CAPITOLO 17

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Capitolo 17: Tutta la notte

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SAMUEL

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SAMUEL

Non ho mai amato gli Homecoming, i Prom e quella merda del genere.

Intendo, perché diavolo bisogna fare un ballo a scuola? Già il venerdì sera è qualcosa di sacro e divino, e qua mi dicono che devo trascorrere altre ore in quell'istituto. Basta.
Nonostante questo non ho mancato a nemmeno uno. Più o meno. Ho balzato il Winter Formal dell'anno scorso per una brutta influenza. E probabilmente questo Homecoming è l'unico al quale vado volentieri: ho un debole per i travestimenti.

- Ivory ha fatto un buon lavoro, non credi?- domanda a un certo punto Courtney, mentre si guarda attorno con fare sognante. Indossa una salopette rosso fuoco, dello stesso colore dei suoi capelli. Attorciglia un riccio attorno all'indice e mi prende sotto braccio.

- Già- mormoro lanciando delle occhiate tra i presenti. Mi sento stupido. Le nostre conversazioni con Samantha, dalla settimana scorsa, si sono ridotte al minimo indispensabile dato che a quanto pare non c'era alcun aggiornamento su Smith.

Courtney intanto continua a sorridermi. Non ho ancora specificato che siamo qui non come si aspetta. Prendo un bicchiere di punch alla ciliegia e me lo scolo tutto d'un sorso.
Ovviamente è analcolico e solo uno non mi basta.

Parte una canzone di George Michael e il disagio sale ancora di più, ogni secondo che passa.
- Court, senti...- comincio fermandomi sotto a uno degli striscioni. Rivolge i suoi occhi su di me. -...devo parlarti di questo- dico, alludendo alla nostra situazione. Il suo sorriso si spegne un po', ma non lo da a vedere.

La rossa incrocia le braccia al petto, dondolandosi sui talloni, mentre con le sopracciglia aggrottate cerca probabilmente di capire di cosa le sto parlando. Un ragazzo del terzo anno vestito in uno dei vestiti più iconici di Freddie Mercury, ci supera con una spallata barcollando, per poi voltarsi imbarazzato e borbottando delle scuse.

Sbuffo grattandomi la nuca: - Sei mia amica e voglio dirti che sei una ragazza fantastica e desidero che tu lo ricordi sempre.- faccio prendendola per mano. -Mi piaci ma non in quel senso. Ti voglio bene, ma non come vorresti tu.-

Scrolla le spalle, ricambiando la stretta: -Lo avevo capito, credo- poi scoppia a ridere scuotendo la testa amareggiata. -Dio, l'unica volta che mi piace un ragazzo è già impegnato.-
Schiudo le labbra per un attimo, per poi sorridere e abbracciarla.

- Sei una grande, Anderson, quello giusto deve ancora arrivare e lo farà presto- mormoro e lei mi lascia un bacio sulla guancia. Per poi prendermi per mano e indicare Dean e Ivy, dall'altra parte della palestra.

- Desideravo avere un amico come te, Sam. Grazie- dice tirando un sorriso. -Passerà- mormora poi con una nota di tristezza, prima di salutare con un cenno veloce i miei amici.

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