"L'amore è (...) una carezza ispirata dall'alba
Mentre nel freddo il tuo sangue si scalda"
Lily osservava le lingue di fuoco dentro il camino che danzavano, si inseguivano l'una con l'altra con l'unico scopo di riscaldare chi stava intorno. Stava riflettendo e per una volta non pensava a Scorpius. Pensava, più che altro, al piano fallito per far uscire insieme Andrea ed Albus. Hogsmeade era fuori discussione, in quanto non avrebbero più potuto fare un'uscita a sei. Se solo Lorcan avesse accettato di dargli una mano per un'ultima volta...
«Lily? Ehi! Ci sei?» la mano del cugino si muoveva su e giù davanti ai suoi occhi. «Scusa ero sovrappensiero, hai detto qualcosa?» chiese tornando alla realtà.
«Mi chiedevo come mai questo compito di Trasfigurazione facesse così schifo». Lily aveva affidato ad Hugo il compito di correggere i suoi compiti; era fermamente convinta che lui fosse molto più portato di lei nello studio. Il mix tra il cervello di zia Hermione e la furbizia di zio Ron avevano creato uno degli studenti più bravi della scuola. Lily invece aveva la convinzione di aver ereditato solo la parte peggiore di entrambi i genitori, tra cui - soprattutto - l'indole ad innamorarsi degli amici dei fratelli e quella di far parte del Lumaclub solo perché si chiamava Potter. Vita grama, la sua.
«Non lo so, Hugo, ho dato il compito a te per correggerlo, non ho idea di cosa posso aver sbagliato» disse tra lo scocciato e l'esausto.
«Hai mischiato Trasfigurazione e Astronomia». Lily lo guardò allibita.
«Non dire cretinate» sibilò. Ma quando suo cugino le passò il tema rimase a bocca aperta. Il tema recitava
"Per concludere, la buona riuscita di un Incantesimo Evanescente è dato da un fluido movimento della costellazione dello Scorpione, situata tra quella della Bilancia e del Sagittario. È una delle più luminose della volta celeste, questo la rende una delle più facili da individuare."
Lily ammutolì sentendosi avvampare, non più certa di sentirsi a suo agio di fronte al camino e soprattutto di fronte a suo cugino. Era stupita di sé stessa, quando era arrivata al punto di pensarlo senza manco accorgersene? «Avrò confuso le pergamene» disse debolmente. Ma suo cugino, degno erede del cervello Granger, la stava guardando con uno sguardo sagace.
«Di' un po'» cominciò. «Non è che per caso ti piace qualcuno con il nome di questa costellazione?» poi come un déjà-vu, disse: «No! No, no, no, no, no. No!» il cugino però rideva sotto i baffi.
«Oh io credo di sì, cara Lily. Nel caso in cui non te ne fossi accorta, non stiamo facendo la costellazione dello Scorpione». La ragazza aprì la bocca e poi la richiuse per una serie di volte. Hugo aveva ragione: stavano facendo la costellazione del Leone. Per il bene comune, la conversazione terminò lì, nonostante il ghigno divertito che Hugo si portava dietro da quando aveva scoperto del tema. «Lo sai che sono una frana in Astronomia, avrò aperto per caso il libro e copiato le prime cose che ho trovato» disse stancamente poco dopo.
Nei giorni successivi Hugo aveva ancora un sorriso sornione mentre addentava il suo pezzo di carne. «Però dai Malfoy dopo che ti ha detto quelle cose?»
«Ha trovato il modo di farsi perdonare» rispose subito Andrea. Hugo alzò il sopracciglio curioso. Poi si arrese notando che nessuna delle due aveva intenzione di aggiornarlo. «Secondo me tu soffri della Sindrome di Colma» sentenziò fiero dopo un paio di minuti.
«Sindrome di che?» chiese stupita Lily. Andrea al suo fianco aveva cominciato a ridere convulsamente.
«Hugo» annaspò «volevi dire Sindrome di Stoccolma». Hugo aveva le orecchie scarlatte, la testa dentro il piatto e mangiava convulsamente il purè senza manco respirare.
Lily invece sorrise anche se non aveva idea di cosa fosse quella Sindrome. Sospettava fossero cose da Babbani visto che Andrea veniva da una famiglia di Babbani e Hugo aveva i nonni Babbani. Andrea si stava ancora asciugando le lacrime causate dalle troppe risate quando sentirono dei passi dietro di loro. «Piccola Potter». Maledizione, perché la chiamava ancora in quel modo? Era irritante ma allo stesso tempo eccitante. La sua amica smise di ridere all'istante, Hugo alzò la testa dal piatto così velocemente che a Lily sembrò di aver sentito il collo del cugino scricchiolare.
