripartire di scatto, scendere in picchiata, mettersi a testa in giù (lei lo adorava, sua madre se l'avesse vista avrebbe urlato fino al giorno successivo), la fecero sentire finalmente sé stessa. La sensazione di leggerezza che si portava dietro da qualche giorno era anche dovuta al fatto che finalmente aveva parlato con qualcuno e Lily pensò che in quindici anni aveva sempre insistito per fare tutto da sola, ma quanto è bello trovare qualcuno disposto a portare con te il tuo baule, per quanto pesante esso sia? La Lily che aveva varcato la soglia a settembre era forte e finta, la Lily di marzo era un po' meno forte e forse un po' più fragile ma vera.
Stava volando sul pelo dell'acqua del Lago Nero incurante del fatto che si stava bagnando le scarpe, le sembrava che tutti i problemi fossero svaniti, dimenticati, come se gli ultimi due anni fossero solo un brutto ricordo della vita di qualcun altro. «Potter!» una voce - quella voce - la riportò alla realtà.
Ok, forse quasi tutti i problemi erano spariti.
«Malfoy» disse atterrando elegantemente sul prato.
Erano circa le sei di pomeriggio ed il sole stava lentamente calando lasciando lo spazio alla Luna. Lui la guardava e sorrideva compiaciuto. Ma compiaciuto di che? Lily era sul punto di tirargli un ceffone.
«Non dirla più quella cosa che siamo quasi fratelli» disse. Lily lo squadrò.
«Mi hai fatto scendere dalla scopa per dirmi questo? Ma sei scemo?». Un forte sospiro uscì dalla bocca del ragazzo.
«Sai, sei una ragazza...»
«Ah ecco perché ho due tette e ogni mese mi viene il ciclo! Grazie Malfoy! Non ci sarei mai arrivata senza di te, ti devo la vita!» lo interruppe. A questo punto, di solito, succedeva che lui rispondeva con un'altra battuta tagliente e continuavano finché non venivano separati.
Ma, inaspettatamente, lui rise. «Sei stata tu ad avvicinarti. Sei stata tu a baciarmi» disse piano. La risposta la destabilizzò al punto tale che sentì la terra mancarle sotto i piedi.
Scorpius 1-Lily 0.
«Beh tu mi hai raggirata!» esclamò.
«Raggirata?» chiese alzando un sopracciglio.
«Mi hai detto tutte quelle cose era chiaro che volessi essere baciato». Scorpius rise di nuovo. Cosa aveva da ridere lo sapeva solo lui.
«Io baciato? Lily cerca di essere onesta con te stessa!». Si stava avvicinando piano piano ma Lily non si spostò, l'avrebbe fronteggiato.
«Quest'anno mi hai dato della zoccola due volte» iniziò. Scorpius abbassò la testa.
«Lo so e mi dispiace. Non sai quanto mi dispiace».
«Mi prendi in giro da quando ho nove anni. Ti sei passato mezza scuola e ti ho sentito commentare in modo osceno ciascuna di loro. Ti ho visto baciare una dopo che mi avevi palesemente detto che tu eri lì per me, mi hai chiesto di accorgermi di te e qualche settimana dopo baciavi un'altra» concluse mente sentiva gli occhi pizzicare.
«È stata lei a baciarmi io non avevo idea di cosa avesse in testa, è una pazza. Ho cacciato 100 punti a Tassorosso e l'ho detto alla McGranitt. Non c'è paragone col tuo bacio». Lily non poté fare a meno di sentirsi lusingata dalle parole di Scorpius. Ma tentò di reprimere un sorriso soddisfatto.
«Come posso fidarmi di te?» chiese. «Come so che se ci mettessimo insieme non andresti con altre alla prima occasione?»
