Capitolo 20.

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"Ecco, tieni. Attento che brucia."

Artym si sedette lentamente prendendo tra le mani la tazza di cioccolata calda.

"Grazie."

Dopo aver chiamato Chris l'aveva raggiunto il più velocemente possibile nel parcheggio della scuola, buttandosi tra le sue braccia e stringendosi a lui.

Aveva provato a sistemarsi, ma il suo viso era ancora rosso, cosa che ha fatto preoccupare il più grande. L'aveva stretto a se, chiedendogli cosa non andasse, mentre lo accarezzava per calmarlo.

Il più piccolo non aveva risposto alle sue domande, si era solo stretto di più contro il suo corpo chiedendogli di portarlo via da lì, così da stare un po' da soli.

Chris aveva annuito, lo fece salire in macchina e lo portò a casa sua mentre per tutto il viaggio gli stringeva la mano, accarezzandogliela di tanto in tanto.

Artym rimase sorpreso nel ritrovarsi a casa sua e si sorprese ancor di più della grandezza della casa.

Erano entrati, andando nel grande salotto. Chris gli aveva fatto togliere la camicia da Hazer lasciandolo con la maglia nera, facendolo stendere successivamente sul divano andando a fargli una cioccolata calda per farlo rilassare un po'.

Non sapeva cosa fosse successo all'altro, né sapeva perché avesse pianto ed era preoccupato per la sua salute. Sperava non fosse successo niente di troppo preoccupante. 

"Allora piccolo, ora mi dici cos'hai?"

Artym bevve un sorso della sua cioccolata, guardando il più grande. Era adorabile mentre teneva la tazza calda con entrambe le mani, per metà coperte dalla stoffa nera della maglia.

"Non ho niente, solo un attimo di tristezza...scusami per averti disturbato P', non devo essere un bel vedere ora."       

Chris sorrise dolcemente, preferiva vedere il più piccolo felice e con quel suo bel sorriso luminoso, ma anche in quel momento era bellissimo.

Aveva gli occhietti leggermente lucidi, i sui capelli erano scompigliati e le guance erano rosse, così come la punta del nasino. Sembrava un adorabile bambino.

"In realtà mi piace vederti anche così, Rudolf."

Chris schiacciò leggermente la punta del suo naso rosso con l'indice, facendolo ridacchiare mentre lo arricciava per il solletico.

Non voleva far preoccupare l'altro con le sue paranoie, dopotutto lui non aveva nessuna colpa. Era sempre stato menefreghista, ma gli capitava spesso di sentirsi in ansia per qualcosa a cui teneva. Solitamente lo nascondeva e si sentiva infastidito per non esserci riuscito anche quella volta.

"Mi dici cos'hai? Per quanto ti stia bene il naso di Rudolf non voglio vederti piangere."

Chris portò una mano alla sua guancia, accarezzandola lentamente. Non voleva forzarlo a parlare, ma voleva davvero sapere cosa aveva fatto stare male il più piccolo.

Artym scosse la testa giocando con la tazza che aveva tra le mani. Il freddo aumentava sempre di più con il continuo dei giorni, cosa di cui era felicissimo, e quella cioccolata calda era perfetta per questo momento.

"Artym, dimmelo."

Il tono di voce di Chris era diventato più autoritario. Non voleva obbligarlo a fare niente, ma voleva sapere cosa turbava il piccolo e voleva assicurarsi che nessuno lo stesse infastidendo.

Sapeva che Artym si sarebbe aperto pian piano, ma si stava affezionando sempre di più a quel ragazzino e stava diventando protettivo nei suoi confronti. Non voleva vederlo in quello stato.

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