"Come te che resti l'unica ragione per cambiareCome te che cerchi sempre la risposta che non c'è"
Tra bacchette che sventolavano a lezioni di Incantesimi e distillati rimestati nelle ore di Pozioni, il tempo ad Hogwarts passava imperterrito. Non teneva conto di ciò che frullava nella testa di Lily o in quella di Scorpius. Non notava le occhiate furtive che si scambiavano ogni tanto i due senza che gli altri se ne accorgessero. Non sapeva delle domande che li stavano assillando. Così, lentamente, la folta e rigorosa chioma verde del Platano Picchiatore divenne marrone e piano piano le sue foglie iniziarono a cadere formando un tappeto scricchiolante sulle sue radici. Tempo qualche settimana, i fili d'erba la mattina erano bianchi di brina e ben presto vennero definitivamente coperti dalla neve. Le temperature si erano fatte più rigide e gli studenti facevano sempre più fatica a mantenere la concentrazione durante le lezioni, soprattutto quelle di Pozioni, Astronomia e Cura delle Creature Magiche, che si svolgevano in luoghi piuttosto freddi. Anche gli allenamenti di Quidditch erano sempre più pesanti, Lily non riusciva a ricordare l'ultima volta che era tornata al castello completamente asciutta.
Era l'ultimo giorno prima di tornare a casa per le vacanze di Natale, così Lily decise di fare un saluto ad Hagrid. Si strinse nel suo mantello invernale e si diresse alla capanna del guardiacaccia. Una volta entrata di certo non aspettava di trovarsi dentro Albus e il suo amico fidato Deficiente. Storse la bocca per salutare il biondino: ad eccezione delle lezioni di Astronomia non si erano più parlati.
«Ma cosa sono questi musi lunghi?» tuonò Hagrid. Effettivamente tutti e tre erano abbastanza stanchi e provati dall'inverno più freddo degli ultimi anni e dalla mole di lavoro che avevano. Se da un lato gli studenti avevano così tanti compiti, dall'altro gli insegnanti, o meglio i tutor, ne avevano altrettanti da correggere. «Non vedo l'ora di tornare a casa e dormire nel mio letto per tutte le vacanze» sospirò sognante Lily.
«Non ti azzardare, signorinella, devi fare tutti i compiti di recupero di Astronomia!» esclamò Scorpius puntandole il dito, con un tono di voce tremendamente simile a sua madre. Lily lo fulminò con lo sguardo.
«Ma smettetela una buona volta!» disse Albus esasperato. Hagrid offrì loro delle tazze di tè bollente che accettarono di buon grado.
«Ascoltate a me» iniziò. «Adesso andate a scuola, fate i vostri bauli e siate felici di tornare a casa per Natale dove potrete mangiare e riposarvi». I tre ragazzi convennero con lui e l'umore tornò un po' più leggero.
«Tu fra un paio di giorni fai il compleanno, no?» chiese il mezzogigante ad Al. Il ragazzo con gli occhi verdi annuì.
«Perbacco! Mi ricordo quando sei nato! È stato forse il miglior Natale della mia vita!»
Nella capanna cadde il silenzio perché nessuno sapeva effettivamente cosa dire. Harry e Ginny avevano raccontato ai figli poco di quello che era successo durante i loro anni ad Hogwarts, se non qualche aneddoto simpatico, come lo gnomo di San Valentino o la fuga degli zii Fred e George. Di certo non erano scesi nel dettaglio della ricerca degli Horcrux o degli anni della guerra, Lily pensava l'avessero fatto un po' per proteggerli, un po' per il trauma. Guardò la sua tazza di tè ormai tiepida con velo leggero di imbarazzo.
«Sai» cominciò. «quando mi arrivò il gufo di tuo padre in cui mi diceva che eri nato e che ti chiamavi Albus Severus ho quasi pianto».
Lily non fece fatica a immaginare che avesse pianto proprio grandi lacrimoni. L'uomo si girò e porse ai ragazzi una scatola di legno. Prese un pezzo di pergamena vecchio: era il messaggio della nascita di Albus. «Guarda Scorpius, qua dice che mio padre è tuo padre si sono incontrati al San Mungo, ci siamo incontrati a poche ore dalla mia nascita» esclamò eccitato l'ex Serpeverde.
