Oh ma... Che ore sono... COOOOSA?! LE 11?! OH CAZZO.
Il risveglio dopo una serata di canne è stato questo. Ho dormito dieci ore più o meno. Merda, devo fare la spesa, un sacco di cose. Guardo il cellulare e leggo 4 messaggi di WhatsApp. Tre sono di Marco ed uno di Edo, mi chiede se vado a giocare a calcetto oggi verso le cinque. Ma sì dai, perché no.
Mi faccio una doccia, e mi vesto al volo. Pantaloni stretti in fondo, maglione da rapper di colore, Jordan ai piedi e... Va beh, mi metto il cappellino. Anche se fra un po' è Natale. E fa freddo.Prendo le chiavi, guardo l'orologio : sono già le 11:30.
Oh, non ho voglia di andare in macchina. Mi farò cinque minuti di strada a piedi.
Collego le cuffiette al cellulare e parte "Lose Yourself" di Eminem. Dio solo sa quanto ami questa canzone. Mi dà la forza sempre. La ascolterò minimo cinque volte al giorno. La so a memoria. Non c'è niente di meglio di Lose Yourself per iniziare la giornata. "You better lose yourself in the music, the moment...". Già. Farei bene a lasciarmi andare qualche volta. Invece qui è tutto monotono alcune volte. È una routine. Ma alla fine chissene frega. Fra due mesi ho il primo esame. Meglio "godersi" questi ultimi giorni di libertà. Anche se so che dureranno fino al giorno prima dell'esame.
Sono arrivato all'Esselunga. Mi tolgo le cuffiette dall'orecchio e infilo il cellulare nella tasca dei pantaloni. Ah, dimenticavo, non ho ancora risposto a Marco. A dire il vero non ho nemmeno visto cosa mi avesse chiesto.
Entro che sono le 11:40. Esatte. Caspita ,sono preciso anche nei ritardi.
Alle 11:40 all'Esselunga ci sono solo i pensionati, qualche uomo single sulla trentina e un sacco di casalinghe. Sono un esercito. Più osservo la gente più mi accorgo di una cosa : sono tutti soli. Non c'è una coppietta. Soli. Come me del resto. Spero di non arrivare a diventare come loro. Spero di non fare quella fine. Ma se vado avanti così, probabile che accada.Patatine, pane, coca-cola, detersivo, uova, un tortino, qualche surgelato e... Cazzo, le Redbull!
Meno male che mi sono ricordato. Appena giro l'angolo vedo la prima "coppia" della mattinata. Sembra qualcuno di familiare ,da dietro. Ma certo, è Contarelli. Davide. Lo conosco di vista, ha la mia età ,sarà uscito un paio di volte con la mia stessa compagnia. Simpatico, si dice che sia un secchione. Bah, a pelle non sembra. Prendo le Redbull (pacchetto da 6) e mi si avvicina lui con il suo carrello.
"Oh, bella Diego!"
"Ciao Conts!"
"Allora, com'è?"
"Eh, niente. Sono qui a fare la spesa come uno stronzo e meno male che mi sono ricordato di farla... Te?"
"Ma io niente, il solito. Ah, vieni all'Albatros venerdì sera?"
"Penso di sì, adesso sento gli altri. Te vai?"
"Certo! Un po' di figa non guasta mai ahahahah!"Questa ultima frase mi colpisce particolarmente. Ha di fianco quella che dovrebbe essere la sua fidanzata. Ma l'educazione qui? Non capisco. Non è una frase da dire con lei vicino. Con che coraggio si permette poi. Se fossi in lei, l'avrei scannato vivo. Mi congedo con un "Bella!" e me ne vado alla cassa.
Pensandoci bene, Conts e la sua fidanzata li avevo visti sempre insieme. Sempre. Anche quando usciva con noi. Lei, mai in giro con le sue amiche, con altre persone, mai. Sempre insieme. Devono conoscersi da una vita. Ad occhio, mi sembra pure che abbiano qualche anno di differenza. Talmente sfigato che non riesce a farsi quelle della sua età. Ma va beh, sorvoliamo.
Pensandoci bene, non è che mi stia proprio simpatica la sua tipa. Non so nemmeno il suo nome. Alta, capelli lisciati, un filo rossi, ti guarda come se lei fosse superiore a tutti quelli dentro all'Esselunga. Con il mento un po' alzato. Come a dire "E tu, che vuoi?"Sì. L'avrei presa a schiaffi. Ha fatto bene a dire quelle cose con davanti lei. Davvero mi sono bastati trenta secondi per farmela stare sui coglioni. Con questa aria da sapientona. Ma cosa vuoi, ma chi sei.
Pago e me ne vado. 27,45€. Buono, però non ho i punti sulla carta. Ebbene sì, ho anche la carta fidaty.
