Crisi sentimentale

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Io sono sempre stato solo, sempre. Un sacco di amici intorno, per carità. Un sacco di bellissime, splendide persone, che dire. Sono stato fortunato e sono fortunato. Anche se ho avuto, anche se ho dei problemi, io sono fortunato. È strano dirlo, ma ora so di essere qualcuno, riesco a dare una definizione di me stesso. Per me non è difficile dire 'come' sei, ma 'chi' sei. È una domanda assurda, nessuno riesce a spiegarsi. La maggior parte della gente infatti, dipende dal giudizio altrui perché non può definirsi, non può rispondere a quella domanda. Io ora so di essere Diego. Di avere una famiglia che mi vuole bene, una sorella che mi ha salvato la vita, degli amici unici e meravigliosi... Ma io queste cose le ho sempre sapute, pensate, ma per la gran testa di cazzo che sono, mentivo a me stesso e non ci volevo credere, non ci ho creduto fino in fondo. E mi dispiace. La cosa che più mi ha angosciato, è stata da sempre quella di non avere nessuno oltre a loro. Io intendo quella cosa lì. Quella cosa che tutti cerchiamo, l'amore. L'amore è come noi, non si può definire. Non riuscirebbe a definirsi nemmeno lui se fosse una persona. Ho pensato ad una cosa, stanotte, nel sonno : che l'amore, forse, non esiste. Perché non sappiamo esattamente cosa sia. L'amore è come Dio. Ci crediamo, lo sentiamo, ma non ne abbiamo la certezza, dentro di noi, anche inconsciamente, tendiamo sempre a chiederci se esista davvero o sia tutta una finzione. Le prove che Gesù sia esistito, beh, ci sono. Ci sono anche persone che si sono amate, che si amano. Mi chiedo, davanti a questa brioche, perché è mattina, mi sono appena alzato, se l'amore sia un'illusione. Se l'amore sia una nostra qualità. Se lo possediamo o invece no. Oppure dobbiamo cercarlo. Proprio come Dio. Forse perché l'amore e Dio sono la stessa cosa. Purtroppo, io non ho ne uno ne l'altro.
Non sono mai stato un buon cristiano. Ah, che buona questa brioche al cioccolato, ho fatto bene a prenderla, costava poco, poi è ben ripiena... Credo che sia il cioccolato a stimolare la mia mente. Lo sapete che 'cristiano' etimologicamente parlando, deriva da 'cretino'? Ci sono tanti cretini al mondo quanto cristiani. Oh, io non sto offendendo nessuno. Detto ciò, mi dispiace non essere un buon cristiano, non avere la fede, perché in certi casi, anche e soprattutto nell'ultimo periodo, mi sarebbe servita. Ma io non credo alla fede come un aiuto, vedo la fede e Dio come un... Tranquillante, un calmante diciamo. È un'illusione la fede, per distoglierci da tutti i nostri dolori. Sono molto Leopardiano in questo. Oppure ,sembro Kierkegaard quando dico così, perché sì, la filosofia e la letteratura mi piacciono. Non che le ami profondamente, la mia passione vera sono comunque i numeri, io ragiono con i numeri, ma mi piace ciò che mi fa riflettere e mi suscita un po' di curiosità, sono fatto così. Tornando alla religione, io sono stato battezzato, ho la comunione e la cresima, ma in Chiesa ci sarò andato sì e no quattro o cinque volte in vita mia, e non escludo che fosse solo per quelle occasioni. I preti non li vedo tanto bene, e chiunque faccia aorte della chiesa o i più religiosi, lì ho sempre visti come bigotti. Gente debole di animo. Dio è per i deboli, forse. O forse è il contrario, Dio si manifesta per i più forti. Molti personaggi storici erano atei. Altri invece, credevano a varie divinità, basti pensare ai generali che dedicavano le loro vittoria a qualche dio qua e là, forse neanche loro sapevano a chi dovessero quelle vittorie.

<< In hoc signo vinces >>

Già. Questo è quello che si dice Costantino, prima della battaglia di Ponte Milvio, abbia visto in cielo. Accanto ad una croce, questa scritta. E infatti poi con quella croce sugli scudi, Costantino vinse. Questo è un fatto che ha sempre suscitato la mia curiosità. Forse, che dire, mi manca Dio per ricevere quel 'segno'. Il che non significa trionfare, ma vincere nella vita. Essere felice. Vincere a livello personale, non essendo uno sportivo o un politico, per me significa questo. Accarezzare la felicità. Forse nell'amore c'è la felicità. Ma io ho bisogno di quel segno. Quel brivido che mi scorra su per la schiena, capendo forse che davvero, nell'amore, c'è tutta la potenza della vita.
È proprio questo quello a cui sto pensando, stamattina, sono pure le 5:50. Ho dormito bene, sono andato a letto presto e mi sono svegliato bene. Contento e sto pensando a questo. Non ho quel segno. Mi è sempre mancato. Sebbene per poco, non ho mai significato cosa significhi amare, non dico dare due baci o limoni, accarezzare, farsi le coccole, sì, diciamo che sono stato e sono carente anche di queste cose, ma mi manca amare ed essere amato. Ma preferisco aspettare, la donna della mia vita. Chissà, magari potrei conoscerla in vari modi, magari potrebbe anche sbagliare numero, chiamarmi, e sarebbe la donna della mia vita a parlarmi, a trovarmi. Anche per caso. Ci ho sempre pensato. Io, da fuori, ho visto altre persone conoscersi, fidarsi, amarsi e poi dimenticarsi lentamente l'uno dell'altro. Credo di essere pronto per amare. Credo di sentirmi bene per amare. Voglio essere 'qualcuno' per qualcuno. Io la donna dei miei sogni, - cazzo, è finita adesso la brioche, buonissima, ora non so cosa fare - non sono mai riuscito ad immaginarmela. Bionda o mora, non fa importanza. Con una quarta di seno o una modesta terza, non m'interessa. Mi interessa che abbia un bel viso, questo non so perché, forse è nella mia indole o dell'uomo. Non sono per quelle formose, nemmeno per quelle che si danno tante, troppe arie, che se la tirano. Nah, io non cerco una ragazza popolare. Una ragazza, carina ma umile. Perché vorrei imparare da lei ad essere umile, cosa che non sono tuttora. Io... Io voglio l'amore della mia vita. E subito.