Il biondino sorrise e poi si mise anche lui ad osservare la scatola. Era piena di cianfrusaglie. C'era una bacchetta rotta, una miriade di foto e pergamene dello zio Ron, della zia Hermione e di suo padre. Trovarono una foto della vecchia squadra di Quidditch del Grifondoro dove giocavano Ron, Ginny ed Harry. Ogni tanto Hagrid aggiungeva un «Non è più stato lo stesso dopo» con fare malinconico. Lily vide Scorpius sorridere amaramente e provò una morsa allo stomaco: di suo padre e sua madre non c'era manco una foto e tutti sapevano bene il perché.
«Forse è meglio se andiamo. Fuori è già buio». Ed era vero. Il tempo nella capanna di Hagrid era letteralmente volato e nessuno si era reso conto quante ore avessero passato effettivamente dentro. Una volta che Scorpius si fu allontanato, Lily prese in disparte Al. «Secondo te se l'è presa?» domandò.
Erano seduti su un gradino precedentemente pulito dalla neve. Il fratello alzò le spalle. «Non lo so, non parliamo mai della Guerra Magica». Lily appoggiò il mento alle ginocchia, poi si volto verso Albus. «Ci pensi a tutto quello che hanno fatto i nostri genitori? Al castello distrutto, allo zio Fred morto, a papà cresciuto a pane e formaggio perché i suoi genitori avevano dato la vita per lui?» inspiegabilmente le vennero gli occhi lucidi e pensò che fino a quel momento non si era mai interessata di ciò che era successo durante la Guerra o quello che avevano provato i suoi genitori. Albus le passò una mano sulla schiena e l'abbracciò. «Puoi sempre chiederglielo quando arriviamo a casa». Lily sorrise, poi entrambi andarono nelle proprie stanze.
Il Natale era passato velocemente così come era arrivato. Adesso si trovavano in quei giorni di limbo tra Natale e Capodanno in cui il corpo è fatto più da cibo che da sangue. Il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Albus ma non avrebbe fatto niente di speciale, o così credeva Lily. «Mamma, papà, posso invitare Scorpius a pranzo domani? Sapete domani...» disse lasciando la frase a metà.
I coniugi Potter si guardarono con aria grave e poi acconsentirono. «Puoi anche chiedergli se vogliono venire anche i suoi genitori» aggiunse il padre con un po' di difficoltà.
Era uscito pazzo? Albus gli aveva lanciato un Imperiua? «Cosa succede domani?» domandò Lily cercando di capire.
Suo padre la guardò con occhi penetranti. «Domani Lucius Malfoy riceverà il bacio dei Dissennatori» rispose secco.
«Oh Dio» disse portandosi una mano alla bocca.
Tutti erano conoscenza delle terribili doti del Dissennatori e il pensiero che ancora si ricorresse alla brutale pratica del Bacio fece rabbrividire la piccola di casa da capo a piedi. Possibile che stare per sempre chiusi in una cella non fosse abbastanza? Possibile che si dovesse per forza ricorrere alla morte? E soprattutto a quel tipo di morte? Colta da un senso di nausea improvviso lasciò il suo pranzo e si chiuse in camera. Era come se fino a quel momento avesse vissuto in una bolla di felicità e improvvisamente Hagrid l'avesse scoppiata con le foto, le lettere, e i cimeli conservati in una scatola.
Qualche ora dopo qualcuno bussò alla porta, era sua madre. «Tutto bene?» chiese dolcemente. Era vero che litigava spesso con lei ma non poteva negare che era una donna molto dolce e comprensiva, forse perché nella figlia rivedeva sé stessa alla sua età. «Non molto» ammise.
«Cosa succede?»
«Prima di tornare a casa siamo andati da Hagrid» cominciò. «E ci ha fatto vedere tante cose, la bacchetta spezzata dello zio Ron, le lettere di papà, le foto della squadra di Quidditch dei vostri anni e poi tutto si interrompe».
Era raggomitolata sul letto, non era riuscita a sostenere lo sguardo della madre perchè temeva una possibile reazione furiosa e tutti sanno che non c'è cosa peggiore di vedere Ginny Weasley arrabbiata. Ma la donna si era accomodata quasi alla fine del materasso e la guardava comprensiva. «La nostra vita si è interrotta. Un giorno facevo il terzo anno tranquillamente e andavo al ballo con Neville, il giorno dopo eravamo chiusi in uno stanzone a fare Difesa Contro le Arti Oscure con tuo padre perché il Ministero non accettava il ritorno di Voldemort. Tuo padre e i tuoi zii avevano creato l'Esercito di Silente che poi io, Luna e Neville abbiamo proseguito durante il mio sesto anno. Papà era andato alla ricerca degli Horcrux, quindi toccava a noi prendere le redini della situazione. Ha fatto lui il gioco sporco, noi gli abbiamo solo coperto le spalle.