«Mi sono accorto che non eri più la sorellina rompipalle del mio migliore amico l'anno scorso. Solo che be' tu eri così impegnata ad odiarmi che all'inizio non ci ho fatto caso. Ma poi ho iniziato ad immaginare che tutte le ragazze che mi portavo a letto fossero te e ho smesso. Quando ho iniziato a sospettare che fossi stata con Zabini mi sono arreso all'evidenza che tu non mi avresti mai notato, nel frattempo ho finito la scuola, sono partito per la Coppa del Mondo e ho conosciuto Giada.
«Pensavo che mi avrebbe aiutato a dimenticarti ma non è stato così. Quando la prima sera ti ho visto con Lorcan ti giuro che avrei voluto prenderlo a pugni perché volevo esserci io al suo posto. Volevo essere io a baciarti di nascosto in un'aula per non farci beccare da tuo fratello. Ma non potevo. Così ho sbollito la rabbia facendo quello in cui sono bravo: ti ho insultata e tu ti sei allontanata.
«Poi è successo tutto il casino con mio nonno e se non ti avessi incontrata a Godric's Hollow sarei impazzito. Sarei uscito letteralmente fuori di testa, schiacciato dai sensi di colpa. Quella stessa sera ho mollato Giada e quando sono tornato a scuola mi sentivo libero ma allo stesso tempo in trappola perché non sapevo che ti eri lasciata e in più sei la sorella di Albus. Allora ho iniziato a fantasticare su di noi, su come sarebbe stata la nostra vita insieme. Sul tuo nome. Ci ho riflettuto un bel po', non erano cazzate come dici tu, non volevo dirtele, sono uscite dalla mia bocca per caso, come se non rispondessi più del mio cervello.
«E poi, ciliegina sulla torta, l'avvelenamento di tua madre. Quando ti ho sentita piangere è stato bruttissimo, non voglio vederti mai più in quello stato. Non sapevo cosa fare, non sono bravo coi sentimenti. Allora ho cercato di farti ridere, o sorridere almeno, e quando hai sorriso davvero ho pensato di toccare il cielo con un dito.
«Arriviamo alla sera del bacio, che come ti ho spiegato prima, è stato un inganno a mio svantaggio. Il giorno dopo sono andato dalla Chang e ho falsificato il compito perché avevo capito che non riuscivo a starti lontano, perché quel bacio è stato maledettamente bello e solo Merlino sa cosa farei per-». Ma Lily aveva già smesso di ascoltarlo.
Gettò la scopa sul prato e si lanciò verso Scorpius, aggrappandosi a lui e finalmente, dopo tanto tempo, lo baciò.
Non era come il bacio alla Torre di Astronomia, quello era triste, carico di delusioni, aspettative tradite, tristezza.
Il bacio che si stavano dando adesso, invece, era amore allo stato puro, sapeva di attesa finita e di speranze condivise. Sapeva di scuse non dette per tutto quello che lei aveva fatto a lui, inconsapevole del dolore che gli aveva causato.
Lily sentiva il cuore pronto ad uscire da petto per vivere una vita propria.
Nessun posto sarebbe stato perfetto in quel momento come quel parco.
Scorpius la teneva per i fianchi mentre lei aveva una mano appoggiata sulla sua nuca, la luce rossa del tramonto come unica testimone dello spettacolo.
Si staccarono quando furono entrambi a corto di ossigeno, si sorridevano, Lily si appoggiò al petto di Scorpius e lui la abbracciò teneramente. «Riaverlo. Solo Merlino sa cosa farei per riaverlo» concluse sorridendo.
A Scorpius sembrava impossibile essere al tramonto, sulle sponde del Lago Nero con Lily Potter tra le braccia dopo averla baciata veramente. Probabilmente era uno dei tanti sogni in cui fantasticava sulla loro vita felice. «Mi tiri un pizzicotto? Non vorrei fosse un sogno» disse ironico. Lei non rinunciò all'occasione di ferirlo e gli pizzicò un braccio sorridendo soddisfatta. Era sempre Lily Potter, si disse.