Ci sto pensando anche adesso, che sono in treno e sto andando all'università. Sono le 7:43. Non c'è quasi nessuno in treno. Non riesco a distrarmi, non riesco ad ascoltare la musica. Non riesco a fare niente. In men che non si dica, e non so neppure come, sono già uscito dall'università, seguito la lezione, chiamato i miei, mia sorella, risposto a Caterina e sono già a casa. Questo pensiero mi ha portato via tutto il tempo. Ho una crisi. Forse. Una crisi di quelle strane. Di quelle... Sentimentali. Cosa faccio? Mi confido ovviamente con Caterina. Dico ovviamente perché ormai è diventata quasi la voce della mia coscienza. Ha un sacco di difetti, simpatizza per la Juve ad esempio, ma ormai io e lei siamo in grado di discutere su cose improbabili per due semplici diciannovenni, o forse no, magari ci sono altre persone che lo fanno oltre a noi, ma è il nostro modo di farlo che rende tutto così insolito e addirittura piacevole. Io e Caterina abbiamo legato molto. Si prende cura di me, come se fossi suo fratello o quasi un suo tesoro da custodire, lo fa con una certa apprensione nei miei confronti che mi lascia letteralmente senza parole. Ha quasi paura di toccarmi, è un po' timida, ma credo sia a suo agio con me, non so, ma è davvero speciale. Speciale nella sua unicità, perché lei non è rara, perché di quelle rare ne trovi alla fine, devi cercare ma ci sono, basta avere pazienza. Come lei invece no. Lei è unica. Nel suo modo di essere. E mi piace questo suo modo di essere, di parlare, di ragionare, di pensare, di gesticolare quasi nervosamente con le mani, aver quasi paura di guardarmi negli occhi. È l'unica ragazza di cui mi possa fidare, perché so che non mi stia sfruttando. Lei non mi usa, non ne avrebbe motivo. Io ho sempre pensato che una donna si leghi ad un uomo o per i suoi soldi, o per la sua fama, o perché è in grado solo di ascoltarla. A me fanno pena gli uomini così, che si arrendono ad una donna solo perché ne sono attratti fisicamente. Io non credo di essere attratto sotto questo punto di vista da Ate, credo solo di essermi innamorato del suo essere. Mi vergogno un po' ad ammetterlo. Però... È così.
Glielo dirò forse, penso che anche lei sia colpita da me, non so perché ma ne ho quasi l'idea. Lei è tutto e il contrario di tutto. Odia quasi gli abbracci, il contatto fisico. Ma è troppo tenera a volte. Ci capita di rimanere avvinghiati per molto e non riuscire a staccarsi quasi. Non facciamo niente di male, eh, però, a volte è come se si prendesse il mio cuore e lo custodisse. Mi racconta un sacco di cose, quando capita di vederci, ci confessiamo persino la 'storia del giorno'.
Ate ammetto che alcune volte mi fa anche irritare, ma non per come si atteggia, ma perché... È un po'... "Strana". Non è un suo difetto, mi va bene così. L'unico suo problema che la tormenta è uguale pari pari al mio : ha quasi paura di amare, di innamorarsi.

"Diego, sai... Stavo pensando... Io non credo di essermi mai innamorata. L'amore vero, sai quello che almeno una volta nella vita vorresti provare... Non ho mai avuto un fidanzato serio, qualche cotta ma niente di più... Forse è per questo che alcune volte mi sento sola. Non lo so..."

"Bah, neanche io a dire la verità. Con una differenza : io ho rifiutato l'amore."

"Em, cosa?"

"Sì. Non ho mai avuto voglia né di sentirmi bene, né di stare male..."

"Sei apatico!"

"Non lo so, forse sono solo saggio e basta."

E andiamo avanti con questi discorsi, sulla vita e sulla morte. Mi fa riflettere. Io sono uno che ha sempre pensato, tanto. Ma per la paura forse di essere giudicato, mi sono tenuto tutti quei pensieri per me. E me li tengo. Solo con lei vengono fuori, escono quasi da soli. Li stimola, mi rivelo. Forse è un peccato. O forse un bene. Però lei adesso mi sembra tutto. Tutto quello di bello. Siamo grandi amici, andiamo fuori a cena. Ieri sera, ad esempio, siamo andati a mangiare cinese, non molto lontano da qua. Che dire, non so se siano state più le risate o le porzioni di riso e pesce del cazzo che ci siamo fatti fuori. Ma è accaduta una cosa strana : abbiamo passeggiato un po' prima di andare a casa, e siccome lei non abita tanto lontana da me, e non capisco come mai non me ne sia accorto prima, l'ho accompagnata a casa. No, non mi ha baciato. Nah, non realizzo quei sogni romantici e sdolcinati da far venire il diabete, mi dispiace. Mi... Mi...

Mi ha preso la mano. E mi ha sorriso. E sempre quel 'ti voglio bene' che finora avevo sentito solo da mia sorella. E dai miei amici. Però solo ora lo sento come vero, naturale e penso che mai come prima d'ora senta quel 'ti voglio bene' come sinonimo di felicità. Anzi, no, felicità non ancora. Sono... Contento. Vado all'università contento. Aspetto tutto il giorno per sentirla al telefono. Mi fa piacere. Forse perché è una storia, o relazione, o semplicemente amicizia che mai avevo provato come adesso. Sono in crisi, ma è una crisi allegra.

Una crisi sentimentale, appunto.

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⏰ Last updated: Jan 06, 2015 ⏰

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