«Malfoy» rispose pacatamente, girandosi verso di lui. Gli occhi grigi guardavano una pila di piccole pergamene che aveva in mano alla ricerca di una in particolare. «Lily Luna Potter, ecco qui, ci vediamo mercoledì alle 20 alla Torre di Astronomia». Lily prese la pergamena e sbuffò annuendo. Doveva aspettarselo. «Vedrai, faremo cambiare idea alla professoressa Chang» disse con un sorriso. Il cuore di Lily nel frattempo non aveva fatto solo una capriola, stava ballando direttamente la Macarena.
Lily non vedeva l'ora che arrivasse il mercoledì e non perché non vedeva l'ora di vedere Scorpius, non del tutto almeno, ma perché la sua amica e suo cugino non facevano altro che lanciarle sguardi divertiti ogni qualvolta lui entrasse in Sala Grande o avevano Astronomia, o semplicemente le facevano battute del tipo «Scusa Lily mi spiegheresti il movimento dello Scorpione?». Erano terribili ma Lily sapeva che lo facevano perché le volevano infinitamente bene e cercavano di farla pensare il meno possibile. Conoscendola, sapevano che se non ci avesse riso su lei si sarebbe abbandonata a scenari catastrofici in cui lui la rifiutava, oppure i suoi genitori impedivano loro di stare insieme scatenando la Terza Guerra Magica o semplicemente Albus ammazzava Scorpius o lei veniva diseredata e finiva per invecchiare in una casa puzzolente, circondata dai gatti e di coperte fatte all'uncinetto. Mercoledì mattina si svegliò nervosa. Aveva lo stomaco in subbuglio quasi come quando aveva una partita importante. Quasi, però, non era come il Quidditch, le piaceva Scorpius, è vero, ma il Quidditch rimaneva ancora sopra ogni cosa.
Il freddo di gennaio era ancora pungente e, anche se le nevicate tendevano a diminuire, un vento gelido tagliava la faccia e spaccava le mani, fare lezione nei sotterranei era una piccola tortura quasi giornaliera a cui erano sottoposti tutti gli studenti più o meno ogni giorno. «Ma non potrebbero spostare quest'aula in un posto più caldo?» domandò Hugo piagnucolante al pensiero di avere Pozioni per le prime due ore. «Be' se scoppia un incendio nei sotterranei è meno evidente» osservò Andrea facendo ridere Lily. «Pensa a me: Pozioni oggi, recupero di Astronomia stasera e allenamenti di Quidditch domani. Mi verrà una polmonite!» disse sconsolata la rossa. Non le sfuggirono però le occhiate degli amici. «Fatti inviare della lingerie francese da Victoire o Dominique che non si sa mai». Per tutta risposta, Lily iniziò a picchiare violentemente il cugino con il manuale di Aritmanzia.
«Lily così lo uccidi!» la redarguì l'amica ridendo.
«L'intenzione era quella» sibilò.
Il resto della giornata, tuttavia, trascorse normalmente, così quando furono le otto meno un quarto si strinse nel mantello della divisa e salì verso la torre di Astronomia. Era in anticipo così si perse ad ammirare il cielo limpido, pieno di stelle e qualche nuvola sparsa qua e là, se non fosse stato inverno sarebbe stato piacevole stare ad osservare il blu nel silenzio più totale ma una folata di vento gelida la costrinse a tornare indietro e sedersi in uno dei cuscinetti. Nel frattempo prese il telescopio e il resto dell'occorrente e aspettò. «Scusami, la professoressa Chang non mi mollava un attimo». Malfoy arrivò trafelato dalle scale a chiocciola, aveva la cravatta leggermente allentata e i capelli scompigliati. Sì, la Chang, pensò Lily con una smorfia.
«Non c'è un modo di studiare Astronomia e stare al caldo?» domandò Lily.
«Temo di no, purtroppo». Però nel frattempo aveva fatto comparire una fiammella azzurra accanto a lei, gesto che apprezzò perché non si sentiva più gli arti. Scorpius cominciò a spiegarle le Costellazioni dello Zodiaco quali fossero le più importanti e quali avrebbero approfondito, avevano osservato la prima dal telescopio e poi avevano terminato.
Scorpius era appoggiato alla cattedra, le mani ancorate ai bordi del tavolo, Lily invece era di spalle che sistemava la borsa e il telescopio. «Lily Luna» disse pensieroso. Lily si girò esterrefatta. Non aveva mai sentito pronunciare il suo nome, a parte qualche giorno prima in Sala Comune quando le aveva dato la pergamena. «Terra e cielo». Lily non capiva. «Scusami?» domandò.
«È dall'altro giorno che ci penso, il tuo nome racchiude terra e cielo». Era uno scherzo? Era ubriaco? Confuso? Sotto la Maledizione Imperius? Prese una bella boccata d'aria.
