Passiamo il restante pomeriggio a Monteriggioni.
Questo borgo medievale si presenta imponente, circondato da alte mura e molte torri che si estendono lungo tutto il perimetro.
Il percorso che conduce ad una delle due porte principali, è formato da una scalinata di sassi, tra aiuole di lavanda e altri fiori di campo, con delle panchine ai lati dove poter ammirare il panorama o semplicemente riposare in mezzo alla pace assoluta.
Parcheggiamo le moto in fondo alla scalinata in un piazzale di ghiaino polveroso e ci dirigiamo all'interno per fare un giro nel paesino.
Superata la grande porta, si trova subito un'enorme piazza, dove c'è un ristorante, un bar e di fronte una chiesetta.
Matteo rimane a distanza per tutto il tempo. Anche per il pranzo si è seduto vicino ad Alex, senza interagire troppo nelle conversazioni. Sembrava assorto da altri pensieri.
Naturalmente Dalia si trova sempre vicino a mio fratello e flirtano impercettibilmente.
Mi fa uno strano effetto vedere come le persone si lascino andare con così tanta facilità dopo solo un giorno; anche se si sono già visti qualche volta in città, stanno scambiando qualche parola soltanto adesso e nonostante tutto sembra che si conoscono da una vita.
Una confidenza che neanche io ho con Alex. Non perdono occasione per sfiorarsi e per sorridersi. E per la prima volta in tutta la vita mi sembra di aver aperto gli occhi.
Di aver alzato la testa e puntato lo sguardo all'orizzonte.
Di aver notato che c'è un mondo fuori
Di percepire sensazioni nuove.
Di riuscire ad emozionarmi, in qualche modo, anche io.
E lo guardo Matteo, che da lontano, mi osserva.
Una scossa percorre il mio corpo ed i nostri sguardi saettano, ci perdiamo l'uno negli occhi dell'altro, ed il cuore mi esplode nel petto. Scalpita.
Cos'è questa perdita di controllo, che mi innervosisce?
Quasi mi arrabbio con me stessa, per questa reazione.
E per fuggire da questo patetico momento, mi allontano con la scusa di andare al bagno.
Mi dirigo verso il bar a passo svelto.
Riconosco questo mio passo, troppo frettoloso e bisognoso di allontanarsi.
Entro nel bar rilasciando l'aria trattenuta e la tensione si allenta un pò.
Ma non ho il tempo di riprender i battiti normali, che una presenza alle mie spalle mi immobilizza. La sento l'elettricità nell'aria.
Sento che qualcuno sta puntando il suo sguardo su di me e sento quasi la schiena bruciarmi.
"Camilla, ti va di bere qualcosa?" il suo tono di voce tranquillo e gioviale, mi arriva all'improvviso.
Chiudo gli occhi e cerco di inghiottire, ma la mia gola è secca. Troppo secca.
"Che ci fai qui?" Gli rispondo esasperata e stufa di trovarlo sempre troppo vicino.
La mia voce, forse risulta un pò troppo scocciata, perchè lui aggiunge subito "Scusa, non volevo infastidirti... E' che gli altri si sono divisi per fare ognuno il proprio giro ed io avevo sete..."
Non aggiunge altro, sento solo silenzio.
Quindi mi giro e lui è già rivolto al bancone che ordina una birra.
La cameriera lo serve con gentilezza e modi di fare ammiccanti; gli occhi della ragazza, brillano mentre scruta il bellissimo ragazzo che le sta di fronte; lei una biondina, con un caschetto che la rende frizzante, piccola di statura e un corpo esile, ma con tutte le forme al posto giusto.
Si butta ed intraprende una conversazione che sembra destare Matteo dai suoi pensieri e farlo reagire come non vorrei. Lui ricambia con sorrisi sinceri alle sue battute.
Mentre parlano del più e del meno, la mano della barista afferra più volte l'avambraccio di lui che sta appoggiato con i gomiti sul bancone... e lo fa con una confidenza sfacciata.
E in me sento crescere qualcosa che non riesco a decifrare.
Il mio viso avvampa, in realtà tutto dentro me sta andando a fuoco; il sangue nelle mie vene corre come una moto che partecipa al GP, il cuore pompa e le vene del collo sembrano scoppiare.
Una rabbia anomala che non riesco a controllare si impossessa di me.
Ora vedo nero. Ma non grigio. Nero.
La fulmino con lo sguardo e appena poggia i suoi occhi su di me, diventa seria, ha uno sguardo quasi impaurito, ritira la mano da Matteo come se i suoi avambracci scottassero.
Lui si volta di scatto e mi guarda.
Io non riesco a togliere gli occhi dalla biondina.
Sono furibonda e non ne capisco il motivo.
Lo sento alzarsi e venirmi incontro.
"Non. Mi. Toccare!" è l'unica cosa che riesco a dire prima di girarmi ed uscire dal bar.
STAI LEGGENDO
Born to be Me
RomanceL'adolescenza è uno dei passi inevitabili e fondamentali verso la vita vera, forse quello più difficile da superare per Camilla, una ragazza schiva e poco incline ai sentimentalismi, che in linea con il suo carattere, sembra affrontare questo period...