Cap.4

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-Non hai una minima idea di chi possa essere stato?-
-No Sting, te l'ho già detto- risposi per l'ennesima volta.
-Se non fosse stato per Natsu, a quest'ora saresti morta- disse serio.
Io alzai gli occhi al cielo.
-Chiunque l'avrebbe fatto-
-Dovresti cominciare a trattarlo meglio, è pur sempre un mio amico-
-Io tratto le persone come mi pare, adesso esci che mi hai già rotto il cazzo- esclamai nervosa.
-D'accordo- mi disse mentre usciva dalla stanza.
Ammetto che questa situazione mi rende alquanto nervosa, tra tutti i ragazzi che c'erano in quella maledetta festa proprio lui doveva salvarmi la vita?
Un messaggio mi ridestò dai miei pensieri.

Affacciati dal balcone 

Scusa, saresti?

Scoprilo da sola.



Avevo un brutto presentimento di chi potesse essere, mi affacciai e lo vidi.
Mi sorrise ed esclamò:
-Non so se ti ricordi, ma ieri sera ti ho salvato la vita-
-E con questo?- sbottai io leggermente stizzita.
-Mi devi un favore!-
Io corrugai la fronte, poggiai i palmi delle mani sulla ringhiera, per poi sorridere quando indicò la moto dietro di lui con il pollice.
-Non so se lo sai, ma sono le 10 di sera passate Dragneel- gli dissi alzando le sopracciglia.
-Non ti mangio mica, su scendi-
Alzai gli occhi al cielo e mi arresi, più lo conoscevo e più rimanevo sorpresa dai suoi atteggiamenti.
Senza rendermene conto mi trovai sotto casa mia, vestita con una felpa enorme.
Lui mi venne incontro e mi squadrò dalla testa ai piedi.
-Non avevo voglia di cambiarmi- dissi prima che lui potesse giudicare il mio abbigliamento.
Alzò i palmi in segno di resa per poi porgermi il casco.
Salì sulla moto e io lo seguii, senza però aggrapparmi a lui.
-Ti conviene reggerti forte biondina, non andrò piano-
Un po' titubante avvolsi il suo busto con le braccia, per poi stringere la presa quando sentii il rumore della moto piuttosto invasivo.
E in un secondo partimmo, mi aggrappai ancora più forte, e ci avrei scommesso che lui avesse sorriso il quel momento.
Stranamente mi sentivo bene, al sicuro.
Chi l'avrebbe mai detto?
-Come hai fatto ad avere il mio numero?- gli chiesi urlando per farmi sentire.
-Ho i miei metodi-
Mi accontentai di quella risposta, stringendomi ancor di più a lui.
Il vento accarezzava entrambi, mentre giravamo per le strade luminose di New York.
Dopo circa 10 minuti accostò la sua moto, scese e mi tolse il casco.
Mi aggiustai i capelli e lo seguii, ci ritrovammo in una terrazza, che mostrava la città in tutta la sua bellezza.
Natsu rise quando vide la mia faccia stupita e allo stesso tempo incantata.
-Ti piace?-
Io annuii e sorrisi, sedendomi su una delle panchine, seguita da lui.
Dopo attimi interminabili di silenzio, presi parola:
-Perché?-
Lui mi fisso interrogativo.
-Perché cosa?-
-Perché tutto questo?-
Mi guardò, e rimasi attratta come un magnete ai suoi occhi verdi.
-Volevo assicurarmi che tu stessi bene- rispose scrollando le spalle.
Inutile dire che il mio cuore perse un battito a quell'affermazione, e come da copione arrossii, ridendo per camuffare il mio evidente imbarazzo, annullando però il nostro contatto visivo.
-Dovresti ridere più spesso biondina-
Mi girai verso di lui di scatto, guardandolo intensamente, cosa mi stava succedendo?
O meglio dire, cosa ci stava succedendo?
Sarei rimasta ore e ore a guardarlo, quei capelli sbarazzini baciati dal vento, i suoi occhi magnetici illuminati dalla luce della città.

Il rosato rimase incantato dalla sua risata, così cristallina, avrebbe voluto sentirla per ore.
Non riusciva a capire cosa stava succedendo, ma una cosa era certa, stava cambiando impercettibilmente tutto.
Se ne rese conto dal suo odore vanigliato che andò dritto le sue narici grazie al forte evento che scompigliò i lunghi capelli di Lucy, dai suoi occhi cioccolato che parlavano da soli.
Lucy si sentiva leggere dentro, ogni volta che i loro occhi si incastravano tra loro, non vi era bisogno di tante parole o discorsi futili, entrambi era consci del fatto che qualcosa tra loro stesse nascendo, anche se non sapevano ancora cosa fosse.