«È stato difficile. L'Espresso quell'anno era sorvegliato dai Mangiamorte, la maggior parte dei nati Babbani non era tornato a scuola, eravamo così pochi che quasi potevamo contarci sulle dita della mano. Molti venivano torturati, o tenuti in catene, nessuno riusciva a godersi manco un Eccezionale. Avevano tolto il Quidditch, per voi, per noi, Hogwarts è casa, per noi in quell'anno è stato l'inferno. Non sapevamo cosa accadeva ai nostri genitori a casa, io avevo la mia migliore amica, mio fratello e il ragazzo che amavo in giro per chissà dove alla ricerca di pezzi di Voldemort» fece una pausa.
Lily si sciolse dalla posa rigida che aveva mantenuto fino a quel momento per avvicinarsi alla madre. Stava tremando. «Non devi continuare se non vuoi» disse sentendosi in colpa.
Non sapeva se quelle cose le aveva mai raccontate a qualcuno o no, sapeva solo che non aveva mai visto sua madre così. Le si strinse il cuore e in un impeto di tenerezza la abbracciò, sentì qualche lacrima scendere con la certezza che quello sarebbe stato il ricordo più intimo che avrebbe conservato di sua madre.
Scorpius fu ben lieto di accettare l'invito di Al.
Già dalla sera prima, a casa sua si respirava un clima tutt'altro che sereno. Suo padre aveva un aspetto ceruleo ed era rimasto per quasi la totalità del tempo nel suo studio, sua madre, invece, era piuttosto silenziosa. Era leggermente più serena del marito ma abbastanza preoccupata di come avrebbe potuto reagire. Lucius e Draco non si parlavano da anni, sua nonna Narcissa si era trasferita in una proprietà in Galles e ogni tanto veniva a pranzo da loro. Non era la classica nonna che ti riempie il cibo appena prendi il primo boccone, che ti stritola di abbracci e fa questo genere di cose, ma Scorpius le voleva bene e anche lei ne voleva a lui, perché dietro quella freddezza apparente c'era una donna che avrebbe dato la vita per proteggere la sua famiglia. I Malfoy erano così: gelidi fuori ma con il fuoco dentro. Aveva mostrato la lettera di Albus ai genitori che si erano trovati d'accordo, sarebbe stato meglio per lui svagarsi e non stare in quell'ambiente tetro, poi sua madre si era lasciata sfuggire un «Che cari i Potter a chiedere se vogliamo andare anche noi» e aveva aggiunto che avrebbero fatto sapere. I suoi genitori erano già usciti quando Scorpius si strinse nel mantello e si diresse fuori dalla porta. Aveva un peso nello stomaco e non capiva perché, in fondo lui non aveva mai conosciuto il padre di suo padre, sapeva solo quello che Draco gli aveva raccontato e in genere erano fatti, senza parole di affetto. Ma dopotutto, si disse, se suo padre l'avesse obbligato a seguire il mago più malvagio di tutti i tempi per rimediare ai suoi errori, lo avrebbe odiato anche lui. Fece ancora qualche passo e poi si smaterializzò.
Casa Potter faceva parte di un complesso di villette a schiera tutte rigorosamente a due piani, aveva un colore tra il giallo chiaro ed il bianco, un piccolo recinto intorno alla casa e un vasto giardino dietro dove Scorpius poteva giurare di aver fatto le migliori partite di Quidditch con il resto dei cugini Weasley e con i Potter, anche se spesso finiva che la squadra in cui c'era almeno un Potter vinceva sempre, dopotutto avevano quello sport nel sangue. Aprì la piccola recinzione e bussò alla porta. Attese qualche secondo prima che una lunga chioma ramata si palesasse davanti a lui. Lily indossava un maglioncino rosso e dei normalissimi jeans ma Scorpius non riuscì a non pensare che era bellissima anche così. «Deficiente!» esclamò lei. Scorpius si chiese se sapeva che giorno fosse per lui, tuttavia sorrise.
«Piccola Potter» rispose lui serafico.
Si accomodò nel salone che ormai conosceva bene mentre lei andava in cucina a dare una mano. Pochi secondi dopo arrivò Albus. «Ehi Albus! Tanti auguri, vecchio mio!» esclamò abbracciandolo.
Il ragazzo, che era la copia sputata di Harry ma senza cicatrice, sorrise e ringraziò. Si accomodarono sul divano, mentre Lily faceva avanti e indietro dalla cucina. «Lily è sempre stata così profumata?» pensò. Forse, però, non lo aveva solo pensato, lo aveva proprio detto. «Cosa?» chiese Albus.
