Il gatto seduto accanto a me non accennava a staccare lo sguardo dal mare.
«Personalmente amo di più la montagna» dissi disinvolto, come se stessi parlando con il mio di gatto, il mio amico fidato Amplias. «Anche il mare dona un certo relax, non fraintendermi, ma mio nonno aveva una favolosa baita in montagna e io sono abituato a voler sfiorare il cielo con un dito e sentire l'aria fresca anche in estate» conclusi, aspettandomi uno degli sguardi assorti di Ampilas o una delle sue occhiatacce. Era incredibile quanto sapeva capirmi, essere sempre accanto a me al momento giusto e restare in disparte quando avevo bisogno dei miei spazi. Quando gli parlavo sembrava sempre attento a ogni inflessione della mia voce, un giorno avevo creduto di vederlo annuire, ma era solo un forte affiatamento e mi mancava già molto.
«Io non so cosa ci faccio qui.» Sopirai e tornai a guardare le onde. «Se tu lo sapessi, certo non potresti dirmelo. Gli unici due che sembrano saperla lunga questa mattina non li ho ancora visti e forse ignorano quanto io abbia bisogno di capire cosa ci faccio qui, come mai ho visto quelle orrende creature e quando potrò tornarmene a casa dal mio Amplias. È un gatto, come te, ma sembra ascoltarmi più attentamente ed è tutto nero.» Risi tra me e me, ma proprio mente scuotevo il capo, sorpreso ancora una volta per aver intrattenuto una conversazione con un gatto che non fosse il mio, l'ombra del felino attirò la mia attenzione. Sembrava ingrandirsi, no, era proprio ciò che stava accadendo. In pochi istanti al mio fianco si palesò la professoressa McGonagall e il gatto, come per magia, era sparito. Mi sentii stupido ancora una volta per non averci pensato.
«Professoressa McGonagall!»
«Ragazzo. Sei stato un mio studente a Hogwarts?» mi chiese e io rimasi perplesso.
«No» ammisi tristemente.
«Ah, molto bene! Temevo di aver perso colpi, la mia memoria è sempre stata buona e ben allenata. Dunque puoi chiamarmi Minerva, se ti va.»
All'inizio lo avevo preso per un rimprovero, ma il suo sorriso mi disse che non era affatto una punizione per non essere stato a Hogwarts, era piuttosto una concessione amichevole.
«Grazie.»
«Vorresti sapere come mai ti abbiamo portato qui?» chiese e io assentii.
«Beh, io non credo che avremmo potuto lasciarti lì dopo ciò che hai visto e ci stiamo chiedendo tutti come mai tu sia riuscito a vedere i Dissennatori.»
«Piton non crede che io sia un Babbano proprio perché li ho visti.» Non mi importava sapesse che avevo origliato, in fondo era di me che stavano parlando.
«Quello che crede Severus è fondato, ma non sempre vero.»
«Cosa intende dire?»
«Non molto di più né molto meno di quello che ho detto, ragazzo. È capitato che i Dissennatori si mostrassero anche ai Babbani, ma le ragioni di questi avvenimenti rari non presagiscono nulla di buono a mio avviso. Arthur si sta informando al Ministero, presto ne sapremo di più» mi spiegò e fu gentile al punto da rassicurarmi nonostante non mi avesse dato buone notizie.
«Ho un gatto a casa e devo tornare da lui, è molto vecchio anche se a me sembra ancora in gran forma.»
Minerva McGonagall si drizzò preoccupata.
«Quanto vecchio?»
«Sui trent'anni, più o meno» risposi.
Si alzò. «Sarà meglio portarlo qui» disse decisa. «Vado ad aiutare Molly, stai tranquillo ragazzo, andrà tutto bene.» Il suo sorriso cercava di tranqillizzarmi, ma i suoi occhi erano più sinceri e preoccupati. Tenendo il mantello sollevato per camminare nella sabbia senza rischiare di inciampare, la strega tornò verso il cottage e vi sparì all'interno. Ero ancora solo, lontano da casa e con la testa colma di domande. Si insinuò tra i miei pensieri la convinzione che anche io potessi essere un mago.
«Non è un Babbano e tanto mi basta.»
Le parole di Piton non mi lasciavano in pace. Cos'altro avrei potuto essere altrimenti? Un mezzo Troll? Certo non ero abbastanza alto e grosso da avere sangue di gigante, allora che cosa potevo essere?
Sapevo che un mago fa delle magie inconsapevoli durante l'arco della giovinezza, a me non era mai capitato nulla del genere e non avevo nemmeno mai ricevuto una lettera di invito in qualche scuola di magia. Non potevo essere un mago, ma vedevo esseri magici.Mi avvicinai al cottage, dalle finestre aperte udii chiacchiere animate, una discussione. Sembrava la voce del signor Weasley, pensai che dovesse essere tornato. Mi appiattii contro la parete, accanto alla finestra della cucina, per ascoltare meglio.
«Non possiamo sapere in breve tempo se è oppure no un Babbano, Minerva» aveva detto Arthur Weasley. «Il Ministero può mettersi in contatto con l'Italia, certo, ma ci vuole tempo.»
«Ogni Ministero ha le sue ragioni per proteggere le informazioni dei maghi del proprio paese, Minerva» Piton a quanto pareva era riapparso, forse non insieme, ma in contemporanea con Arthur Weasley.
«Capisco ma, Arthur, hai detto loro che è un'emergenza?» La professoressa McGonagall era agitata, completamente diversa da come l'avevo vista poco prima sulla spiaggia.
«Si chiuderebbero a riccio e desteremmo dei sospetti, non possiamo dire altro se non che è un semplice controllo per il regolamento del turismo magico. Farebbero troppe domande.»
«E voi credete che nessun mago Italiano si sia accorto di quello che è capitato a Como, ieri?» Molly Weasley aveva rotto il suo silenzio per dire qualcosa di molto logico.
«È vero Molly, ma nessuno deve sapere che eravamo lì, altrimenti non avremmo usato una passaporta.»
«Quella passaporta è truccata!» protestò la donna.
«Molly» intervenne la voce ferma di Severus Piton. «Siamo riusciti a sapere delle passaporte distribuite nelle città europee, arriveranno anche le voci su Como e Arthur sarà in prima linea, ma per ora non possiamo esporci...» Ma fui distratto da uno sbatter d'ali e vidi planare un gufo, si infilò direttamente in casa, passando per la finestra aperta. Avevo fatto appena in tempo a vedere che l'uccello stringeva nel becco una lettera.
«Arthur... è dal Ministero!»
«Grazie Molly.» Il signor Weasley doveva aver preso la lettera dalle mani della moglie, l'uccello era volato fuori e poi era sparito nel cielo, all'interno nessuno fiatava più.
«Arthur!»
«Severus, lo sanno. Sanno che è successo qualcosa a Como e che c'erano sei persone sul lago.»
«Sanno chi?» chiese la McGonagall preoccupata.
«Non ancora, ma cominceranno a indagare, vorranno sapere cosa stiamo inseguendo e come mai eravamo lì senza chiedere il loro aiuto.»
«Hanno detto quanti maghi c'erano ieri sul lago?» chiese Piton e il resto del gruppo tacque.
Non sentii cosa ripose Arthur Weasley, forse aveva scosso il capo in segno di assenso, oppure era un No la sua risposta non verbale. Però avevo capito perché Piton glielo aveva chiesto: voleva sapere se ero un mago oppure no.Quando entrai in casa, l'intero gruppo si volse a guardarmi come se fossi apparso per la prima volta davanti ai loro occhi solo in quell'istante.
«Cosa succede?» chiesi impaziente.
«Nulla ragazzo» mi consolò la signora Weasley, ma io la fissai scettico e lei abbassò lo sguardo. Non era mia intenzione farla sentire a disagio, tuttavia non ero più intenzionato a sentire mezze frasi e giri di parole.
«Voglio tornarmene a casa!»
«Lo sappiamo, Hermo, ma ora...» Interruppi il signor Weasley alzando una mano, sforzandomi di non essere troppo brusco, in fondo ero loro ospite.
«Mi scusi signor Weasley, ho sentito che qualcosa non va, ma io devo tornare a casa da Amplias e avevo capito che qualcuno poteva andare almeno a prenderlo per portarlo qui.»
Si guardarono, forse non sapevano cosa dire o cosa potermi dire.
Fu Arthur Weasley a rispondermi: «Ora vado al Ministero, d'altra parte mi hanno appena mandato un gufo per informarmi che sono stati avvistati dei Dissennatori a Como, insieme a sei sconosciuti. Credo che l'Italia farà un'indagine generale, potremmo offrigli il nostro aiuto e io avrei l'occasione per tornare lì.» Parlava con me mentre si rivolgeva anche agli altri.
«Devi parlare con Kingsley» suggerì la McGonagall.
«Non fa più parte dell'ordine.» Severus Piton si era alzato e il suo sguardo non ammetteva sbagli.
«Per ovvie ragioni Severus, ma è sempre stato dalla nostra parte» lo informò Minerva McGonagall. «Albus si fidava di Kingsley» concluse decisa.
«Tutti ci fidiamo di Kingley, Minerva» disse Il signor Weasley e con quell'ultima affermazione aveva concluso la discussione.
«D'accordo!» Piton si arrese. «Ma facciamo in fretta.»
Piton spostò il mantello in un gesto nervoso, poi fece un cenno per congedarsi e si diresse verso la porta alle mie spalle. Mi sorpassò senza guardarmi e uscì.
La McGonagall si sedette, insieme a Molly Weasly, al tavolo della cucina. Il signor Weasley mi passò accanto, si soffermò per donarmi un sorriso amichevole e la sua mano mi strinse la spalla. Subito dopo anche lui prese la porta e questa volta sentii un boato contenuto e quando guardai fuori dalla finestra Arthur Weasley era sparito.
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Il ritorno di Severus Piton
FanfictionChi ci dice che ciò che abbiamo letto in un libro di fantasia non sia realmente accaduto? Chi ci può confermare che, voltato l'angolo, non possa accadere l'immaginabile? Hermo è un giovane che, passeggiando per le strade di Como, viene catapultato i...