-Abiti sola con tuo fratello?-chiese lui per spezzare il ghiaccio.
Lucy si irrigidì, sorpresa per la domanda improvvisa da parte del rosato, il quale si maledì mentalmente per aver fatto una domanda apparentemente invasiva.
-Siamo soli da due anni, mia madre abita in Italia da quando mio padre è morto- disse tutto d'un fiato, abbassando lo sguardo.
Natsu decise di non chiedere altro, sembrava una questione piuttosto delicata.
Fu difficile per la bionda parlarne con lui, non era un argomento che le piaceva trattare, specialmente con gli sconosciuti, ma con Natsu fu diverso, le venne spontaneo dirglielo.
-E tu?-
-Non ho mai conosciuto i miei genitori, vivo con quella testa di cazzo di mio fratello- rispose in modo ironico il rosato.
Lei sbuffò divertita.
-Mi auguro che la tua ragazza sia al corrente del fatto che sei tu a venirmi dietro-
Natsu corrugò la fronte.
-Se parli di Lisanna, non è mai stata la mia ragazza-
Lei alzò le sopracciglia e annuii, per poi guardare dinanzi a sé.
-Chi sei tu veramente? Sei il solito ragazzo che corteggia le ragazze per poi spezzarle il cuore?- chiese la bionda tornando a guardarlo in faccia.
-Perchè ti sei fatta questa idea su di me?-
-Non ne ho idea, ma da come parlava lei eravate piuttosto uniti-
-Non è colpa mia se è una psicopatica- rispose irritato, stava cominciando a perdere la pazienza.
-Tu ti ritieni normale invece?- esclamò lei scattando in piedi.
-Dovresti imparare a non giudicare le persone dalla copertina Lucy..- disse lui alzandosi e parandosi davanti a lei.
La bionda annullò la distanza andando lontano da lui.
-Dove pensi di andare?- urlò lui.
Voleva andarsene, si sentiva una stupida, le doleva ammetterlo ma aveva ragione lui.
Si fece schifo per questo, cominciò a pensare che fosse lei quella sbagliata.
E aveva ragione a pensarlo, aveva rovinato tutto.
Alcune lacrime scesero incontrollate mentre correva più lontano possibile da lui.
Si sentì afferrare per un braccio, ritrovandosi di nuovo faccia a faccia con Natsu.
-Scusami- disse lui.
Lei fece un cenno negativo con la testa.
-Hai ragione tu, non scusarti- rispose lei con voce tremante.
-Non piangere- le sussurrò, asciugandole le guance.
-Perchè fai così con me? Perchè fai lo stronzo menefreghista davanti agli altri e poi con me ti comporti diversamente?- gli chiese lasciandosi cullare dalle sue carezze.
-Potrei chiederti la stessa cosa- rispose lui, sorridendo alla ragazza.

Lucy fece per entrare in casa, cercando di fare meno rumore possibile, si chiuse la porta alle spalle, e nello stesso momento alzò lo sguardo, incrociando quello del fratello sulle scale, a braccia conserte.
-Dove sei stata?-
-Sono andata da Levy, ha avuto problemi con Gajeel così ho decis-
-Ora che hai detto la cazzata, dimmi la verità- la interruppe.
-Non ti riguarda- rispose lei sorpassandolo velocemente, per salire al piano di sopra.
-Cazzo Lucy! Non renderlo più difficile di quanto già lo sia!- urlò lui tirando un pugno al muro.
-Si può sapere che ti prende? È da giorni che sei così nervoso!- urlò Lucy.
-Come devo spiegarti che se finisci nei guai, ci finisco anche io? Eh?-
-Quindi è questo il problema? Ti importa solo di ciò che può succedere a te!-
-Non è come pensi- sibilò lui.
-Ah allora qual è la verità? Illuminami!-
Arrivato al culmine della pazienza il biondo le diede uno schiaffo, zittendola.
-Se la mamma non fosse malata, sarebbe tutto diverso!- urlò con tutto il fiato che avesse in corpo.
Lucy spalancò gli occhi, incapace di dire una parola, sia per lo schiaffo del fratello, ma sopratutto per la sua affermazione.
-Hai detto m-malata?- riuscì a dire, seppur balbettando.
-Devono ancora fare degli accertamenti, l'ipotesi più certa è che abbia il coronavirus-



Avete presente quando avete vissuto dentro una bolla, fino a quando una notizia sconvolgente arriva e buca quella bolla con un ago?
Mi sentii esattamente in quel modo, e da quel giorno, nulla sarebbe stato come prima.
Ne ero certa.



















Capitolo un po' più breve :/
Spero vi piaccia, alla prossima!

The night we met |nalu|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora