P̷ersα
𐐪𐑂
Chiudo gli occhi: la mia mente pensa subito a Steve poi a Dorian. Sento che sto sbagliando, soprattutto nei confronti di Steve.
Sbagliando perché... Non è giusto che pensi ad un altro uomo. L'aria è fresca e mi accarezza il viso, facendomi venire una moltitudine di brividi sulle braccia.
Questo può mica essere chiamato destino?
Davvero tutto questo dolore era destinato a me?
Il destino... Determina veramente gli eventi della nostra vita?
Il destino in realtà è una cosa molto più grande di noi, non si vede, non si sente, ma si percepisce nell'attimo in cui succedono le cose.
È decisamente un ente superiore a noi se può avere il potere di regolare la nostra vita.
O siamo noi a dargli tutto questo potere? Si dice che il destino è già stato scritto, ma può essere cambiato? Non si sa... E se anche fosse stato così, essendo già scritto troverà un modo per farci fare ciò che vorrà lui, perché lui ha il potere che determina il futuro sia dell'intero cosmo che del singolo individuo.
Può essere per alcuni inaspettato, oscuro, inevitabile, ineluttabile e viceversa, può essere amato, prevedibile, pianificato, voluto.
Il mio era stato decisamente crudele, inaspettato e sembrava anche essere voluto da quell'ente superiore. E anche se si lotta per poter cambiare i fatti, qualche decisione, qualche minimo dettaglio, anche una minima cosa, il destino avrà sempre l'ultima parola. Infatti, era stato così con Steve. Ce l'avevamo fatta, l'avevamo quasi superata... Invece, lui, aveva avuto l'ultima parola, aveva vinto.
Il destino non si può cambiare, l'avevo ormai capito.Sento il rumore della porta essere aperta e vengo riportata con i piedi per terra. Mi giro per vedere di chi si tratta e il cuore inizia di nuovo a pulsare prepotentemente. Lo osservo meglio. I suoi occhi sono ipnotizzanti, bellissimi.
Il suo completo lo veste a pennello, lo rende sexy, attraente e affascinante. Appena mi accorgo dei miei pensieri impuri indietreggio impaurita; dannazione Scarlett a cosa vai a pensare? Perdonami Steve...
Mi volto in fretta pur di non farmi vedere in viso con gli occhi pieni di lacrime, sconvolta. Sento la sua mano sulla mia spalla e trattengo il respiro.
No, ti prego, vattene!
Vorrei urlare. È sbagliato. Steve...io sto con lui.
Scende lentamente su tutto il mio braccio e si ferma sulla mia mano, sfiorandola.
Un fremito.
Il mio sguardo scende sulle nostre mani che si sfiorano, il mio cuore non vuole rallentare la sua corsa, mettendomi così in tensione. Ho capito.
Mi allontano da lui e mi giro in modo da essere faccia a faccia.
"Ho capito quello che stai facendo, sai?" Aggrotta la fronte, pronto a ribattere ma lo fermo subito.
"Ho visto come mi guardi, cosa hai fatto per tutta la serata. Quello sguardo che mi riservi ogni volta che... Che penso a-" deglutisco rumorosamente "a Steve." Il suo nome è un sussurro tremante.
"È pieno di compassione, pena, ed io non voglio che qualcuno provi questo nei miei confronti. Sto bene, okay?! Cazzo, sto bene! Non si vede?! Non lo capite! Nessuno lo capisce!
Possono capitare queste cose, no?! Certo che capitano! È passato un anno, il tempo va avanti ed io vado avanti! Capito?! Io non-" mi abbraccia.
Mi blocco dal parlare, mi immobilizzo, rimango ferma come una statua mentre lui mi abbraccia. La mia faccia è schiacciata contro il suo petto e solo allora mi accorgo di star piangendo a dirotto.
Allora circondo il suo busto con le mie braccia e stringo i pugni nella sua giacca.
E piango, piango tutte le lacrime che mi sono trattenuta ultimamente. Piango per Steve, per tutto quello che ho passato, per come mi sento con un altro uomo che non sia Steve, il mio Steve. Piango perché mi manca tremendamente; io glielo avevo detto che sarei morta lentamente, che non avrei retto tutto questo peso da sola, tutto il suo lavoro... Mi ha affidato tutto lasciandomi da sola!
Mi esce un suono, un lamento gutturale e mi mordo il labbro così forte da farlo sanguinare pur di non farmi sentire singhiozzare.
Stringo più forte i pugni, ma non riesco più a trattenere i singhiozzi che si stanno facendo più forti.
E Dorian, mi accarezza la schiena, sussurrandomi di stare in silenzio in modo pacato, per farmi calmare. Lo ripete più e più volte, cullandomi e sembra riuscirci.
Mi sto calmando e quando le lacrime non scendono più dai miei occhi mi stacco come scottata, saltando all'indietro.
"Io... Scusami. Sei uno sconosciuto, ti ho sporcato la camicia con il mio trucco. A quest'ora ti sembrerò una bambina." Mi asciugo le guance e sotto gli occhi, guardando all'insù.
"Che figura... Davvero mi dispiace." E pensare che dovremmo lavorare insieme.
"A ventinove anni ancora mi metto a piangere." Sbuffo. Faccio una risata nervosa, guardando ovunque.
"Fa bene piangere a volte." La sua voce è profonda, rauca e mi sento osservata con attenzione.
"Ma non oggi e davanti a qualcuno." Mi appoggio alla ringhiera, sospirando.
"Non si dovrebbe piangere da soli. A fine pianto siamo tutti più vulnerabili. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno." Mi sorride.
"Visto? Se non c'ero io probabilmente ancora piangevi e rimanevi sola con i tuoi pensieri ancora una volta. E forse ti saresti messa a piangere di nuovo." Forse ha ragione. Alcune notti capitava, nel letto, tra le lenzuola ed era straziante. Ma la parte peggiore veniva a fine pianto, quando ormai mi sentivo svuotata, persa e leggera... Ed ero completamente sola. Mi perdevo tra i miei pensieri e non ne uscivo più, ricominciavo a piangere piangere piangere.
"Grazie." Mi sento di doverlo ringraziare.
"Esci con me."
Tre parole, mille battiti.
"Domani." Continua, facendomi bloccare il respiro.
Io non posso.
Nego con la testa.
"Io-" inghiotto. "Io devo andare." Mi allontano da lui e mi avvicino alla porta del terrazzo.
"Perché?" Questa parola mi fa fermare. Rimango di spalle a lui col respiro affannoso. Che domanda stupida, lo sanno anche i muri perché.
"Perché scappi sempre?"
Non trovo il coraggio per girarmi e guardarlo. Ho paura di tremare sotto il suo sguardo. Io non posso fare questo a Steve, non posso uscire con un altro uomo.
Non posso e basta.
"Non posso." Ed entro di corsa.
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Hold me while you wait
RomansPaura, angoscia, mestizia caratterizzano ormai la vita di Scarlett. Da quando Steve è morto, è rimasta nel comfort della negazione, distaccandosi completamente dalla realtà, con il timore costante di dimenticare l'amore della sua vita. Per lei esist...