«C'è una cosa che devo dirti» disse alzando la testa e guardandolo dritto negli occhi. Si staccò del tutto e si accomodò sull'erba verde facendogli segno di sedersi accanto a lei. Il cinguettio degli uccellini, il sole che tramontava all'orizzonte ed il venticello fresco primaverile rendevano tutto ancora più romantico.
Lily però aveva assunto un'espressione seria e stava giocherellando nervosamente con un filo d'erba. «Cosa c'è?» chiese tranquillamente.
«Tu mi hai chiesto chi mi ha ridotto così, ricordi?» annuì.
«Ecco, è stato un tipo Grifondoro. Non mi chiedere il nome perché potresti volerlo uccidere alla fine della storia e non mi va di perderti una volta che ti ho trovato» disse. Scorpius sentì un fremito a quelle parole, certo che non fosse la brezza leggera che soffiava. «Ho iniziato ad uscire con lui al terzo anno, era meraviglioso, mi coccolava, mi ha riempito di sorprese in quel periodo. Sembra strano pensando a come sia finita. Durante l'estate ci siamo visti poco, sapeva quanto fossero gelosi i miei fratelli, siamo andati giusto qualche volta e prenderci un gelato a Godric's Hollow. Lui ha iniziato a pretendere qualcosa in più ma io non volevo, avevo appena quattordici anni, ero ancora piccola e lì per lì gli è andata bene.
«Tutto è cambiato quando siamo tornati a scuola, era stanco di aspettare così una sera mi ha portato in un'aula insonorizzata e si è preso quello che voleva. Ho cercato di oppormi ma avevo stupidamente lasciato la bacchetta in camera, perciò alla fine gli ho permesso di prendersi quello che voleva. Ho pregato per tutto il tempo che mi facesse meno male possibile. Che idiota che sono. Lily Luna Potter, la figlia del Salvatore del Mondo Magico, va un giro senza bacchetta». Scorpius aveva inconsciamente stretto i pugni ascoltando il discorso di Lily. Se n'era accorto che c'era qualcosa che nascondeva, ma non aveva mai pensato potesse essere qualcosa di così grave.
«Chi è?» chiese con rabbia.
«Non importa Scorpius, davvero. È passato. L'ho lasciato il giorno dopo, e lui ha sparso la voce qua e là che fossi un po' troia, è per questo che hai sentito dire strane cose su di me ed è per questo che ho tanti ragazzi che fanno la fila fuori dalla porta, perché sono convinti che io sia una da una botta e via. Ma non sono così». Aveva appoggiato una mano sui suoi pugni e Scorpius aveva sentito la rabbia sfumare.
«E Zabini?» domandò.
«Zabini mi è servito da "terapia". Avevo ripreso a vivere normalmente solo in quel periodo, avevo bisogno di sapere che potevo anche scegliere con chi condividere la mia intimità e soprattutto quando volevo io. Avevo appena capito che potevo dire di no e pretendere che questo venisse rispettato, potevo dire di sì e spassarmela.
«E poi quel pomeriggio mi avevi detto che ero una bambina e che non valevo niente, quindi volevo farti vedere che non lo ero affatto. Avevo capito abbastanza bene Zabini da sapere che non l'avrebbe detto ad Albus. Io volevo che lo dicesse a te, volevo che ti accorgessi che non fossi più una ragazzina che non sa stare al mondo» spiegò.
Scorpius abbassò la testa colpevole. Non si era reso conto quanto male le avesse provocato fino a quella sera.
Si erano fatti male a vicenda fino a farsi sanguinare e a coprirsi di lividi ma adesso che era insieme a lei, sentiva che si sarebbero potuti guarire l'uno con l'altra. «Perché mi hai detto queste cose?» domandò a bruciapelo. Lily sospirò appoggiandosi alla sua spalla e Scorpius le cinse le spalle con un braccio.
«Perché mi hai detto di ruggire e ho capito che ruggire non è gridare di essere forti senza mostrare debolezze, è essere sinceri. E se essere sinceri costerà qualche lacrima non fa niente perché siamo umani. E va bene così» disse guardando il cielo. «E poi qualcuno mi ha detto che sono cielo e terra, e anche il cielo ogni tanto piange e la terra ha bisogno di acqua» concluse spintonandolo scherzosamente.
«Che scema che sei!» rispose lui ridendo. Congiunsero di nuovo le loro labbra e Scorpius si sentì di nuovo sopra una nuvola.
Nella sua testa c'erano solo fuochi d'artificio con i neuroni che ballavano a ritmo di una canzone reggae. Si staccarono e Scorpius appoggiò la fronte alla sua. «Lo sai che sei bellissima, anche se quando dormi fai ridere?» chiese Scorpius accarezzandole una guancia col pollice.
«Devo abituarmi a questi tuoi complimenti e malcelati insulti» rispose ridendo.
Si sollevò spazzando via la terra dal retro dei jeans e buttando uno sguardo al cielo ormai violetto. «Dentro nessuno dovrà saperlo, men che meno la tua amica o Hugo, ne sei a conoscenza, vero? Sei ancora una mia studentessa».
«Ma professore, io ho fatto il test, ho recuperato!» protestò con un labbro in fuori.
«A parte che non hai fatto alcun test ma la Chang ti odia e se dovesse scoprire di noi due capirebbe e passeremmo dei guai entrambi».
Lily sbuffò contrariata borbottando qualcosa contro la professoressa. Poi gli porse la mano per farlo alzare dal prato: «Si sta facendo buio, andiamo?»
Scorpius si alzò e intrecciò la mano di Lily.
Era così bello poter stare insieme a lei, stringerle la mano, baciarla, accarezzarle i capelli, rassicurarla che tutto sarebbe andato bene. Ti amo, pensò, ma lo tenne per sé reputando che fosse ancora presto.
E così, mano nella mano, si diressero al Castello lasciando alle spalle un tramonto, finalmente pronti a percorrere un pezzo di strada insieme anche se Scorpius, in cuor suo, si augurava che quel pezzo di strada durasse per tutta la vita.
Angolo autrice:
Che dire. Siamo giunti (quasi) alla fine, c'è ancora un epilogo ma io vi avviso che mi sento già male. In realtà mi sento male da quando ho notato che iniziavano a mancare tipo tre o quattro capitoli, quindi fate un po' voi.
Volevo farvi porre l'attenzione su una piccola cosa: sia la scena di Harry e Ginny, che di Lily e Scorpius, terminano con "Andiamo" e l'altro/a risponde o pensa "ti amo". Questa cosa nasce dalla canzone di Brunori, "Per due che come noi" i cui ultimi due versi sono "Ti amo/Andiamo" e che io personalmente adoro. Probabilmente è un'associazione della mia mente contorta che la gente normale non coglie ma io ci sono uscita pazza, non tanto per la particolarità (perché non è particolare) ma per la canzone che mi rende debole, così come le coppie Harry/Ginny-Lily/Scorpius.
Ultimissima cosa e poi giuro che vado: ho già un'altra Lily-Scorpius pronta, piuttosto diversa da questa. Non verrà pubblicata immediatamente dopo questa perché ha ancora bisogno di qualche revisione, e soprattutto, prima voglio pubblicare una one-shot che potrebbe essere una sorta di prequel di Come te. Non so manco se la pubblicherò su Wattpad, in ogni caso trovate il link diEFP sul mio profilo. Anyway, stay tuned se siete interessati ahahah.
Ci vediamo sabato prossimo con l'epilogo, lì vi ringrazierò a dovere.
Chiara.
STAI LEGGENDO
Come te ||Scorily
FanficScorpius ultimamente si era scoperto a fissare un po' troppo l'innocentissima sorellina del suo migliore amico e si sa che la sorella del migliore amico è sempre off limits. "ultimamente" era un lasso di tempo che andava dall'inizio del suo settimo...