«Quindi avete fatto sesso.» disse Hanji, più come affermazione che come quesito.
Il moro, seduto di fronte a lei nella sua confortevole cucina, alzò gli occhi al cielo. «Sì quattrocchi, sì, e prima l'ho baciato, hai capito bene. Se vuoi ti posso fare un disegnino.»
«Quindi ora state insieme.»
«No.»
«Fammi capire: te lo sei portato a letto, hai rinunciato alla tua mattinata tranquilla per accompagnarlo a scuola, lo hai anche baciato poco fa, però non state insieme.»
«Esattamente, vedo che ce l'hai fatta.»
Hanji sembrava turbata. Levi la vedeva in questo modo, ma Eren? Cosa pensava? Cosa sperava? «Lo sai che lo stai illudendo, vero?»
Il corvino non disse nulla. Si prese del tempo per riflettere. Eren aveva tentato di parlargli, ma lui lo aveva bloccato con quel bacio, dopodiché gli aveva voltato le spalle e se n'era andato. Non voleva affrontare quel discorso, né con Eren né con Hanji. Non ci capiva niente nemmeno lui.
La castana conosceva a memoria il suo amico e, nonostante fosse la persona più difficile da capire, lei ci riusciva. Proprio per questo motivo, il corvino si ritrovava spesso a pensare che lei avrebbe dovuto fare psicologia.
La donna sospirò. «Devi capire cosa provi tu prima di fare scelte affrettate.»«Anche se provassi qualcosa? Lui ha diciassette anni, hai idea di quanti siano diciannove anni di differenza, quattrocchi?»
«Questa è una scusa su cui stai facendo perno.» lo aveva detto. Erano giorni che ci pensava e non aveva mai voluto portare alla luce questa sua teoria perché sapeva benissimo che avrebbe alterato il corvino di fronte a lui, però era arrivato il momento. Doveva sbattergli in faccia la realtà, e per ora si sarebbe limitata a farlo a parole.
L'uomo la guardò gelidamente. «Io non ho bisogno di "scuse".»
Lo sguardo del moro incuteva timore a chiunque, ma non a lei, non ad Hanji Zoe. «Allora parlagli se non hai bisogno di scuse.» Suonava come una sfida.
«Per dirgli cosa, esattamente? Non ci sto capendo niente nemmeno io.» Davanti alle provocazioni della bruna, Levi vacillava sempre un po', lasciando trasparire sempre una piccola parte del suo lato più umano. Senza mai sbilanciarsi troppo, ovviamente.
«Eh diglielo. Appunto perché è un ragazzino, ha bisogno di risposte, non puoi lasciarlo così, sospeso. Lo faresti solo soffrire, e non mi venire a dire che non te ne importa niente, sappiamo entrambi benissimo che non è vero.»
Il moro rimase in silenzio per l'ennesima volta. La sua amica aveva ragione, ma non gliel'avrebbe mai ammesso. Sospirò, spostandosi da davanti agli occhi le ciocche scure. «Ok.» fu l'unica cosa che si sentì di dire in quel momento.
La bruna capì che Levi aveva afferrato il concetto, così lasciò da parte la sua espressione seria per fare posto a una più spensierata. «Com'è stato?»
«Com'è stato cosa?»
«Eh indovina un po'? Avete giocato a carte? Non mi pare proprio.»
Levi sospirò, di nuovo. «Mi tratti come fossi un verginello.»
«In un certo senso lo sei...». A quell'affermazione il moro alzò un sopracciglio, confuso.
«Per te Eren è un'esperienza tutta nuova, sei vergine di Eren!» esclamò la bruna, con un grande sorriso in volto.Lo sguardo di Levi era indecifrabile. «Questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito, i miei più sinceri complimenti.»
La bruna rise di gusto, per poi restare in silenzio, con un'espressione soddisfatta in volto. Guardava il moro di sottecchi, come a voler sapere di più.
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Underground - EreRi/RiRen - ITA
FanfictionC'erano tanti posti brutti a Seattle, davvero, ma quello più brutto di tutti, il peggiore in assoluto, era la metropolitana. Specialmente alle 7:30 del mattino, piena di mocciosi chiassosi diretti verso le proprie scuole. Questo, Levi Ackerman, prop...