{ It's okay, little sister. }

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- Alex, dov'è mamma? -

Chiese la bimba dagli occhi azzurro cielo, raggomitolata ai piedi del fratello maggiore. Il visetto paffuto, con due piccole fossette all'altezza delle guance, era corrucciato in un'espressione preoccupata. La bambina avrà avuto all'incirca otto anni, all'epoca. 

- Sta tranquilla , Maia. Tornerà sicuramente da noi. Deve farlo. -

Rispose lui. Nemmeno una goccia di speranza nella voce fragile, fin troppo vicina al punto di rottura. Maia aveva lo sguardo rivolto alla finestra, concentrato sui candidi fiocchi di neve che volteggiavano verso il suolo. Era una fredda giornata di Dicembre, il Natale ormai alle porte, ma nessuno con cui festeggiarlo. Alex intanto cercava di rassicurarla al meglio, accarezzandole dolcemente i morbidi boccoli color cioccolato.

- Ma Alex... Come facciamo senza la mamma? - 

La voce della piccola si ruppe in mille pezzi, abbandonandola in preda ad un pianto disperato. I due avevano perso il padre da piccoli, anche se Julianne, la loro mamma, non gli aveva mai rivelato in che circostanze. La piccola Maia aveva paura, per sé e per suo fratello, la sua fonte di forza.La bimba scoppiò in lacrime e corse verso la camera da letto della madre scomparsa ormai da due giorni, dove sperava di trovare delle risposte riguardanti questa misteriosa dipartita. La stanza , color panna , era arredata come sempre in modo classico ed elegante, con mobili di legno chiaro e lunghe tende di seta color caffè. Si mise a frugare in ogni cassetto presente nella stanza, alla ricerca disperata di un foglietto che non avrebbe mai trovato. Miracolosamente, mentre frugava nel cassetto del comodino, trovò un piccolo cofanetto di legno scuro,  contenente soltanto una lettera ingiallita e una vecchia fotografia di loro tre insieme, scattata mesi e mesi prima.  Dal polsino della manica della madre appariva un tatuaggio nero che lei non aveva mai notato in vita sua. Era un complicato intreccio di linee sinuose , simile agli ideogrammi giapponesi. 

- Maia, torna subito giù , stanno arrivando gli assistenti sociali!- 

Urlò il fratello dal piano di sotto, senza ricevere nemmeno un mugugno di assenso da parte della piccola. Ma a Maia non importava dei richiami di Alex e ,mentre il fratello continuava a chiamarla dal salotto, lei aprì la lettera che aveva scovato sul fondo del portagioie.

Bambini miei, se siete giunti in possesso di questa lettera, vuol dire che ormai la mia anima ha lasciato questo mondo. Prima di partire per la mia ultima caccia, volevo solo dirvi qualcosa, perché non abbiate un ricordo brutto della donna che vi ha dato alla luce. Maia, piccola mia, so che leggerai la lettera per prima a causa della tua immensa curiosità, che dovrai ben presto imparare a tenere a bada... Ascolta sempre tuo fratello e fidati solo ed esclusivamente di lui, d'ora in avanti. E tu, Alex, mio giovane eroe, proteggi la tua ingenua sorellina fino alla fine. So che ne sarai in grado, tesoro mio.

Vi voglio tanto bene, ragazzi. 

Mamma. J.N.

Alcune lacrime si erano già depositate sulla lettera e l'inchiostro sciolto rendeva molte parole illeggibili. Non poteva crederci; la sua mamma non c'era davvero più. Si abbandonò in lacrime sul letto della madre, inspirandone intensamente il profumo , imprimendolo nella mente per poterlo ricordare per sempre. Nella sua famiglia, pensava, nulla era per sempre.

Una donna sulla cinquantina , capelli biondi fin troppo decolorati, corse su per le scale come un'atleta olimpica e portò giù la bambina, che teneva stretto al petto il piccolo scrigno , ultimo ricordo della madre, mentre scalciava per poter camminare da sola.

- Andrà tutto bene, ragazzi.  La famiglia McBright è pronta ad accogliervi. -

 Disse la donna, costringendo i due bambini a salire sull'auto che li avrebbe portati verso la loro prima nuova famiglia . Tutto stava per prendere una piega inaspettata, ma entrambi avrebbero presto imparato a stare al gioco. 



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