«Scusa ma sei ubriaco?» Lily lo sapeva che non era una domanda opportuna ma era stata istintiva e non era riuscita a trattenersi. Però lui la stupì ridendo di gusto.
«Sì effettivamente potrebbero sembrare le riflessioni di un pazzo» ammise. «Mi piacciono tanto i nomi, quelli con un significato, collegati a qualcosa». Nella Torre, ora illuminata dalle torce attaccate alle pareti, regnava il silenzio. Lily non sapeva cosa dire, era il momento più intimo che condividevano dopo Godric's Hollow. Era immobile vicino alla balaustra con la borsa sulla spalla destra e guarda Scorpius cercando di capire dove volesse andare a parare con quel discorso sui nomi.
«I nomi della tua famiglia hanno tutti a che fare col cielo, giusto?» glielo aveva detto un giorno Andromeda, la nonna di Teddy. Scorpius annuì. «E Hyperion?» domandò lei. «Anche quella è una costellazione?».
«No» disse. «Dalla parte di mia madre hanno nomi che riguardano la mitologia greca. Hyperion era il titano della luce». Lily annuì. Adesso era veramente a corto di argomenti.
«Vieni ti faccio vedere una cosa» disse lui spegnendo le torce. Prese un telescopio, sistemò i cuscini a terra e iniziò ad osservare il cielo dallo strumento.
«Pensavo avessimo finito». Non sapeva più che ore fossero, sentiva solo una stanchezza crescente e moltissimi dubbi.
«Sì, questo non c'entra col programma». Non seppe perché ma Scorpius le fece vedere un mucchio di stelle, costellazioni e pianeti, e glieli spiegò con così tanta passione che trasporto che a Lily sembrò strano capire davvero qualche cosa del cielo. Una delle risposte che le diede Scorpius la lasciò stupita: «Lily Luna, sei terra e cielo. Finora hai guardato a terra ma forse potresti guardare al cielo».
Scorpius venne svegliato da un filo di vento che gli colpì la faccia. Si stiracchiò dolorante, senza rendersi conto di dove si trovasse, appena aprì gli occhi venne colpito dalla luce pallida del cielo all'alba.
Era nella Torre di Astronomia. Si era addormentato? Socchiuse gli occhi, aveva qualcosa di pesante appoggiato al braccio, lì per lì pensò che fosse addormentato, ma quando si girò e vide una testa rossa appoggiata al suo braccio destro per poco non urlò.
Era con la Piccola Potter che dormiva avvinghiata a lui sulla Torre di Astronomia.
Praticamente tutte le carte in regola per essere cruciato da tre Potter su cinque più qualche cugino e zio Weasley che adesso non ricordava. Eppure, anche nel panico più totale, non riuscì a non guardarla: era bella. Aveva i capelli leggermente arruffati e sparsi qua e là, la bocca semichiusa, il petto che faceva su e giù seguendo il pesante movimento del respiro e un'espressione tutt'altro che angelica sul volto. Ad osservarla meglio, i capelli sparsi in quel modo ricordavano i capelli di Medusa. Scorpius rise perché se riusciva a trovarla così bella in quel modo significava che lei era irrimediabilmente bella e lui era irrimediabilmente innamorato. Si passò la mano libera sugli occhi addormentati ricordandosi cosa le aveva detto la sera prima. «Lily Luna, sei terra e cielo. Finora hai guardato a terra ma forse potresti guardare al cielo». Le aveva chiesto di guardarlo, di considerarlo, di farlo entrare nel suo universo, nel suo mondo fatto di lentiggini, capelli rossi dubbi e paure. Chissà se lei aveva capito, chissà cosa aveva pensato. Aveva ignorato quella frase ed erano tornati a parlare del cielo fin quando non si erano addormentati entrambi, prima lei e poi lui. L'aveva osservata anche la sera prima, con la flebile luce del quarto di luna.
«Potter» iniziò. La dolce ragazza mugugnò qualcosa di incomprensibile, si giro e sgranò gli occhi, forse sorpresa dal gelo inusuale. Due iridi castane comparvero davanti gli occhi grigi di Scorpius.
Assunsero una sfumatura che andava dalla confusione più totale al terrore puro. Si alzò di scatto. «Porco Salazar!» esclamò raccogliendo in tutta fretta le sue cose.
«Di solito le ragazze non reagiscono proprio così dopo aver passato la notte con me» osservò divertito Scorpius. Ma il suo scherno non doveva essere arrivato alla rossa che sul punto di scendere sussurrò un ben udibile «Vaffanculo Malfoy». Forse aveva bisogno di lezioni di romanticismo.