Dovevo prendere la macchina. Non ho voglia di farmi anche solo cinque minuti con le borse a piedi. Mi rimetto le cuffie alle orecchie e schiaccio su riproduzione casuale. È partita "Wings" di Macklemore. E mi verrebbe voglia di prendere un pallone da basket e giocare, anche da solo.
Sono a casa. Grazie di esistere, ascensore.
Sono le 12:47. Ahah, per due minuti sarei stato anche preciso. Tiro fuori tutto dai sacchetti e un po' di roba la metto nel frigorifero ,altra in credenza e altra... Beh, la tiro fuori per mangiarla. Meno male che c'è studio sport a farmi compagnia. Apro WhatsApp, vediamo un po' cosa mi ha scritto Marco.
"Diego"
"Oh"
"Oooooo"Chissà cosa vuole. Gli rispondo con un "Ehi" e aspetto. Intanto, guardo Facebook. Non c'è niente. Stati qua e là sul natale, su quanto sia difficile la vita da liceale ,citazioni a caso di Bukowski o di Francesco Sole, le solite due o tre foto degli One Direction, qualcuno che scrive qualche battuta (pessima) e niente di più. Questo il mio Facebook. Anche lui è monotono. E sembra solo.
Apro Instagram. Tanti selfie, qualche foto a caso senza senso, qualche screen tenero che potrebbe farmi venire il diabete e niente. Monotono anche Instagram.
Apro Twitter. Va beh ,lo richiudo subito.
E infine cosa mi rimane...ah, tumblr. Meno male, Tumblr è qualcosa di serio. Quelle immagini strane e particolari, che non trovi su nessun altro social. Quelle gif che a volte ti strappano il sorriso e a volte ti fanno pensare un attimo. Mi piace tumblr. Se lo sapessi usare direi che è il mio social preferito. Secondo me Tumblr, più di tutti gli altri, evidenzia il lato nascosto degli adolescenti. È un social un po' per 'depressi' ,ma secondo me racconta la realtà meglio di altri proprio per questo. Non tutti appaiono felici su Tumblr.Sono quasi le 14. Faccio subito la sacca per andare a giocare e mi preparo, almeno dormo un po'. Metto la sveglia per le 16:30. Speriamo vada.
TIIIIIIIIIIIIIIIC
Sì, ha funzionato. Si va a giocare.
Ah, il calcetto. Quando giochi a calcetto trovi tutte le tipologie di adolescenti possibili. Quelli coglioni, cazzoni che hanno il Q.I. di un mapo, quelli che se la tirano, quelli un po' strani, che non parlano mai, quelli che cercano di far vedere quanto siano bravi ma in realtà sbagliano quasi sempre tutto, quelli che sono bravi, ma si tengono per le grandi partite e spesso, stanno in porta. Poi ci sono quelli come me. Che i piedi buoni li hanno, per carità. Ma durano come una Fiat Panda a metano in collina.
La chiesa non gradirebbe quanto viene detto durante una partita di calcetto. E spesso scappano pure a me. A parte che io in Dio non credo, credo nell' "io". Sono io il mito di me stesso. Chiamami narcisista, ma un po' di amor proprio non ha mai fatto male a nessuno.
"Diego dai dai dai!"
"Diego ,cazzo, corri un po'"
"Oh Diego, ma mettimela in mezzo, no?"
"Diego, per favore, basta con sti giochetti del cazzo..."Questi sono i rimproveri che mi fanno. Ma io non li ascolto. Mi sento Balotelli quando gioco. Gioco per me. E se vinciamo, vinco io. Se perdiamo, beh, colpa loro, giochiamo in cinque.
Alla fine la mia squadra perde di tre. Mica male, settimana scorsa ne avevamo presi quindici.
Sono esasusto, talmente sfinito che non riesco neppure a farmi la doccia. Così saluto tutti ,pago e vado a casa.
Non ho voglia di uscire stasera, rimarrò in casa. Spengo il cellulare. So già che qualcuno mi cercherà. E non mi troverà. Se mi vogliono davvero, devono insistere. Mangio una pizza surgelata (la mozzarella sembra gomma pane) ,guardo un film sul tablet e me ne vado a dormire. Seratina tranquilla.Prima di addormentarmi, come di consueto, penso un po'. Faccio un sunto della giornata. E subito penso alla fidanzata del Conts. Mamma mia se la odio. Meglio dormire.
Ah, anche oggi non ho chiamato i miei genitori. Potevano farsi sentire però eh.

YOU ARE READING
Quando tu non c'eri
Romance"Quando tu non c'eri" è la storia di Diego, diciannovenne intelligente, bravo con i numeri, ma una "frana" a rapportarsi con la vita. Per vincere contro la noia, per sentirsi un "divo", si isolerà dal suo mondo, dai suoi amici, dai suoi familiari e...