Non ebbe il tempo di formulare una risposta che potesse giustificare la domanda che un ammasso di capelli castani, sparati in tutte le direzioni, uscì dal camino, seguito da un ragazzo sai capelli color blu. «Ciao famiglia!»
A parlare era stato il più vecchio dei Potter seguito dal figlio acquisito, Teddy. «Ciao Malfoy» disse poi rivolto a lui. Si scambiarono i soliti convenevoli, poi anche loro si sedettero tra il divano e la poltrona. «James! TEDDY!» esclamò Lily correndo incontro al figlioccio di suo padre.
Scorpius era a conoscenza del fatto che Lily stravedesse per Teddy, forse proprio per il fatto di essere un fratello ma non nel senso stretto. Ma anche lui era così per lei, perché a lui non lo adorava?
«Ma che hai fatto, un incantesimo di bellezza? Sei splendida!» aveva detto Teddy con Lily seduta in braccio. Scorpius non poté che trovarsi d'accordo con le parole di Teddy e soffiò un «Già» tra le labbra ma forse Albus lo aveva sentito, perché si era girato di scatto. «Hai parlato?» chiese.
«No, mi stavo schiarendo la gola» mentì.
«Scorpius ti posso parlare nel mio studio?» il signor Potter si era avvicinato al suo orecchio mettendogli una mano sulla spalla.
Annuì e si diressero verso lo studio. Era una delle poche stanze in cui non era mai entrato. Le pareti erano rosse fiammanti, c'erano due scrivanie ai lati opposti della camera, una era di Harry e una era di Ginny, loro si accomodarono in quella di fronte alla porta. «Come sta tuo padre?» chiese confermando le ipotesi di Scorpius.
«Non ha parlato molto nelle ultime ore, signore» ammise. Harry annuì.
«Senti, io a tuo padre l'ho già detto tanti anni fa, l'ho pure difeso al processo: voi non siete Lucius. Lui ha fatto cose terribili, Draco ne ha subito le conseguenze, e tu gli strascichi. Siete della stessa famiglia ma non siete lui».
«Perché mi dice queste cose, signore?».
«Perché tuo padre avrà bisogno di sentirsele dire prima o poi e per ragioni di orgoglio Grifondoro non posso farlo io». Nello studio cadde il silenzio. «Puoi andare» disse. E Scorpius, congedandosi, lasciò la stanza con un po' di confusione in testa.
«Tutto a posto?» chiese Al e lui gli spiegò cosa era appena successo. Albus, dal canto suo, gli disse che da sempre suo padre era stato così tanto premuroso, quindi di non preoccuparsi.
Si accomodarono in cucina per il pranzo, la signora Potter con l'ausilio di sua figlia Lily, aveva cucinato come se ci fossero tutti i Weasley riuniti fino alla settima generazione. «E tu di cosa sei tutor, Scorpius?» chiese gentilmente.
«Astronomia».
«C'è ancora la Professoressa Chang?» chiese James e Scorpius annuì.
«Quella mi odia» sospirò Lily senza alzare la testa dal piatto.
«Cho Chang?» domandò Harry Potter con la voce un po' strozzata.
«Sì» risposero in coro.
I due coniugi si scambiarono uno sguardo eloquente. La signora Potter avrebbe ucciso il marito sul momento. Il signor Potter la stava tacitamente implorando di non esplodere. I ragazzi si scambiarono occhiate divertite perché non capivano cosa stava succedendo.
«Certo che ti odia» iniziò la donna guardando la figlia che rispose con aria interrogativa. «Ti odia perché odia me».
«Scusa?» domandò Lily sconcertata.
«Mi odia perché io sono riuscita a sposare Harry e lei no». I ragazzi la guardarono attoniti.
«Ginny smettila con questa storia, non è vero che ti odia!» pregò il Salvatore del Mondo Magico.
«Ah no? Lo sai che quando dovevamo sposarci mi ha soffiato l'abito da sposa? E lei non doveva manco sposarsi! E poi è evidente che odia Lily!».
«Guarda che potrebbe essere che Lily non sia portata per l'astronomia»
«Ehi!» esclamò la più piccola.
Scorpius era divertito da quella scenetta, era tenero vedere che dopo tanti anni Ginny fosse ancora gelosa di Harry. Poi tutti si girarono verso di lui: era chiaro che volessero una delucidazione sul rendimento scolastico di Lily in Astronomia. Era vero che non era così male, ma non era manco una cima, sicuramente però non meritava tutti quei Troll o Scadente che le rifilava la Chang. Sorseggiò il suo succo di zucca per prendere un po' di tempo. «Non è così male» disse poi a bassa voce.