«Allora come sono andate le ripetizioni con Lily?» domandò Albus mentre sorseggiavano una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa con Zabs. Scorpius aveva un fastidioso mal di schiena e si trovò a pensare che forse le assi di legno della Torre più alta del castello non fossero poi così comode. Tuttavia la domanda dell'amico, o meglio sentire il nome della ragazza, lo fece sussultare. «Bene, perché? Ti... Ti ha detto qualcosa?» chiese con troppa foga. Albus lo guardò perplesso mentre Scorpius sentiva gli occhi di Zabini puntati addosso. «No, non mi ha detto assolutamente niente, avrebbe dovuto?»
«No, no, figurati».
«Anzi è stata particolarmente evasiva» aggiunse. «E credo anche che abbia passato la notte con qualcuno. Jason del settimo anno mi ha detto che ha sentito Andrea dire ad Hugo che non è tornata al dormitorio dopo Astronomia».
Il biondino dovette trattenersi dallo sputare. Maledetti Grifondoro. Zabini sorrise sornione. «Hai capito la Potter» commentò. Scorpius provò un moto di rabbia misto a gelosia che non poteva mostrare a nessuno. Non doveva permettersi di parlare così di Lily e poi non gli aveva ancora perdonato di essere andato a letto con lei, anche se Zabini non lo sapeva. «Stai parlando della mia sorellina» disse Albus piccato.
«Oh Albus, non è più -ina da un bel po' di tempo ormai».
«Solo perché tu ci sei andato a letto non puoi permetterti di-»
«Ok, basta!» disse Scorpius alzando la voce. Una lite tra i due era l'ultima cosa d cui aveva bisogno. «Albus vai a prendere dell'altra Burrobirra» ordinò. Poi, una volta che l'amico se ne fu andato, si girò da Zabini.
«Che diavolo stai facendo?» gli chiese. «Parlare così della Piccola Potter davanti ad Albus? Lo sai quanto è geloso!»
«E tu cosa stai combinando?» indagò ignorando le domande dell'altro. «È stata con te dopo le lezioni di Astronomia, vero? Credo abbiate visto ben altre stelle» disse malizioso. Scorpius però si ritrovò per la prima volta senza difese. Il muro era stato abbattuto e lui era spiazzato. Mentire non avrebbe avuto senso, non a lui, almeno. «Non è come credi». Zabini lo guardò interessato. «Abbiamo davvero visto le stelle. Intendo col telescopio».
«Scusami ma lo sai che questa frase potrebbe essere ambigua?» Scorpius gli scoccò uno sguardo di rimprovero e lui si bloccò.
«Abbiamo parlato. Tutta la notte. E poi ci siamo addormentati e quando ci siamo svegliati lei è andata via e io le ho detto qualcosa tipo che le altre ragazze di solito non reagivano così e lei mi ha mandato a fanculo. E adesso è un casino perché lei mi piace davvero. Ti ricordi che Al ti aveva scritto che era dall'anno scorso che mi piaceva una, no?» Zabini annuì. «Era lei. Ma io non posso dire ad Al 'ehi ciao mi piace tua sorella' e tra l'altro lei crede che io sia uno stronzo senza cuore e per giunta fidanzato». Scorpius lanciò un'occhiata ad Albus che era ancora in fila per chiedere un'altra caraffa della bevanda. Avevano deciso di andare alla piccola tavola calda di venerdì pensando di non trovare confusione ma era tutto il contrario. Zabini si passó una mano sulla barba incolta che gli dava qualche anno in più e l'aria più da uomo che da ragazzo. «È un bel pasticcio» convenne. «Intanto dille che tu e Ghiada, Giada, insomma quella, non state più insieme».
«Ma lei un ragazzo ce l'ha e io non so se le piaccio, mi ha detto che siamo fratelli» lo interruppe Scorpius.
Era incerto se dirgli quello che aveva non tanto tacitamente chiesto alla rossa. Poi pensò che quella sarebbe stata l'unica occasione per parlarsi decentemente e si arrese. «Tu lo sai quanto io sia fissato con i nomi» disse di punto in bianco. L'amico annui. «Le ho detto che i suoi nomi sono cielo e terra e che fino adesso ha guardato a terra ma adesso deve guardare in cielo».
«Sul serio Scorpius, fossi una donna e avessi cielo e terra nel nome te l'avrei lanciata con la fionda» disse Albus posando il boccale. Se solo sapesse, pensò Scorpius mentre Zabini tratteneva una risata. «Non ha ancora detto chi è la ragazza, vero?» chiese rivolto a Zabs, lui scosse la testa e Scorpius si ritrovò a ringraziarlo con lo sguardo.
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Come te ||Scorily
FanficScorpius ultimamente si era scoperto a fissare un po' troppo l'innocentissima sorellina del suo migliore amico e si sa che la sorella del migliore amico è sempre off limits. "ultimamente" era un lasso di tempo che andava dall'inizio del suo settimo...