Gli amici

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Entro alla seconda ora.
Distratta da Matteo e dal mio imbambolarmi davanti ai suoi profondi occhi scuri.
La  lezione di storia appare noiosa come al solito ed io ho la testa china  sul mio diario intenta a scrivere qualche perla di saggezza. Se questo  diario potesse parlare...
Lo richiudo quando la voce del  prof arriva come una saetta: "Camilla, sei tra di noi? Se la lezione non  ti interessa, puoi accomodarti fuori!".
Appoggio le mani al  banco, scosto la sedia facendola stridere sul pavimento e mi alzo  andando diretta verso la porta, senza proferir parola.
Apro la porta, il professore sbuffa ma continua con la sua pallosissima lezione mentre mi richiudo la porta alle spalle.
Mi dirigo verso le macchinette automatiche, inserisco una moneta e seleziono il caffè.
"In  questo periodo sei davvero scostante ed intrattabile Cami!" La voce di  Serena arriva tagliente ed esasperata. "Se continui così, dovrai  ripetere l'anno! E tu sai che hai fatto un patto con tuo padre!" Mi  guarda con gli occhi preoccupati e mi da l'ultimo colpo che mi fa  stramazzare al suolo: "Lo sai vero, che ti toglierà la moto se  boccerai!"
Sbianco.
Adesso la mia preoccupazione diventa reale.
Devo recuperare almeno quattro materie e ho davvero poco tempo.
Annuisco  e le chiedo se è disposta ad aiutarmi, non lasciando trapelare alcuna  emozione, ma dentro son come un vulcano, un miscuglio di rabbia e  delusione pronto ad eruttare.
"Ma certo! Non devi neanche  chiederlo, lo sai che è un piacere darti una mano! Possiamo fare anche  oggi pomeriggio... Allora deciso, io e Simo veniamo a studiare da te!".

Alla fine si è aggregato anche Andrea, almeno ognuno di loro mi spiega qualcosa.
Simona è fortissima in storia. Le date e tutte quelle cose noiosissime da ricordare a memoria.
Serena in inglese, anche se alla fine è più un problema di conversazione che di grammatica.
Mentre Andrea dovrà avere pazienza e farmi entrare in testa la matematica.
Studiamo davvero così tanto che mi sta per scoppiare la testa.
Li blocco con un mugugno esasperato e mi alzo dicendo in tono secco: " Ora merenda!"
Mi guardano e scoppiano tutti a ridere.
"Oggi  deve esser la giornata di "Ridiamo tutti di Camilla!" così dicendo filo  in cucina con passo pesante, senza neanche voltarmi.
Preparo dei toast con cotto e formaggio e mangiamo come non avessimo mai visto del cibo da tanto tempo.
Andre continua a darmi occhiate sfuggenti.
Mi  sono accorta che è qualche giorno che mi guarda in silenzio parlandomi  poco e solo se è obbligato e questa situazione mi mette un pò a disagio.
Io  per non creare imbarazzo, faccio finta di niente e cerco di comportarmi  come al solito... Fino a che le altre non se ne vanno per impegni con i  rispettivi ragazzi ed io e lui rimaniamo da soli.
Con lui è sempre stato semplice il rapporto.
Ero io quella di poche parole e lui il chiacchierone esuberante.
Cos'è cambiato adesso?.
C'è tensione e la percepisco.
Lui  non fa niente per sghiacciare questa situazione, quindi cerco di  prendere in mano la cosa chiedendogli: "Allora Andre, che mi dici di  Gaia?".
"Abbiamo dei problemi in questo periodo..." Mi risponde alzando le spalle.
"Vuoi parlarne? Lo sai che a me puoi dire tutto. Sono molto più brava ad ascoltare che a parlare!".
Intanto  mi dirigo in sala sedendomi sul divano e con un cenno della testa  indico la seduta accanto alla mia per invitarlo ad accomodarsi. Ma lui  rimane in piedi.
"No. Non voglio parlare di Gaia" Sospira e  riprende "Anzi forse è meglio che vada a casa. A quest'ora mamma mi  starà aspettando per andare a comperare qualcosa per la cena".
Annuisco e lo accompagno alla porta.
"Sono  felice di vederti più serena Cami. In questi mesi son stato molto in  pensiero anche per te. E mi dispiace se non sono stato abbastanza...  Avrei voluto poter far di più. Ma capisco anche che queste cose hanno  bisogno del loro tempo e ho preferito non interferire più di tanto. Ma  io c'ero. Sono sempre stato qui per te. Al tuo fianco. E ci sarò  sempre..."
Mi abbraccia forte e mi perdo in questo suo volermi proteggere.
Il suo affetto è reale e tangibile.
L'ho visto osservarmi a distanza per non esser invadente; e appena cadevo lui era lì pronto per aiutarmi a rialzarmi.
So che lui c'era.
So che lui c'è.

Born to be MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora