Dove cazzo è la bustina? Oh, eccola finalmente. Questa volta l'avevo infilata dietro al televisore, in cucina. Sì, lo so. Sto diventando paranoico. Ma devo farlo, devo esserlo. Questa roba deve essere tenuta al sicuro da tutti e da tutto. Marco, Umberto, Daniel, Monnezza, tutti, sono spariti. Dicono che non mi riconoscono più. Non sanno quello che sto passando. Loro non possono e non potrebbero capire. Ho delle catene al collo, ho venduto le narici al diavolo, sono sue ora. Cazzo, forse ho sbagliato. Ho iniziato tutto per gioco, per vincere contro l'odiata Noia. Ho vinto, eh, per carità. Ma ho fatto dei sacrifici. Ho sacrificato il mio mondo, per diventare così ho sacrificato quel poco di buono che avevo ancora. Ho gettato nel cesso Diego. Tanto, dato che sono uno stronzo, aspettavo solo qualcuno che tirasse l'acqua. Sto girando in un tubo. Non ne uscirò quasi più. E ci metto il quasi. Perché la mia vita, allegoricamente e ironicamente, fate voi, è una merda. Sono uno stronzo. Però ho bisogno di tutta la cocaina possibile. Ogni giorno, sempre di più. Ne voglio di più. Non la sniffo neanche più. Per avere una "botta" maggiore, preferisco ora iniettarmela. La scaldo, si scioglie. Una siringa e via. Non fa male. Premo contro la prima vena che capita. Sul braccio sono segnato, ho segni che resteranno lì ancora per molto. Mi sono bucato anche sotto la pianta del piede. Il braccio sinistro ha 3 punture. Tre giorni fa, sono svenuto e ho picchiato la testa proprio sullo spigolo del tavolo che ho in "salotto". Mi è sanguinato il sopracciglio. Quasi un'emorragia. Ma non mi faceva male, anche perché penso non faccia male in generale. Le punture non mi fanno più paura. Però c'è una cosa : quando mi faccio in vena, all'inizio non so perché rido. Mi viene da ridere. Fa stranissimo, perché nonostante poi perda i sensi, so perfettamente che sto accorciando la mia vita. Nicola è stato gentile con me. Mi fa lo sconto. Sa in che condizioni sono. Ci aiutiamo quasi. Io sono a corto di soldi. Io faccio dei lavori per lui in casa, mi da qualcosa da mangiare e un po' di coca. Nel solito sacchetto. Ieri ho finito di imbiancargli la casa. Sto lavorando per un tossico, perché mi serve la cocaina. Ma cosa cazzo sto facendo. Sapete anche cosa? Sono diventato apatico. Non sento nulla, è come essere dentro una doccia con l'acqua che ti scorre addosso e tu senti tutto che ti passa. Ti attraversa. Dall'alto passa giù e tu non senti niente. Ecco, tutto scorre e io sono qua immobile. Mi fa malissimo dietro il collo, ho visto, è un'aorta che si è ingrossata. Ho sempre i brividi, come quando hai la febbre. Le mani sono sempre fredde. Esco di casa solo per andare da Nicola. Non vedo ne sento i miei genitori da due settimane. Anzi, pochi giorni fa sono venuti sotto casa mia, mio papà e Chiara, hanno citofonato ma io non ho risposto, hanno visto che avevo le luci accese, non avevo chiuso le persiane, ma loro sono stati lì sotto per ben, boh, sarà stata anche un'ora abbondante adesso che ci penso. Si sono preoccupati e si preoccupano per me. Chiara qualche volta mi chiama, mi ha scritto su Whatsapp se può venire da me qualche giorno per prendere lezioni di matematica. Io le ho detto di sì, ovvio è mia sorella. Non ricordo il giorno fissato però. Le ho chiesto di :
-Non dirlo alla mamma
-Portarmi 40€