Vide la soddisfazione sul volto di Ginny e la sorpresa su quello di Lily, poi conversazione sulla Chang terminò. Effettivamente la professoressa aveva sempre dato l'idea di una persona rancorosa ma non avrebbe mai pensato che potesse punire un'alunna solo per il fatto di essere così simile alla madre. «Raccontate il vostro primo bacio? Io l'ho sentito una marea di volte ma loro no» chiese Teddy mentre i suoi capelli diventavano fucsia e cambiando così argomento per il benessere della coppia.
«Oh» disse Harry abbassando lo sguardo imbarazzato.
«Ero la cercatrice Grifondoro» iniziò la moglie. «Avevamo appena vinto la Coppa di Quidditch. Stavo correndo a dirlo a vostro padre e...» lasciò la frase a metà guardando emozionata Harry che aveva un sorriso bellissimo, forse il più bello che Scorpius avesse visto sul suo volto.
«E quando lei mi è venuta ad abbracciare io l'ho baciata. Davanti a tutti. Davanti allo zio Ron» terminò.
Lo sguardo di Scorpius finì inevitabilmente su Lily. E per la prima volta la vide senza maschere, un sorriso bellissimo le colorava il volto rendendola raggiante. Era un sorriso carico di affetto e dolcezza. Anche lui sorrise, come un riflesso involontario. Certo, la storia dei Potter era molto bella ma Lily, con quel sorriso, mentre si torturava leggermente un labbro, un po' di più. Le voci intorno a lui divennero ovattate perché pensò che ciò che era successo ai coniugi Potter era esattamente quello che stava accadendo a lui. Ormai aveva la certezza di essere innamorato di Lily che era la sorella del suo migliore amico. Rimaneva solo una piccola incognita: Lily era interessata a lui?
Dopo aver lasciato la sala da pranzo, Albus aprì i regali poi James, Teddy, Albus e Scorpius si abbandonarono sul divano troppo appesantiti dal pranzo. Scorpius gettò un'occhiata a Lily e si accorse che era con sua madre in cucina. «Cos'hanno da parlottare quelle due?» chiese James.
«Non lo so, è da ieri che parlano» disse Albus.
«Forse è innamorata» suggerì Teddy.
Scorpius si affogò con il succo di zucca che stava sorseggiando facendo girare tutti nella sua direzione. Albus gli battè un paio di colpi sulla schiena e la situazione tornò alla normalità. Era conscio del fatto che Lily stesse con Lorcan, ma addirittura innamorata era troppo per lui. Si sentì un vile perché in fondo lui ancora non aveva lasciato Giada. Per quanto tra loro ci una buona chimica sessuale, Scorpius era consapevole che non c'era futuro per loro come coppia.
«Non penso. È strana ultimamente, non litiga manco più con Scorpius» osservò il fratello.
Era vero. Dopo averla scoperta in quell'aula la prima sera, si erano cordialmente ignorati. Soprattutto perché lui non le aveva ancora chiesto scusa. «Ahia, allora è grave» analizzò Teddy.
Ridestandosi dal torpore dei suoi pensieri, tornò a prestare attenzione alla realtà. Giocarono un po' agli scacchi magici, si diedero al Quidditch e poi quando fu abbastanza buio Scorpius tornò a casa.
Dopo aver consumato quell'ennesimo amplesso senza alcun valore, Scorpius si fece coraggio e decise che era il momento di parlare con colei che avrebbe dovuto essere la sua metà. «Fra noi non può durare» disse sollevandosi dal letto. Giada rimase perplessa per un attimo.
«Perché?» chiese osservandolo.
«Perché sono innamorato di un'altra» rispose senza staccare gli occhi dalla porta. Alla fine aveva scelto di giocare la carta della sincerità, mentire avrebbe portato solo altri guai.
Senza dire una parola lei si alzò, si vestì e si smaterializzò evitando accuratamente di salutarlo. Scorpius rimase a fissare il tetto per una buona ora. I suoi pensieri vorticavano in continuazione nella sua testa senza un senso logico. Deciso a chiarirsi le idee, si mise un paio di jeans, una felpa e un mantello e con un pop lasciò camera sua.
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Come te ||Scorily
FanficScorpius ultimamente si era scoperto a fissare un po' troppo l'innocentissima sorellina del suo migliore amico e si sa che la sorella del migliore amico è sempre off limits. "ultimamente" era un lasso di tempo che andava dall'inizio del suo settimo...