Ce la faccio

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È così strano. È così strana. Ancora non riesco a capire. Non riesco a capire di come abbiamo potuto fare una così così, non dico folle, ma fuori dall'ordinario, dal comune. E forse non è nemmeno la strada giusta, per me. Avrei bisogno di andare davvero in quel centro. Ma, che dire, ho seguito i suoi consigli. La mattina vado fuori a correre, faccio attività fisica, stretching almeno un quarto d'ora alla mattina appena svegliato. Devo perdere un sacco di liquidi. Ho fatto l'abbonamento per andare alla sauna, è comodo, non costa tanto, ed è vicino casa. Lei è riuscita a farsi dare, grazie ad un amico che studia medicina, e che ha fatto uno stage presso una farmacia, dei farmaci che mi aiutano a disintossicarmi. Devo prendere 3 pastiglie ogni giorno. Sì, lo so, è un modo forse un po' "losco", perché avrebbero bisogno di ricetta medica e sono comunque farmaci, potremmo andare nei casini... Ma alla fine, mi sto curando. E credo di riuscirci. Non ho più tanti giramenti di testa. Non cado più per terra. Sì, alcune volte mi sento un po' stordito, ho dei fortissimi mal di testa, (ieri ad esempio mi è caduto un bicchiere, ma non mi è neanche scivolato, non so come sia successo), ma va bene. Mi sento bene. Felice? Mh, troppo presto per dirlo. E ieri sono andato anche alla prima lezione in università.
Il mio corso era vuoto. C'erano sì e no 12 persone, talmente poche che le ho contate tutte. Tre ore di lezione il primo corso, due il secondo. A pranzo sono rimasto solo, mi sono portato il tablet tanto per non sentirmi depresso ai massimi. Ma è stato bello. Mi sembra che tutto si stia... "Colorando" : prima era tutto così opaco, monotono. Mi sento attivo adesso. Mi sento ripreso. Al viaggio di ritorno dall'università, sul treno ho pensato a quando ci siamo messi a ridere al bar, io e Ate. Oh, l'ho chiamata Ate. Strano. Beh, ora mi va a genio quel nome.
Ate. Devo quasi tutto a lei. A-te. Penso che prima o poi glielo dirò. È una ragazza d'oro alla fine. Fragile, sensibile, ma comincia a piacermi, il suo modo di fare, s'intende. Per carità, non è una ragazza da buttar via, ma ha uno stile tutto suo e mi dispiace quasi per lei che sia rimasta nell'anonimato. Una persona così deve emergere. Ha tante qualità. Tra tutte, quella che mi piace di più è l'essere diversa dalle altre. Un pomeriggio di questi, non so perché, ma ho fatto un paragone, dal nulla proprio, tra Giulia e lei. E mi sono reso conto che Giulia è una ragazza brava anche lei, ma sebbene fosse o sia ancora presa da me, anche innamorata (credo), non era mai riuscita a dirmi cose così, a chiedermi di parlare, non era mai riuscita prima a testare quel mio lato amichevole, ed è lì che ha sbagliato, forse. La diversità sta in questo. Caterina è una ragazza davvero interessante, ha una cultura incredibile. Non le piacciono i numeri come me, anzi, è una frana, ma lei è davvero brava con le parole, a raccontare e a raccontarsi, starei ad ascoltarla per ore. Davvero. Non mi staccherei mai da lì. Diciamo che anche lei apprezza il mio modo di fare lo scemo, e di dimostrarmi amico. Mi chiama ogni giorno, per sapere come sto. Ci siamo visti anche due o tre volte al parco e abbiamo parlato. Quel parco dove prima mi facevo le canne ora è un posto di serenità.Siamo entrati talmente in confidenza che ora ci sfottiamo a vicenda, ma lo facciamo in buona fede, ovvio.

"Ah, sei tu? Sai, senza quella tuta gialla non mi sembravi più uno che lavora in autostrada di notte e non ho fatto in tempo a riconoscerti!"
"Dici? No beh io ti ho riconosciuto da lontano perché attraverso i tuoi buchi passa la luce..."
"Stronza."
"Siamo in due."

E giù a ridere.
Mi diverto con lei. Sto bene. Mi ha convinto pure a mettere tutto a posto con i miei amici. A partire da Marco.
Io e Marco non ci sentivamo da quasi un mese prima che lo chiamassi io. Mia sorella ha parlato con lui e gli ha spiegato tutto, ma voleva sentirselo dire da me. È il mio migliore amico, mi sono sentito in dovere di fidarmi di lui e di dirgli la verità. È questa l'amicizia, il non sentirsi mai soli di fronte ai problemi, dell'uno o dell'altro. So che Elena l'ha sfruttato per un po', erano diventati migliori amici ma si è dimenticata di lui in un attimo, quando ha subito trovato un ragazzo disposto a sopportarla. Già, perché Marco alla fine non riusciva a sopportarla. Litigavano sempre, ma facevano pace e tutto come prima. Però lei cambiava ogni giorno. Anche lei non è come le altre, in senso negativo. Gente così fai prima a dimenticarla in fretta, soprattutto se una ragazza, perché più il tempo avanza più ricordi ha da custodire e quando ci sarà da dire la parola 'addio', beh quei ricordi ti si rinfacceranno e starai male. Io non ho mai vissuto situazioni così, ma credo che vada più o meno in questo modo.
Comunque dopo averlo chiamato siamo andati fuori a mangiare, la sera. Lui era freddo, distaccato, rideva a malapena, ma non per Elena, o forse anche per quello, ma perché non capiva perché non mi fossi fidato di lui subito e non lo capisco neppure io. Credo di aver commesso un errore che forse si chiama "sbagliare". Alla fine siamo andati al parco, ma no, non abbiamo fumato. E gli ho raccontato tutto. Gli ho fatto vedere le cicatrici, mi sono portato dietro un flacone delle pillole che prendo, gli ho raccontato di Nicola, di tutto. Di cosa debba fare per guarire. Gli ho spiegato che non gli avevo raccontato tutto subito, perché avevo paura. E non capivo, nulla. Quella roba mi ha distrutto. Mentalmente. Ne pagherò le conseguenze. Per fortuna, i miei e neanche Chiara sanno nulla, e mio padre ha avuto un aumento di stipendio del 30%, davvero tanto, così più soldi anche per mantenermi e per le cure.
Marco aveva le lacrime. È rimasto seduto sulla panchina a fissarmi per tanto, non gli avevo mai parlato così. E lui ha capito che cosa avessi passato e cosa stia passando.

Quando tu non c'eriWhere stories live. Discover now