-Comprarmi tre pacchetti di patatine, due bottiglie di Pepsi da 2L rispettivamente e non dirlo a nessuno.Sto usando pure lei. Con i suoi soldi, con le sue paghette, mantiene di nascosto il fratello, quando dovrebbe essere il contrario. Beh però io le do ripetizione di matematica. Ah, la matematica, io amo la matematica, amo i numeri. La vita è fatta di numeri, dove ci sono numeri c'è vita. Se potessi ancora studiarla, ora non sarei qui. Non so perché ma ho fatto scienze politiche, avrei potuto fare anche matematica o ingegneria, volendo. Davvero, quando ero un po' giù al liceo, risolvevo un problema di algebra, qualunque fosse, e mi sentivo in pace. Se ci riuscivo. Ci sono riuscito sempre,per carità. Ma addirittura per alcuni ci ho messo dei giorni e ci ho pensato su delle notti ma alla fine li ho risolti, tutti quanti. Quando il professore faceva delle domande complicate o i soliti esercizi di ragionamento, io ero il primo a dare una risposta, e spesso avevo ragione. Diciamo nell'80% dei casi, una buona percentuale, ecco. Mai un voto al di sotto del 7 in matematica, al liceo. Sempre 8, 8 e mezzo, 9, 9 e mezzo... Ma mai dieci. Non ho mai preso 10 nella mia materia preferita, che era anche quella dove andavo meglio. Mi è capitato di prendere almeno una volta 10 in fisica, storia, filosofia... Ma mai in matematica. Chiara invece ha un rapporto di odio nei confronti delle materie scientifiche, e non a caso fa proprio lo stesso liceo scientifico dove andavo io. Non le piacciono e non le capisce. Poteva fare il classico, ma sarebbe stata da sola. Bello dipendere dagli altri, eh? Bah. Se poi lo chiede così sarcasticamente uno che è dipendente fino ai denti della cocaina, beh, siamo a posto. Comunque darei qualsiasi cosa per avere di fronte un bel volume di matematica al posto del solito sacchettino. Vorrei avere al mio fianco, lì sul tavolo, sul divano, in camera mia, i miei amici. Non ci sono più, perché li ho buttati via io, Marco compreso. Tutti se ne sono andati perché ho preferito della stupida polvere alla quale non so dire di no. Una settimana fa Umberto mi ha chiamato incazzatissimo, era in treno, voleva sapere come stessi, si era preoccupato di me perché non rispondevo mai, che amico, ma l'ho fatto irritare ancora di più e ha fatto una scenata che avrebbe commosso pure me. Se fossi stato lucido in quel momento. Ero in stato di incoscienza anche in quel momento, una persona mi stava lasciando per sempre, non una persona a caso, ma uno con cui ho condiviso ricordi memorabili, dalle elementari fino alle superiori, un amico fidato, quasi al pari di Marco. Se n'è andato. È rimasto solo il mio killer, il mio sfruttatore, Nicola. Sull'ask di mia sorella dicono che sia morto. È una situazione insostenibile anche per lei. Nessuno sa cosa stia passando, nessuno potrebbe pensare che mi droghi. Tutti i giorni, almeno tre volte al giorno. Ho le palpitazioni, sulle braccia ho i segni della mia schiavitù. Sento che dovrebbe finirla, sono un soggetto lurido ed infimo, ma cazzo, non ci riesco. Hanno pure fatto chiamare me Giulia, pensavano addirittura che fossi giù per lei, perché LEI mi aveva rifiutato. Ma per favore, lei mi salterebbe addosso all'istante. E ho mantenuto comunque la mia promessa : ho attaccato. So di tutte queste loro paranoie perché me l'hanno scritto dappertutto, su Whatsapp, su Facebook, in posta su Twitter, dovunque, per messaggio anche. Chiamate a non finire. Edo teme addirittura che mi sia suicidato o che mi abbiano ammazzato e che ci sia uno che usa il mio cellulare, visualizza ma non risponde. Monnezza del cazzo, non dirmi queste cose, tienitele per te. Sono isolato dal mondo. Non c'è nulla che qualcuno possa fare per me.
YOU ARE READING
Quando tu non c'eri
Romantik"Quando tu non c'eri" è la storia di Diego, diciannovenne intelligente, bravo con i numeri, ma una "frana" a rapportarsi con la vita. Per vincere contro la noia, per sentirsi un "divo", si isolerà dal suo mondo, dai suoi amici, dai suoi familiari e...